Secondo diversi studi la realtà emotiva dei docenti può avere ripercussioni negative sullo stato psicologico degli alunni
L’insegnamento é uno dei lavori più belli ma, al contempo, anche il più complicato degli altri, con una maggiore predisposizione allo stress. Una continua situazione emotiva negativa può condurre allo stato di burnout, con forti disagi psicologici legati all’ansia, allo stress ed alla depressione che, se non fermata, può avere conseguenze difficili anche sull’apprendimento degli studenti.
Diversi studi hanno analizzato la realtà emotiva dei docenti e le percezioni del proprio lavoro quotidiano a scuola. Quando viene chiesto agli insegnanti di descrivere le tre emozioni che provano più frequentemente nella quotidianità scolastica, le più ricorrenti sono: la sopraffazione, la frustrazione e lo stress. Delle tre la più lunga emozione citata é la frustrazione. Se invece ai docenti viene chiesto di descrivere come piacerebbe che si sentissero a scuola, senza dubbio alcuno la risposta sarebbe: felici, apprezzati e sostenuti.
Il divario tra le prime e le ultime emozioni é enorme.
I docenti che provano per un periodo abbastanza lungo emozioni negative come per l’appunto la frustrazione, presentano alti livelli di stress, una peggiore salute fisica, e forti problemi psicologici legati alla depressione, ansia, disturbi del sonno, e mancanza di concentrazione. Tutto questo può scatenare un basso rendimento lavorativo, un maggior assenteismo, ritiri lavorativi, un forte turnover e persino un basso rendimento degli alunni.
L’insegnamento, senza lunghi giri di parole, é una delle professioni più complicate e stressanti. Per queste ovvie ragioni i docenti hanno bisogno di molteplici risorse, sia personali che strumentali, per lottare contro il burnout. Quando un docente é stressato la sua poca capacità lavorativa ha effetti devastanti anche sui suoi studenti. Le emozioni sono contagiose e, come tutti sappiamo, alunni e docenti trascorrono molte ore insieme, principalmente nella scuola dell’infanzia e primaria, perciò é ingenuo pensare che le emozioni degli uni e degli altri non finiranno per interagire e condizionare dapprima il clima emotivo della classe, poi quello della scuola e quindi delle famiglie. A chi non capita un figlio che ritornando stressato a casa, non coinvolga emotivamente tutta la famiglia?!
Come si sentono i docenti a scuola é quindi un problema di tutti.
I docenti quindi non possono essere abbandonati alla loro sorte, ma bisogna sostenerli con il coaching necessario in ogni momento critico della loro carriera professionale perché siano coinvolti e godano del loro lavoro, perché non si disamorino della professione che svolgono e perché siano il cuore del cambiamento di una società già difficile nell’orientare educativamente le giovani generazioni.