Dieci anni senza Steve Jobs, l’uomo che ha cambiato il mondo


“Stay hungry, stay foolish”: il discorso di Steve Jobs all’Università di Stanford a 10 anni dalla scomparsa, avvenuta il 5 ottobre 2011

steve jobs

“Siate affamati, siate folli”, a dieci anni dalla sua scomparsa il discorso-testamento che Steve Jobs lasciò ai giovani è più attuale che mai. Provati dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica, i ragazzi di oggi devono sforzarsi ancora di più per credere nei proprio sogni, aggrappandosi a quella fame di scoperta e follia invocata dal fondatore di Apple, unico mezzo per raggiungere i propri obiettivi. È il 12 giugno 2005 quando all’Università di Stanford, Jobs pronuncia queste parole, citando la pubblicazione ‘The Whole Earth Catalog‘ definita da lui stesso nel discorso come ‘la bibbia della mia generazione’, creata ‘con macchine da scrivere, una specie di Google in forma cartacea, realizzata 35 anni prima che nascesse” il motore di ricerca, piena di “idealismo, di strumenti utili e grandi concetti”. Alla fine della pubblicazione, ricorda la Dire (www.dire.it), c’era scritto ‘Stay hungry, stay foolish’, parole che ben rappresentano la vita del visionario fondatore di Apple, che pochi mesi dopo il suo discorso, il 5 ottobre 2011, si spegne all’età di 57 anni a causa di un cancro con cui combatteva dal 2003.

All’Università di Standord, Steve Jobs ripercorre la sua vita, partendo dalla volontà di non terminare gli studi universitari, decisione legata in qualche modo al fatto di essere stato dato in adozione dai propri genitori naturali. Nelle sue parole anche il racconto di come per un periodo abbia frequentato i corsi accademici in ‘maniera clandestina’, scegliendo quelli che davvero lo appassionavano (come calligrafia) e dai quali avrebbe tratto ispirazione in futuro per il suo lavoro. Quindi la fondazione di Apple e l’estromissione dal Cda dell’azienda dieci anni dopo, con la conseguente sofferenza per quello che riteneva “un fallimento pubblico” che gli fece considerare l’ipotesi di scappare via dalla Silicon Valley. Non lo fa e quella crisi si trasforma nell’opportunità. “Non me ne resi conto allora, ma essere licenziato dalla Apple era stata la miglior cosa che mi potesse capitare. Durante i cinque anni successivi fondai un’azienda chiamata NeXT, un’altra azienda chiamata Pixar e mi innamorai di una donna meravigliosa che sarebbe poi diventata mia moglie”, dichiara Jobs ai ragazzi in ascolto. Quindi la scoperta della malattia e il rapporto con la morte, il cui pensiero da sempre lo aveva spinto a dare il massimo come se ogni giorno fosse l’ultimo. “Il vostro tempo è limitato, per cui non lo sprecate vivendo la vita di qualcun altro. Non fatevi intrappolare dai dogmi, seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciate che il rumore delle opinioni altrui offuschi la vostra voce interiore. E, cosa più importante, abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e le vostre intuizioni. In qualche modo loro sanno che cosa volete veramente. Tutto il resto è secondario”, il finale incoraggiamento ai ragazzi prima dei quel “Siate affamati. Siate folli”, diventato un mantra motivazionale per milioni di giovani e non solo.