Giornata europea della Depressione: la maggior parte si nasconde


La psicoterapeuta e presidente EURODAP, Eleonora Iacobelli, interviene in occasione della Giornata europea della Depressione

La psicoterapeuta e presidente EURODAP, Eleonora Iacobelli, interviene in occasione della Giornata europea della Depressione

Umore a terra, frustrazione, perdita di interesse e scarsa autostima. Sono solo alcuni dei campanelli d’allarme della depressione, disturbo sempre più frequente, ma ancora poco conosciuto e trascurato. Da un sondaggio promosso dall’Eurodap (Associazione Europea per il Disturbo da Attacchi di Panico) in occasione della Giornata Europea della Depressione, che si celebra il 16 ottobre, è infatti emerso che il 76% dei partecipanti crede  di saper riconoscere sintomi depressivi, ma il 45% di questi, a contatto con persone con un disagio psicologico, ammette di non essersene accorto. L’81% ritiene che  la depressione  sia di difficile accettazione e che in alcuni casi è addirittura auspicabile evitare di manifestare una difficoltà.

“È evidente un’incapacità di riconoscere i segnali della depressione, che purtroppo spesso vengono identificati quando è troppo tardi, quando la persona è arrivata ormai ad uno stadio più gravoso in cui è impossibile continuare a nascondere i sintomi – spiega Eleonora Iacobelli, psicoterapeuta, presidente Eurodap e Direttore scientifico di Bioequilibrium – Questo, inevitabilmente, porta a trascurare i campanelli d’allarme che invece bisognerebbe affrontare. Molto spesso la percezione che abbiamo dell’altro non corrisponde al suo reale stato psichico, molti sintomi vengono sottovalutati o mascherati: la depressione è invece il più comune tra i disturbi dell’umore e colpisce ogni anno il 5% della popolazione. Modificazioni nel sonno e nell’appetito, fatica nei movimenti, senso di vuoto, d’inutilità, di colpevolezza, umore triste, pensieri di morte-suicidio sono alcuni tra i sintomi più evidenti, ma non sempre riconosciuti o riconoscibili”.

“Riuscire a mantenere un buon equilibrio psico-fisico è fondamentale per la nostra salute e la pandemia, con le numerose limitazioni imposte, non ha aiutato sul piano psicologico – prosegue l’esperta – I dati dell’Oms destano particolare preoccupazione, poiché parlano di un aumento esponenziale di sintomatologie ansiose o depressive legate al Covid-19. Chiedere aiuto, per chi ne soffre, può essere molto difficile, si ha la sensazione che nessuno possa comprendere la propria condizione, mentre per chi non è coinvolto direttamente risulta difficile essere di supporto. In caso di sospetta depressione, invece, bisognerebbe sempre rivolgersi a un esperto e iniziare una cura prima che questa si cronicizzi”.

Ecco allora come comportarsi in caso di sospetta depressione in persone vicine:

1) Riconoscete i sintomi: è fondamentale notare e non sottovalutare cambiamenti significativi nelle abitudini di sonno, nell’alimentazione o nel comportamento, poiché possono essere campanelli d’allarme di un problema più grave. Infatti, qualora sia un esordio di una malattia, prima s’interviene, migliore sarà la prognosi;

2) Documentarsi sulla malattia e sulle eventuali cure: chi soffre di un disturbo mentale generalmente ha resistenze ad informarsi rispetto al proprio problema, dunque è bene che siano i familiari ad incentivare un comportamento attivo e a supportare il soggetto nella ricerca d’informazioni e di un professionista a cui rivolgersi. L’atteggiamento deve essere propositivo, mai invasivo o impositivo;

3) Evitare i sensi di colpa: un disturbo mentale può avere varie cause e con ogni probabilità è dovuto a una concomitanza di esse, quindi sarebbe meglio usare le proprie energie per provvedere ad aiutare e incoraggiare;

4) Non trascurate gli altri familiari né se stessi: quando l’attenzione della famiglia è concentrata esclusivamente sul soggetto che manifesta un problema, gli altri membri corrono il rischio di venire trascurati. E’ indispensabile anche non trascurare i propri bisogni e necessità.