L’impatto dei terremoti sulle opere idrauliche: in Emilia-Romagna al via uno studio coordinato dall’Università di Ferrara
Come impattano le scosse sismiche sulle opere idrauliche che regimentano il flusso delle acque dei nostri fiumi e torrenti? Quali sono le principali vulnerabilità a seguito delle violente sollecitazioni di un terremoto? Sono alcune delle attività tecnico-scientifiche che animeranno il lavoro di studio e ricerca del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Ferrara, in base a una convenzione triennale con l’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione. Lo schema di convenzione, approvato dalla Giunta regionale, è stato firmato nei giorni scorsi dai vertici dei due enti.
Attraverso la convenzione gli enti perseguono gli obiettivi generali di migliorare capacità di monitoraggio degli effetti dei terremoti e di predisporre misure organizzative idonee ad assicurare la più efficace pianificazione e gestione delle situazioni di crisi. Nel dettaglio la collaborazione si incentrerà sulla valutazione del rischio sismico cui sono soggette le opere idrauliche che regolano le acque del territorio emiliano-romagnolo. Sarà cura dei ricercatori dell’Università, insieme al personale dell’Agenzia regionale, costruire una stima della probabilità che le varie categorie di opere idrauliche, collocate in aree con predefiniti livelli di rischio sismico, mantengano la capacità di svolgere le funzioni essenziali di regimazione idraulica a cui sono preposte, in caso di sollecitazioni coerenti con la classificazione della zona. Attraverso l’analisi della vulnerabilità strutturale dei manufat ti, li si potrà classificare in modo omogeneo descrivendo i potenziali danni di ciascuna categoria e definendo con quali tecniche intervenire caso per caso per mitigare i rischi di ammaloramento o collasso.
La collaborazione tra Unife e Centro operativo regionale
L’Università di Ferrara collabora con il Centro operativo Regionale (COR) per individuare le strategie più efficaci nella gestione delle emergenze sismiche e partecipa ai sopralluoghi per valutare gli effetti del terremoto, anche a supporto della individuazione di misure per i piani di interventi urgenti, di messa in sicurezza e di ricostruzione. Ci sarà un prezioso interscambio anche sul fronte della formazione e dell’addestramento al personale del COR, delle sale operative territoriali dell’Agenzia ed ai tecnici regionali esperti nell’ambito della progettazione in zona sismica e per l’espressione di pareri.
La formazione dei tecnici
Infine, l’Università di Ferrara collabora con l’Agenzia e il Servizio geologico, sismico e dei suoli della Regione nella formazione dei tecnici (ingegneri, geologi, geometri) del Nucleo di Valutazione Regionale (NVR) che, dopo i terremoti di rilevanza emergenziale, sono incaricati del rilievo dei danni e della stesura delle schede sull’agibilità degli edifici.
Le azioni concrete della convenzione vengono di anno in anno articolate nei POA (Piani Operativi Annuali). L’Università di Ferrara potrà promuovere presso gli studenti assegni di ricerca o borse di studio sulle tematiche della convenzione.
Rischio sismico, le altre collaborazioni della Regione
Sul rischio sismico, tra il mondo della ricerca e la protezione civile regionale sono attive tre convenzioni, oltre a quella con l’Università di Ferrara: con INGV, con l’Università di Parma e con CIRI (Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale edilizia e costruzioni) dell’Università di Bologna, tutte funzionali alle attività di preparazione e gestione dell’emergenza sismica, a supporto del COR e delle sale operative territoriali dell’Agenzia per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile.