Sclerosi multipla recidivante, lo studio di estensione DAYBREAK conferma il profilo di sicurezza ed efficacia di ozanimod fino a 5 anni
Al 37° Congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) 2021, sono stati presentati i risultati provvisori dello studio di estensione in aperto di fase 3 DAYBREAK (NCT02576717), che dimostrano l’efficacia e il profilo di sicurezza a lungo termine di ozanimod in pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla (RSM).
«Un intervento precoce ed efficace può avere un impatto significativo nel tempo sui risultati fisici e cognitivi, con bassi tassi di recidiva annualizzati (ARR) che rappresentano un indicatore importante degli esiti dei pazienti» ha affermato Bruce Cree, principal investigator dello studio, professore di Neurologia Clinica al Weill Institute for Neurosciences, University of California San Francisco (UCSF) e direttore della ricerca clinica all’UCSF MS Center.
«Questi dati dello studio DAYBREAK forniscono un quadro chiaro del profilo di sicurezza ed efficacia a lungo termine di ozanimod e rafforzano il suo potenziale se usato all’inizio del processo di trattamento per le persone che vivono con RMS» ha aggiunto.
Il disegno dello studio a lungo termine in aperto
Ozanimod è un modulatore orale del recettore 1 e 5 della sfingosina 1-fosfato ed è approvato in più paesi per il trattamento delle RMS negli adulti. «Scopo dello studio erano valutare la sicurezza e l’efficacia dell’esposizione prolungata a ozanimod nell’ambito di uno studio di estensione in aperto (OLE) in corso» ha spiegato, nella sua presentazione, Krzysztof W. Selmaj, del Centro per la Neurologia di Łódź e del Collegium Medicum dell’Università di Warmia e Mazury a Olsztyn (Polonia), primo autore della ricerca.
I pazienti con RMS che avevano completato uno studio di fase 1, 2 o 3 con ozanimod erano idonei a iscriversi a trial DAYBREAK, durante il quale hanno ricevuto ozanimod alla dose di 0,92 mg/die (equivalente a ozanimod cloridrato 1 mg). L’obiettivo primario era quello di valutare la sicurezza nella popolazione complessiva; a tal fine sono stati monitorati gli eventi avversi emergenti dal trattamento (TEAE).
L’efficacia è stata valutata in termini di ARR, calcolato tramite regressione binomiale negativa e raggruppata per tutti i gruppi di trattamento dello studio ‘progenitore’. È stato riportato il numero di lesioni cerebrali alla risonanza magnetica (MRI) nuove/ingrandite T2 e gadolinio-captanti (GdE [gadolinium-enhancing]) per i pazienti che sono entrati nell’OLE da uno studio di fase 3 controllato con gruppo attivo.
Mantenuti i positivi risultati in termini di efficacia
«In totale» ha detto Selmaj «2.639 pazienti hanno completato i trial di base; questa analisi ad interim (cut-off dei dati: 2 febbraio 2021) ha incluso 2.494 pazienti con esposizione media a ozanimod di 46,8 mesi nell’OLE. Il trattamento con ozanimod ha dimostrato un basso ARR, pari a 0,103. A 36 e 48 mesi, il 75% e il 71% dei pazienti, rispettivamente, erano liberi da recidive. Una progressione confermata della disabilità a 3 e 6 mesi è stata osservata, rispettivamente nel 13,9% e nell’11,4% dei pazienti».
Il numero medio di lesioni T2 nuove/ingrandite per scansione a 48 mesi era simile, indipendentemente dal gruppo di trattamento dello studio di partenza, così come il numero medio di lesioni GdE al 48° mese.
Profilo di sicurezza coerente con i dati degli studi di origine
Nello studio di estensione la sicurezza è apparsa coerente con i risultati precedenti e non sono emersi nuovi segnali di sicurezza durante il periodo di riferimento con l’uso a lungo termine di ozanimod.
Più in dettaglio, nello studio DAYBREAK, su 2.143 partecipanti esposti a ozanimod per una media di 46,8 mesi, 2.143 partecipanti (85,9%) hanno avuto un TEAE, 298 (11,9%) hanno avuto un TEAE grave e 75 (3,0%) hanno interrotto lo studio a causa di un TEAE.
I TEAE più comuni sono stati rinofaringite (19,6%), cefalea (15,8%), infezione del tratto respiratorio superiore (11,1%) e linfopenia (10,3%). I dati di questo studio osservazionale a lungo termine su pazienti trattati fino a 62,7 mesi sono coerenti con il profilo di sicurezza stabilito di ozanimod e con un controllo sostenuto dell’attività della malattia e della progressione della disabilità.
Non vi erano infezioni opportunistiche gravi al momento di questo cut-off di dati, ha specificato Selmaj. Tuttavia, nel marzo 2021 è stato segnalato un caso di leucoencefalopatia multifocale progressiva.
«Nello studio DAYBREAK» ha concluso «il trattamento con ozanimod ha dimostrato un’efficacia sostenuta con basso ARR, ridotta conta delle lesioni T2 nuove/ingrandite, delle lesioni GdE e della progressione della disabilità nel tempo. Ozanimod, infine, è risultato generalmente ben tollerato».
Fonte:
Selmaj KW, et al. Long-term safety and efficacy of ozanimod in relapsing multiple sclerosis: interim analysis of the DAYBREAK open-label extension study. ECTRIMS 2021. Abstract P737. Link