I pazienti con Lupus eritematoso sistemico hanno un rischio di infezioni gravi che necessitano di ospedalizzazione da 2 a 4 volte più elevato
I pazienti con LES hanno un rischio di infezioni serie che necessitano di ospedalizzazione da 2 a 4 volte più elevato. E’ quanto emerge dai risultati di uno studio svedese recentemente pubblicato sulla rivista Lupus Science & Medicine che suggerirebbe un rischio maggiore nei pazienti trattati con DMARDcs convenzionali, anziché con idrossiclorochina.
Razionale e disegno dello studio
I pazienti con LES sono, notoriamente, a suscettibili a infezioni gravi in ragione dell’esistenza in questi pazienti di alterazioni del sistema immunitario, che comprendono un cattivo funzionamento delle cellule B e T e bassi livelli di complemento, come pure in ragione dell’impiego di farmaci immunosoppressori, come i corticosteroidi (CS) e la ciclofosfamide.
Si sa ancora poco, tuttavia, dei rischi associati con l’impiego di alcuni DMARDcs, come azatioprina o mofetil micofenolato.
Per chiarire i tassi di infezioni necessitanti di ospedalizzazione e considerare l’influenza dei DMARDcs, i ricercatori hanno identificato 2.378 casi di LES nei registri svedesi dal 2006 al 2013, incrociando i dati relativi a questi pazienti con quelli di 11.474 individui provenienti dalla popolazione generale.
L’impiego dei farmaci è stato attinto da un altro registro (the Swedish Prescribed Drug Register). I pazienti inclusi nello studio sono stati classificati come iniziatori di trattamento con idrossiclorochina o iniziatori di trattamento con azatioprina, MTX o micofenolato (non sono stati inclusi i dati di impiego di altri DMARD come sulfasalazina o ciclofosfamide in quanto poco prescritti). Il registro in questione, inoltre, non include l’impiego di farmaci somministrati mediante infusione in ambiente ospedaliero: ciò ha portato all’esclusione anche di questi pazienti dallo studio.
I pazienti avevano un’età media di 49 anni, ed erano in maggioranza (85%) di sesso femminile.
Risultati principali
Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti con LES sperimentavano un maggior numero di infezioni rispetto ai controlli (22% vs. 6%), soprattutto durante il primo anno di follow-up, e si sono caratterizzati per un rischio elevato di infezioni gravi ricorrenti (HR= 2,22; IC95%= 1,93-2,56).
In un’analisi mutivariata aggiustata in base all’età, al sesso, alla regione di residenza e al livello di istruzione, l’hazard ratio di infezioni serie tra i pazienti con LES rispetto alla popolazione generale è risultato pari a 4,11 (IC95%= 3.66-4,61). Inoltre, anche dopo aggiustamento dei dati per la presenza di comorbilità e l’impiego recente di farmaci, l’hazard ratio è stato di tutto rispetto, attestandosi su un valore pari a 1,88 (IC95%= 1,58-2,23).
Passando ai farmaci, i DMARD sono risultati associati ad un tasso più elevato di infezioni gravi vs. idrossiclorochina (HR= 1,82; IC95%= 1,27-2,60), più smorzato dopo correzione per fattori confondenti all’analisi multivariata (HR= 1,3; IC95%= 0,86-1,95).
Tra i DMARD, l’azatioprina è risultata associata ad un rischio doppio di infezioni (HR= 2,19; IC95%= 1,14-4.21), mentre il rischio con mofetil micofenolato è risultato inferiore (HR=1,39; IC95%= 0,65-2,96) rispetto a MTX.
Implicazioni dello studio
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato, con allarme, il riscontro di tassi elevati di polmoniti nei pazienti con LES rispetto alla popolazione generale (5,6% vs. 1,5%): “Data la disponibilità di strumenti di immunizzazione contro le polmoniti e di una proporzione considerevole di infezioni da polmoniti in questi pazienti, sarà opportuno, nei prossimi studi, tener conto del ridotto tasso vaccinale di partenza per esaminare il tasso di adesione e l’efficacia di questi vaccini in questa popolazione, nonché esaminare la risposta anticorpale post-vaccino”.
Bibliografia
Simard JF et al. Infection hospitalisation in systemic lupus in Sweden. Lupus Science & Medicine 2021;8:e000510. doi: 10.1136/lupus-2021-000510
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