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Green Pass obbligatorio: varchi dei porti bloccati

Green pass, si spacca il fronte dei portuali di Trieste: il portavoce Stefano Puzzer si dimette per incomprensioni sulla durata della protesta

I varchi dei porti bloccati dalla protesta contro il Green Pass obbligatorio nei luoghi di lavoro: con i portuali in strada anche altre categorie

Non tanto i portuali, quanto il popolo dei no-green pass ha bloccato da questa mattina gli accessi al porto di Trieste. Le casacche fluo ci sono, operatori dello scalo arrivati in gruppetti già dalle prime ore della giornata, ma accanto a loro sono presenti in gran numero insegnanti, sanitari, studenti, commercianti, tassisti e altre categorie che già nei giorni scorsi avevano sfilato in corteo nelle vie cittadine. Per ora, chi deve recarsi all’interno del porto per andare a lavoro, viene lasciato transitare, anche se deve farsi largo tra la folla che sta aumentando di ora in ora. Alcuni tir però, scesi dalla grande viabilità distante solo a pochi metri, hanno fatto marcia indietro. Tra i manifestanti striscioni, cartelli e slogan, contro “le terapie domiciliari negate”, si legge, e ancora “cittadini liberi e non sudditi” e semplicemente “no al green pass”. Le proteste si concentrano in particolare al varco del molo VII, completamente invaso dalla mobilitazione, e sono destinate a continuare per tutta la giornata.

Sono circa 4mila le persone che manifestano davanti al varco del porto di Trieste, una minima parte dei lavoratori dello scalo, mentre continua l’afflusso di no-green pass, arrivati anche da altre regioni. In scena anche un mini corteo sul posto, tra cartelli e slogan. Le forze dell’ordine monitorano la situazione, ma chi è diretto per lavoro dentro lo scalo viene lasciato passare senza problemi. Sul posto è stato allestito anche un punto ristoro per i manifestanti che puntano a restare al varco tutta la giornata.

 PORTO DI TRIESTE APERTO, MA DAL VARCO SECONDARIO

Sono pochi i camion che si presentano al varco 1 del porto di Trieste, ma entrano ed escono regolarmente. Il varco secondario, quello più vicino alle rive cittadine, rimane infatti libero, e presidiato da un gruppo di forze dell’ordine che, fa sapere il responsabile, ha il compito di lasciarlo transitabile. Davanti allo schieramento di polizia e carabinieri, solo un gruppo di una ventina di manifestanti. Le forze dell’ordine non hanno informazioni secondo cui nel pomeriggio potrebbero radunarsi altri manifestanti, che rimangono per ora concentrati al varco 4, ovvero alla base del terminal container.

A GENOVA PROTESTE IN PORTO, STOP INGRESSI VARCO ETIOPIA

Sono tre i principali fronti di protesta contro l’introduzione dell’obbligo di green pass nel mondo del lavoro che si sono aperti stamattina a Genova. I primi due, all’alba, sono scattati davanti ai varchi portuali del Psa a Pra’ e di ponte Etiopia a Sampierdarena: presidi pacifici, che al momento non comportano il blocco delle banchine, ma solo deviazioni al traffico in entrata per quanto riguarda il porto vecchio. La protesta dei lavoratori portuali ha l’appoggio dell’Usb che, tuttavia, per ragioni sindacali, non ha potuto proclamare lo sciopero per oggi, rimandandolo al 25 e 26 ottobre.

Per prendere inequivocabilmente distanza dai fatti di Roma, davanti al varco Etiopia è stato srotolato lo striscione: “No green pass, no fascisti”. Ieri, inoltre, 68 lavoratori del Psa hanno inviato una diffida all’azienda contro l’applicazione della normativa nazionale sul green pass. Il terzo fronte di protesta è quello del centro cittadino, con un centinaio di attivisti di “Libera Piazza Genova” che, dalle 8.30, si sta concentrando sotto la Prefettura. Numeri al momento molto più contenuti rispetto alle partecipate proteste dei giorni scorsi. L’idea dei manifestanti sarebbe quella di spostarsi dalla Prefettura per andare a “dare supporto a ogni gruppo in mobilitazione”, ma per ora aspettano di rinfoltire i ranghi. Alle 10.30 previsto anche un presidio Ugl davanti alla sede Amt di via Bobbio.

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