Asma severo eosinofilico: dallo studio REALITI-A arrivano, per mepolizumab, nuove conferme di efficacia nella real world
Un’analisi ad interim dei dati real-word provenienti dallo studio REALITI-A sull’impiego di mepolizumab nell’asma severo eosinofilico, ha documentato l’efficacia dell’inibitore di IL-5 nel ridurre il tasso di riacutizzazioni clinicamente significative e la riduzione dell’impiego di steroidi orali di mantenimento in questi pazienti (1).
I risultati ottenuti sono consistenti con quelli già ottenuti negli studi precedenti sull’impiego del farmaco, nonché da un’analisi pregressa dei dati del registro REALITI-A ottenuti in pazienti iniziatori precoci del trattamento (2).
Lo studio REALITI-A: importanza degli studi real life
I trial clinici come è noto, sono universalmente considerati il gold standard per la valutazione dell’efficacia dei trattamenti. Il loro principale punto di forza è che, attraverso la pratica della randomizzazione, sono in grado di evitare sbilanciamenti tra i gruppi messi a confronto: per questa ragione, le differenze osservate tra gruppi relative agli outcome alla fine del trial sono ascrivibili proprio agli effetti del trattamento. La loro debolezza, invece, è legata alla limitata generalizzazione dei risultati alla popolazione reale in quanto, in base al loro disegno, i trial tendono a reclutare popolazioni di pazienti altamente selezionate.
Dato che gli esseri umani sono biologicamente eterogenei, questi non reagiscono in modo uniforme ai trattamenti farmacologici. Ne consegue che i risultati osservati in una determinata popolazioni possono essere applicati solo a quella e non estrapolati ad altre, senza ricorrere a test complementari.
Gli studi real world sono disegnati allo scopo di testare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco rispetto ad altri trattamenti esistenti nella pratica clinica reale anziché in un setting strettamente controllato, tipico dei trial clinici randomizzati. I pazienti di questi studi, per esempio, non soggiacciono a criteri di esclusione molto restrittivi (dovuti alla presenza di più condizioni morbose concomitanti). Per queste ragioni, i loro risultati si applicano a popolazioni di pazienti più eterogenee e, quindi, più vicine alla popolazione di pazienti visitata nella pratica clinica reale.
Uno di questi studi real-life è lo studio REALITI-A, che ha confermato la capacità di mepolizumab, nella formulazione standard sottocute, di ridurre in modo significativo le riacutizzazioni di malattia asmatica grave eosinofilica e di consentire un “risparmio di steroidi” (effetto steroid-sparing), come documentato negli studi clinici registrativi.
La peculiarità dello studio è che, a differenza degli studi osservazionali retrospettivi, REALITI-A è stato uno studio osservazionale con disegno prospettico (un fattore in grado, da solo, di eliminare un bias metodologico importante relativo alla modalità di selezione dei pazienti).
Obiettivo e disegno dell’analisi post-hoc presentata al Congresso
REALITI-A è uno studio osservazionale internazionale prospettico, della durata di 2 anni, che prevedeva un singolo braccio di trattamento; ha reclutato 368 pazienti con asma severo eosinofilico, reclutati in 58 centri dislocati in 7 Paesi diversi (tra i quali l’Italia), e li ha sottoposti a trattamento con mepolizumab add-on alla terapia standard of care, alla dose registrata di 100 mg sottocute. I ricercatori hanno raccolto i dati relativi ai pazienti sottoposti al trattamento con l’inibitore di IL-5, come pure i dati relativi all’anno precedente l’introduzione del farmaco biologico nella cura dei pazienti (in terapia standard).
L’analisi presentata al Congresso ERS fa seguito alla presentazione dei dati relativi agli iniziatori precoci del trattamento in questione, prendendo in considerazione, questa volta, i dati ad interim a 12 mesi relativi alla popolazione di pazienti in toto.
