Kenya: polemiche per l’offerta di Bolt, app locale che propone tariffe speciali molto più care per le utenti che desiderino essere accompagnate da un’autista donna
Garanzia di sicurezza o discriminazione sessista? In Kenya fa polemica la nuova offerta di Bolt, app locale per il trasporto urbano che propone tariffe speciali (molto più care) per le utenti che desiderino essere accompagnate da un’autista donna.
A guidare la protesta sono cittadini, attivisti e passeggeri che sui social media rilanciano screenshot dei prezzi denunciando un tentativo di lucrare sui timori delle persone. “Ci sono le prove, le cose stanno proprio così” risponde all’agenzia Dire George Gitonga, che a Nairobi di mestiere fa l’autista e su Twitter propone confronti fra tratte e tariffe: “Il viaggio è identico ma la corsa standard più economica costa 730 scellini, mentre quella per sole donne 970”.
Il prezzo dipende da più variabili, dalla lunghezza del tragitto alla distanza tra il passeggero che richiede la corsa e il conducente che risponde. Anche i dubbi però sono più d’uno.
Prendete Rama Oluoch, artista e performer, che twitta: “Far pagare di più per la stessa distanza con il pretesto della sicurezza vuol dire approfittarsi della paura delle donne e allo stesso tempo essere incapaci di garantire la sicurezza con autisti uomini”.
Bolt, app emergente a Nairobi, rivale sia dei taxi tradizionali che dei servizi digitali come Uber, per ora tace.
Una delle sue ultime comunicazioni risale a inizio settembre, spiega la Dire (www.dire.it), e riguarda una denuncia di violenza da parte di una utente. Bolt ha sostenuto che tra l’episodio e la nascita del servizio per sole donne, una novità degli ultimi tempi, non c’è alcun legame.