La storia dell’industria alimentare nelle fotografie in mostra alla Biennale del Mast: undici esposizioni in dieci sedi storiche del centro di Bologna
Dai campi alla tecnologia, dagli allevamenti alle trasformazioni ambientali, sociali e demografiche, fino al commercio e all’insegne pubblicitarie. È l’industria alimentare in tutte le sue sfumature il soggetto protagonista della nuova Biennale di fotografia dell’industria e del lavoro, giunta quest’anno alla sua quinta edizione, organizzata a Bologna dalla Fondazione Mast. Sono 11 le mostre allestite in 10 sedi storiche del centro cittadino (oltre allo stesso Mast), in programma fino al prossimo 28 novembre. Saranno esposte in tutto 600 opere, che ripercorrono un secolo di storia dell’industria alimentare in tutto il mondo, dagli anni 20 a oggi. In programma anche eventi collaterali come performance, percorsi didattici e visite guidate con gli stessi artisti. Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
Sono dunque 11 i fotografi di calibro mondiale protagonisti della Biennale del Mast. Nella sede della stessa Fondazione saranno esposte le opere di Ando Gilardi, uno dei pilastri della fotografia italiana, capace di riunire circa 500.000 immagini nella sua Fototeca stotica nazionale fondata nel 1959. Da lì, per la mostra è stata estrata una selezione di materiali sul tema dell’alimentazione: fotoinchieste, ma anche figurine, incarti, scatole e pubblicità. A San Giorgio in Poggiale invece saranno esposte le opere di Hans Finsler, esperto nella fotografia degli oggetti. La mostra sarà dedicata a una serie del 1928 che l’artista svizzero realizzò per una fabbrica di cioccolato. Il Mambo ospiterà Jan Groover, fotografa e pittrice minimalista, specializzata in nature morte e ispirata dall’arte di Giorgio Morandi.
Palazzo Zambeccari sarà sede della mostra dello sperimentatore Mishka Henner, che realizza le sue immagini partendo da quelle trovate in rete. Tre i progetti esposti: ‘Feedlots’, che combina le immagini satellitari di enormi allevamenti bovini; ‘Scopes’, montaggio di video da Youtube su animali che ingeriscono videocamere; ‘Fertile Image’, oltre 300 immagini generate in modo automatico da un software nutrito dall’artista. Al Padiglione Esprit Nouveau spazio a due lavori di Takashi Homma: la serie di facciate di negozi McDonald’s in tutto il mondo e le foto delle tracce di sangue lasciate dai cacciatori di cervi in Giappone. Il fotografo ‘metafisico’ Herbert List sarà invece a Palazzo Fava, con i suoi 41 scatti sulle tonnare di Favignana. Insieme a lui il francese Bernard Plossu, con una selezione inedita di immagini sulle grandi insegne dei diner americani, paesaggi e nature morte.
Realizzato apposta per la Biennale è invece il progetto di Maurizio Montagna, esposto al museo di zoologia di via Selmi, che indaga la trasformazione della Valsesia legata alla pesca. “Grazie all’allestimento per la mostra- sottolinea soddisfatto il rettore dell’Alma Mater di Bologna, Francesco Ubertini- abbiamo riaperto e riportato alla bellezze il nostro museo di zoologia”. L’artista e ambientalista palestinese Vivien Sansour sarà a Palazzo Boncompagni, col suo lavoro pensato per promuovere la salvaguardia di antiche varietà di semi. Lorenzo Vitturi esporrà invece a Palazzo Pepoli Campogrande le sue immagini scattate a Balogun, uno dei più grandi mercati di strada al mondo, a Lagos in Nigeria.
Infine il fotografo e attivista Henk Wildschut, ospitato dalla Fondazione del Monte, che tra il 2011 e il 2013 ha realizzato una vasta ricerca sull’industria alimentare e le più avanzate tecnologie del settore: dagli allevamenti alle serre, fino ai laboratori di ricerca. In occasione dell’avvio della Biennale, da domani e fino a domenica 17 ottobre, saranno a Bologna anche alcuni dei fotografi in mostra: Henner, Homma, Montagna, Plossu, Sansour, Vitturi e Wildschut. Saranno protagonisti di una tavola rotonda al Mast domani alle 18 con Zanot e, nel weekend, a disposizione per le visite guidate alle rispettive mostre.