Come nell’analisi resa nota lo scorso anno, l’obiettivo primario era quello di mettere a confronto il tasso di riacutizzazioni clinicamente significative (necessitanti di ricorso agli steroidi orali – OCS – e/o a ospedalizzazione e/o a visita in Pronto Soccorso) prima e dopo trattamento con mepolizumab; Tra gli obiettivi secondari vi erano invece, le riacutizzazioni necessitanti di ospedalizzazione e/o di visita in Pronto Soccorso e la variazione d’impiego di OCS come terapia di mantenimento. L’analisi, inoltre, prevedeva anche in questo caso una valutazione di safety.
Risultati principali
Considerando i dati relativi alla popolazione in toto del registro (n=822 pazienti) (fig.1), l’analisi ad un anno ha mostrato che il 18% dei pazienti aveva interrotto il trattamento con mepolizumab nel corso del primo anno di trattamento e che la causa principale di interruzione era rappresentata dalla mancanza di efficacia riferita dai pazienti o a seguito di decisione autonoma degli stessi di interrompere il trattamento.
Ciò premesso, il tasso di riacutizzazioni severe (obiettivo primario) si è significativamente ridotto a seguito del trattamento con mepolizumab rispetto al periodo pre-trattamento. Nello specifico, si è avuta, rispettivamente, una riduzione del 71% delle riacutizzazioni clinicamente significative, del 76% di quelle necessitanti di ospedalizzazione/visita in pronto soccorso e del 69% di quelle necessitanti di ospedalizzazione (fig.2).
Inoltre, l’altro dato importante emerso dall’analisi è che il trattamento con mepolizumab è risultato associato ad una marcata riduzione della dose di mantenimento giornaliera di OCS. Nello specifico, da un dosaggio medio iniziale di OCS pari a 10 mg all’inizio del periodo di osservazione, si è passati ad un dimezzamento della dose giornaliera di OCS (5 mg) a partire dalle 13-16 settimane dall’inizio del trattamento con mepolizumab, per arrivare ad un dosaggio di 2,5 mg/die di OCS dalla 49esima alla 52esima settimana di osservazione.
Alla fine del periodo di follow-up pari ad un anno, quasi la metà dei pazienti del registro (43%; 95/222 pazienti) è stata in grado di sospendere totalmente la terapia di mantenimento con OCS (fig.3).
Passando alla safety, l’analisi dei dati ad interim (12 mesi) dei dati riferiti al totale dei pazienti inclusi nel registro REALITI-A non ha documentato l’esistenza di nuovi segnali inattesi. Su un totale di 832 pazienti, 85 (10%) sono andati incontro ad eventi avversi legati al trattamento. Di questi, 17 (2%) hanno portato a sospendere il trattamento e 11 (1%) ad abbandonare lo studio.
Riassumendo
In conclusione, i dati di questa analisi, nel complesso, forniscono evidenze ulteriori del beneficio nella real world del mepolizumab in un’ampia popolazione di pazienti con asma severo, suffragando quelli esistenti sul miglioramento dei tassi di riacutizzazione asmatica.
Informazioni su mepolizumab
Mepolizumab è un anticorpo monoclonale umanizzato diretto contro l’interleukina-5, che blocca l’infiammazione eosinofilica, causa delle continue esacerbazioni della malattia asmatica severa. Mediante il blocco del legame di IL-5 con la catena alfa del complesso recettoriale citochina-specifico, sito sulla superficie del-le cellule eosinofile, mepolizumab inibisce la trasduzione del segnale di IL-5 e la crescita, la differenziazione, il reclutamento, l’attivazione e la sopravvivenza degli eosinofili.
Il farmaco è normalmente somministrato sottocute al dosaggio di 100 mg sottocute. Dallo scorso anno è presente, anche nel nostro Paese, una formulazione che ne consente l’autosomministrazione mediante penna pre-riempita, studiata per agevolare la terapia domiciliare ove questa sia possibile (paziente stabilizzato).
Bibliografia
1. Pilette C et al. International, prospective real-world study of mepolizumab in patients with severe asthma at one year: REALITI-A. ERS 2021; E-poster.
2. Harrison T, et al. Eur Respir J 2020;15;56:2000151.