Le dee di Boldini in mostra a Palazzo Albergati


A Bologna ha aperto al pubblico la mostra antologica “Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima”: bellissime e possibili, esposte le dee dell’artista

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Donne bellissime ed eleganti, ma anche passanti in strada, avventori nei caffè e celebrità, come Giuseppe Verdi, immortalato in un celebre dipinto del 1886. Sono il ritratto di un’Europa salottiera, effimera, estremamente vanitosa, a cavallo tra Ottocento e Novecento, che costituisce il mondo di Giovanni Boldini, in mostra a Bologna, a Palazzo Albergati. L’antologica “Giovanni Boldini. Lo sguardo nell’anima”, attraverso 90 opere che comprendono anche lavori di artisti contemporanei al pittore, rappresenta la maniera dell’artista, il suo saper esaltare con unicità la bellezza femminile e svelare l’anima più intima e misteriosa dei protagonisti della Belle Époque.

“Ci sono opere al cui fascino è impossibile sottrarsi. I dipinti di Giovanni Boldini sono tra queste. Un fascino dato dalle bellissime muse che affollano i suoi ritratti insieme all’alone di romanticismo che il pittore ferrarese riesce a suscitare con le sue pennellate. Questa mostra è un piccolo gioiello, in questo momento di rinascita della fruizione artistica in Emilia-Romagna dopo le ristrettezze anti-pandemia, caratterizzato da esposizioni importanti che fanno tornare autorevolmente la nostra regione nel novero dei territori culturalmente più attivi e attraenti del Paese”, sottolinea Mauro Felicori, assessore alla Cultura dell’Emilia-Romagna.

La Regione, spiega la Dire (www.dire.it), patrocina l’evento, prodotto e organizzato da Arthemisia e Poema, in collaborazione con Museoarchives Giovanni Boldini Macchiaoli di Pistoia, sotto l’egida del Comitato di studio per le celebrazioni del novantesimo anno dalla morte di Giovanni Boldini (1842-1931). La mostra si inserisce, infatti, nel quadro delle celebrazioni nel novantesimo anno dalla morte di Giovanni Boldini promosse dal Comitato di studio nominato dal Comune di Ferrara e dalla Fondazione Ferrara Arte, presieduto da Vittorio Sgarbi e diretto da Tiziano Panconi. Sono infatti 17 le opere di proprietà del Comune in ‘trasferta’ nel capoluogo emiliano romagnolo. Si tratta di sei dipinti, tra cui un autoritratto giovanile realizzato a soli 14 anni, i dipinti della principessa Eulalia di Spagna (1898) e della contessa de Rasty del 1879, il pianto, una Venezia, e 11 incisioni che compongono praticamente un’intera sezione dell’allestimento bolognese.

“Nessuna moda può piegarlo, Boldini la moda la fa. Consacra la bellezza. Restituisce alle sue donne una bellezza senza fine. È un artista totalmente libero, che sente la vita e la trasmette in pittura”, osserva Sgarbi. “Boldini è ascrivibile all’Olimpo dei grandi geni dell’arte, perché è uno degli ultimi autori che lega la propria ricerca artistica a un senso classico della bellezza. Guardava i maestri dell’antichità. È un artista dal senso estetico senza tempo”, conclude Panconi.