Il centrosinistra esulta per le vittorie ai ballottaggi nelle grandi città ma il dato più evidente di questa tornata elettorale è il crollo dell’affluenza
Il risultato dei ballottaggi delle elezioni comunali che hanno riguardato numerose grandi città – da Roma a Torino, da Napoli a Milano dove non è stato necessario il secondo turno – conferma ancora una volta un dato già emerso in diverse tornate elettorali dell’ultimo ventennio. Quale? La scarsa affluenza premia sempre il centrosinistra, mentre se alle urne i cittadini preferiscono la scampagnata del weekend il centrodestra soffre.
Così, al di là dei toni trionfalistici dopo i risultati definitivi dei ballottaggi, l’intero schieramento politico farà bene a tenere a mente il dato dell’affluenza. Sì, perché alla domanda “Chi ha vinto i ballottaggi?” la risposta è una sola: l’astensione. Non si può interpretare diversamente il fatto che alle 12 di ieri mattina non aveva votato neppure 1 elettore su 10 (affluenza al 9%) e che alla fine nella Capitale, tanto per fare un esempio, 6 elettori su 10 sono rimasti a casa.
Insomma, in questi casi si conferma la capacità di mobilitazione del centrosinistra che ha avuto bisogno dell’apparentamento con il decadente Movimento 5 stelle per imporsi. Mentre per il centrodestra, che cerca la quadra dopo il sorpasso della Meloni su Salvini, il vero banco di prova saranno le prossime politiche.
I DATI SULL’AFFLUENZA
Netto il calo dell’affluenza rispetto al primo turno: su scala nazionale è andato a votare il 44,25% degli aventi diritto, contro il 53,47% di quindici giorni fa.