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La Biblioteca Marciana di Venezia è uno scrigno di bellezza

La Biblioteca Marciana di Venezia è uno scrigno di bellezza

Da Tiziano a Tintoretto, i tesori della Biblioteca Marciana di Venezia: affacciata sul Palazzo Ducale, nella meravigliosa Piazza San Marco, è considerata la più bella al mondo

Affacciata sul Palazzo Ducale, nella meravigliosa Piazza San Marco, è considerata la biblioteca più bella del mondo, e dall’anno della sua fondazione, il 1468, ha sempre fornito i servizi senza interruzioni. È la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, dove sono conservati oltre 13.000 manoscritti, un milione di volumi stampati e più di 3.000 incunaboli e cimeli unici, come il testamento di Marco Polo. La Biblioteca oggi ospita anche esposizioni permanenti e temporanee, ma bisogna tornare indietro di qualche secolo per ripercorrerne le origini.

LA STORIA DELLA MARCIANA

Attorno alla metà del 1400 il cardinale Bessarione era tra i principali sostenitori dell’unione tra Chiesa d’Oriente e Chiesa d’Occidente. Alla caduta di Costantinopoli – racconta il direttore, Stefano Campagnolo – Bessarione, preoccupato che l’eredità del mondo classico venisse dispersa, fece incetta di quanto riuscì a recuperare e poi lo donò alla Repubblica Serenissima, che impiegò circa 70 anni per realizzare la Biblioteca Marciana“.

L’incarico di realizzare la Biblioteca fu affidato a Jacopo Datti, detto il Sansovino, che pensò a un edificio ispirato ai monumenti romani per accontentare i veneziani che volevano costruire la biblioteca più bella del mondo. Cosa che del resto è testimoniata dalla posizione: di fronte al Palazzo Ducale, per dimostrare l’importanza attribuita dalla Serenissima alla cultura e “rappresentare Venezia come nuova Bisanzio e implicitamente come nuova Roma“. Alla realizzazione lavorarono tutti gli artisti più importanti dell’epoca, da Tintoretto a Paolo Veronese, per arrivare a Tiziano.

La monumentalità della Biblioteca è tale che la scala di ingresso, ricoperta di miniature e simbologie realizzate da Alessandro Vittoria, fu poi replicata all’interno del Palazzo Ducale. Nel vestibolo di ingresso si trova ‘La Sapienza’ di Tiziano, così che la scala rappresenta l’ascesa alla sapienza. Nella sala che un tempo fu biblioteca e che oggi ospita invece esposizioni si trovano 21 tondi allegorici nel soffitto, affidati a sette diversi artisti, tra cui Veronese, mentre le pareti sono dedicate alla serie dei filosofi, tra cui spiccano sei opere del Tintoretto.

Nel 1811 Napoleone trasferì la biblioteca all’interno del Palazzo Ducale, dove rimase per quasi un secolo”, dice ancora il direttore. Nel 1904 la Zecca della Repubblica, edificio adiacente alla Marciana realizzato da Sansovino in pietra per rappresentare la solidità finanziaria della Serenissima, venne riadattato per ospitare la biblioteca, con “una soluzione architettonica poi ripresa in molti altri antichi palazzi veneziani e che deriva da quella che si può vedere alla British Library, ovvero la chiusura del cortile interno che è stato trasformato in una grande sala di lettura degli stampati“.

IL TESORO DEI MANOSCRITTI

Oggi infatti la Marciana è ancora una biblioteca attiva, molto frequentata da studiosi da tutto il mondo, che raggiungono Venezia per consultare gli stampati ma soprattutto i manoscritti, che è possibile visionare in una apposita sala “piccola, raccolta, decorata graziosamente”. Del resto “i manoscritti rappresentano il nucleo del tesoro marciano. Sono divisi per nuclei: greci, latini, italiani, orientali, franco-veneti, musicali”, e comprendono opere inestimabili come i due manoscritti principali dell’Iliade di Omero. Libri e manoscritti non sono le uniche rarità che si possono ammirare alla Marciana, che gode in effetti del titolo di biblioteca museo grazie a una raccolta di cimeli tra cui il testamento di Marco Polo, “unico documento relativo alla vita dell’esploratore”, e la mappa di Fra Mauro, ovvero “la mappa del mondo più antica, importante e conosciuta”.

UNA ESPOSIZIONE DEDICATA ALLE MAPPE

Attorno a quest’ultima ruota la nuova esposizione permanente della Marciana, incentrata su geografia, mappe e carte. A complemento dell’esposizione, “insieme all’Accademia delle Belle Arti e alle Università del territorio stiamo realizzando una nuova tiratura di una mappa cinquecentesca di cui possediamo le matrici, utilizzando le antiche tecniche”, spiega Campagnolo. Gli esemplari così realizzati saranno poi venduti all’asta e il ricavato, insieme a quello della bigliettazione dell’attività espositiva “aperta al contemporaneo”, che vede la collaborazione con la Biennale d’Arte, aiutano a “sostenere le attività proprie della biblioteca, ovvero i servizi bibliotecari a un pubblico internazionale, la digitalizzazione del patrimonio e il suo restauro, che è la nostra missione principale”.

Il reportage, che fa parte del progetto Biblioteche d’Italia, è realizzato dal ministero guidato da Dario Franceschini insieme all’Agenzia di stampa Dire (www.dire.it). Il documentario è online sul nuovo profilo Instagram @bibliotecheditalia: https://www.instagram.com/tv/CVkM-rYtY5u/?utm_medium=copy_link.

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