Lotta ai cambiamenti climatici, il premio Nobel Giorgio Parisi: “Governi inadeguati, la pandemia da Covid insegna ad agire in tempo”
Di fronte alla crisi climatica in atto “le risposte dei governi non sono state all’altezza”, e hanno avuto luogo catastrofi naturali delle quali siamo stati “spettatori attoniti” perché si tratta di disastri che “in futuro potrebbero avvenire su una scala molto maggiore”. Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica, lo dice nell’Aula della Camera nel suo intervento alla riunione dei Parlamenti in vista della COP26, la Conferenza sui cambiamenti climatici che si terrà luogo a Glasgow dal primo al 12 novembre.
“Abbiamo bisogno di misure molto più incisive”, dice Parisi, “dal covid sappiamo che non e facile prendere misure per tempo”, infatti le azioni sono state “prese solo in ritardo quando non erano piu rimandabili”. Ma “il medico pietoso fece la piaga purulenta, e voi non dovete avere ruolo medico pietoso”, prosegue, perché l’entità dei disastri climatici futuri “potrebbe essere molto ma molto peggiore di quello che ci aspettiamo”.
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E’ noto da tempo il rischio che corre il nostro Pianeta di fronte alla crisi climatica ma “sfortunatamente le azioni intraprese dai governi non sono state all’altezza di questa sfida e i risultati finora sono stati estremamente modesti. Negli ultimi anni gli effetti del cambiamento climatico sono sotto gli occhi di tutti: le inondazioni, uragani, ondate ci calore e gli incendi devastanti di cui siamo stati spettatori attoniti sono un timidissimo assaggio di ciò che avverrà nel futuro su una scala enormemente più grande”, avverte Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica.
“Adesso comincia ad esserci un’azione forse più risoluta ma abbiamo bisogno di misure decisamente più incisive. Dall’esperienza del covid sappiamo che non è facile prendere misure efficaci in tempo“, dice Parisi, infatti “spesso le misure di contenimento della pandemia sono state prese in ritardo e solo in un momento in cui non erano più rimandabili”.
Va tenuto presente che le previsioni di un aumento della temperatura potrebbe salire tra i 2 gradi e i 3.5 gradi, questo intervallo “è quello che possiamo stimare al meglio delle conoscenze attuali, tuttavia deve essere chiaro a tutti che la correttezza dei modelli del clima è stata verificata confrontando le previsioni di questi modelli con il passato. Se la temperatura aumenta di più di 2 gradi entriamo in una terra incognita in cui ci possono essere anche altrui fenomeni che non abbiamo previsto che possono peggiorare enormemente la situazione”, avverte Parisi.
“Abbiamo di fronte un enorme problema che ha bisogno di interventi decisi, non solo per bloccare le emissioni di gas serra ma anche di investimenti scientifici“, aggiunge Giorgio Parisi come riferisce la Dire (www.dire.it).
Rispetto all’aumento delle temperature, “mentre il limite inferiore di due gradi è qualcosa di cui possiamo essere abbastanza sicuri è molto più difficile capire quale sia lo scenario più pessimistico, potrebbe essere anche molto ma molto peggiore di quello che immaginiamo”, avverte Parisi.
E allora si dovrà investire nella ricerca perché “dobbiamo essere in grado di sviluppare nuove tecnologie per conservare l’energia, trasformandola anche in carburanti, tecnologie non inquinanti che si basano su risorse rinnovabili”, spiega il Premio Nobel.
“Non solo dobbiamo salvarci dall’effetto serra ma dobbiamo evitare di cadere nella trappola terribile dell’esaurimento delle risorse naturali– sottolinea Parisi- Il risparmio energetico è anche un capitolo da affrontare con decisione. Ad esempio finche la temperatura interna delle nostre case rimarrà quasi costante in estate e in inverno, sarà difficile fermare le emissioni”.