Filiera corta dal campo al bar: accordo Fipe-Slow Food


Fipe e Slow Food siglano un accordo per promuovere la filiera corta dal campo al bar e al ristorante: qualità, tracciabilità ed eco-sostenibilità le parole chiave

Fipe e Slow Food siglano un accordo per promuovere la filiera corta dal campo al bar e al ristorante: qualità, tracciabilità ed eco-sostenibilità le parole chiave

La federazione dei pubblici esercizi Fipe-Confcommercio e Slow Food Italia, dopo un lavoro protrattosi negli ultimi mesi, hanno raggiunto l’intesa e sottoscritto un protocollo che sottolinea come risulti “sempre più urgente sviluppare progettualità tese alla tutela e promozione della qualità e unicità del territorio italiano, in cui tutta la filiera agroalimentare, dalle materie prime, passando dal processo di trasformazione del prodotto, fino alla sua vendita, possa essere tracciabile, sicura ed eco-sostenibile. In questo senso, il mondo dei pubblici esercizi è intrinsecamente connesso con la promozione sociale della dignità culturale delle tematiche legate al cibo, al vino e altre bevande, all’alimentazione e alle scienze gastronomiche nel loro complesso”.

A partire da questo proclama di principio, Fipe e Slow Food si sono dichiarate conseguentemente “convinte della necessità di avviare una collaborazione per incentivare il rilancio economico del Paese partendo da tre pilastri fondamentali: educazione e formazione; qualità, tracciabilità ed eco-sostenibilità della filiera agroalimentare; turismo slow”.

«La ristorazione – spiega Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio – rappresenta il terminale più importante della filiera agroalimentare italiana. Un sistema in grado di generare un valore aggiunto di circa 90 miliardi di euro l’anno, che oggi si trova a una svolta. Numerosi studi evidenziano che le famiglie italiane prestano sempre maggior attenzione alla qualità dell’offerta enogastronomica garantita dai nostri locali. I consumatori chiedono garanzie sulla sostenibilità sociale e ambientale della nostra filiera produttiva e distributiva, vogliono sapere la provenienza dei prodotti che proponiamo, le storie e le origini dei piatti che somministriamo. Essere in grado di dare un riscontro a queste aspettative, significa migliorare la nostra funzione e far fare all’intero settore un salto di qualità».

La prima attività che dà concretezza al protocollo è l’inserimento dei corsi Slow Food all’interno del catalogo formativo della Fipe Business School. A questa iniziativa seguiranno altre attività che verranno definite già a partire dalle prossime settimane.