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Million Dollar Vegan: 14 giorni di solidarietà alimentare vegetale

vegani vegetali

Million Dollar Vegan organizza 14 giorni di solidarietà alimentare vegetale in tutto il mondo in concomitanza con il World Vegan Month e il Cop26 sul clima di Glasgow

La ONG internazionale Million Dollar Vegan ha lanciato 14 giorni di iniziative di solidarietà alimentare vegetale in altrettanti paesi nel mondo, legati a 14 motivi per cui una scelta plant-based è la scelta migliore per il pianeta, per il clima, per la salute umana e ambientale, per il futuro.

Il gruppo, già noto per aver sfidato il Papa e l’ex presidente USA Donald Trump a diventare vegan per un mese a fronte di una donazione benefica di 1 milione di dollari, distribuirà circa 60.000 pasti vegetali fra Argentina, Brasile, Messico, Stati Uniti, Spagna (inclusa una iniziativa speciale su base continuativa per offrire sostegno alle comunità colpite dall’eruzione a Las Palmas), Francia, Regno Unito, Italia, Ungheria, Emirati Arabi Uniti, Kenya, Uganda, India e Indonesia.

L’iniziativa rientra nel progetto di distribuzione del milione di pasti vegetali che ha preso il via nel maggio 2020 e che con le donazioni di novembre supererà i 600.000 pasti già consegnati.

L’iniziativa di Million Dollar Vegan assume un significato ancora più importante per la concomitanza con il convegno sul clima di Glasgow, il COP26”, commenta Stefania Rivetti, Campaign Manager per l’Italia. “Ci aspettiamo sempre grandi decisioni per il futuro del pianeta, senza renderci conto che ognuno di noi può fare la differenza semplicemente cambiando la propria alimentazione”.

Sono infatti innumerevoli gli studi scientifici che sottolineano l’impatto climatico dell’attuale sistema alimentare, con particolare riferimento all’insostenibilità degli alimenti di origine animale: già nel 2018 uno studio di Poore e Nemececk (Università di Oxford) aveva rilevato che anche il più sostenibile latte vaccino ha un impatto ambientale assai più devastante del meno sostenibile “latte” di soia. E l’Università di Lund, in Svezia, ha indicato che un’alimentazione plant-based risparmia il quadruplo delle emissioni di gas serra rispetto al corretto riciclaggio dei rifiuti.

Attraverso la nostra campagna mondiale di solidarietà alimentare vegetale”, prosegue Rivetti, “vogliamo sottolineare quanto un cambiamento verso una dieta plant-based sia non soltanto una scelta di grande responsabilità individuale per la nostra salute, per il pianeta e per il futuro dei nostri figli, ma ci permetterebbe anche una più equa distribuzione delle risorse alimentari verso quegli 820 milioni di individui che non hanno di che mangiare.”

L’iniziativa legata al World Vegan Month – il Mese Mondiale Vegan – in Italia prevede una serie di giornate informative presso il santuario Agripunk, sito in Val d’Ambra, in Toscana, scelto perché nato dalle ceneri di un ex allevamento intensivo di tacchini e perché profondamente coinvolto in un movimento diffuso, in collaborazione con le comunità locali, per chiudere i rimanenti allevamenti intensivi ancora attivi in un’area dall’altissimo valore paesaggistico e dall’altrettanto alto potenziale per l’indotto turistico.

Diverse indagini – fra cui quella ISPRA in collaborazione con Greenpeace relativa alla Lombardia – sottolineano il legame fra inquinamento atmosferico da polveri sottili e allevamenti intensivi, con un conseguente danno non solo per l’ambiente (inquinamento dell’acqua e del suolo), ma anche per le vie respiratorie e la salute dei cittadini.

Gli allevamenti e la zootecnia in generale”, aggiunge Isabel Siano, Campaign Manager per il Brasile “sono responsabili dell’80% della deforestazione amazzonica, e parliamo solo della creazione di nuovi terreni per i pascoli. Questi dati non includono la deforestazione necessaria per coltivare la soia destinata ai mangimi: pensate che oltre 19 mila ettari servono solo per coltivare le derrate necessarie agli allevamenti intensivi di maiali per l’Irlanda del Nord”.

Anche l’Italia contribuisce pesantemente alla deforestazione in Brasile, e non solo a quella legale. Uno studio pubblicato su Science nel luglio 2020, infatti, sostiene che almeno il 20% della soia e il 17% delle carni esportate dal Brasile verso l’UE provengono da territori deforestati illegalmente. Uno studio della ONG londinese Earthsight aveva calcolato che le importazioni di carne di manzo dal Brasile verso l’Europa corrispondevano a 21 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra, e che il principale importatore – e quindi contribuente – era proprio l’Italia.

Quando iniziamo il percorso verso un’alimentazione responsabile, sostenibile, gentile, sana”, conclude Stefania Rivetti, “diventa naturale iniziare anche un percorso di conoscenza e approfondimento, che ci porta a comprendere come sia tutto collegato, e che ogni nostra scelta, soprattutto quando parliamo di scelte alimentari, ha conseguenze che vanno ben al di là del nostro piatto”.

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Di seguito l’elenco delle 14 iniziative e dei 14 “motivi” per la scelta vegan:

– Vegan è per tutti: pasti vegetali donati alle 3 scuole vegan del Kenya

– Vegan sa di buono: pasti vegetali distribuiti a comunità emarginate in Cardiff, Galles (UK)

– Vegan è sostenibile: dolci vegetali e pasti completi donati a diverse comunità in Brasile

– Vegan è speranza: dolci tradizionali in chiave vegan donati in occasione della festività di Diwali, la festa della luce, nella città di Kolhapur, nel Maharashtra

– Vegan è giustizia: pasti vegetali donati a famiglie sfollate per l’eruzione del vulcano nelle Canarie, oltre a centinaia di pasti distribuiti ad un banco alimentare a Toledo

– Vegan è sicuro: distribuzione di un tradizionale stufato, Pozales, e di “pan de muerto” in Messico, in due comunità pesantemente colpite dalla pandemia nel Michoacán

– Vegan è compassione: distribuzione di pasti vegetali a comunità di rifugiati e senzatetto a Parigi, in Francia

– Vegan è nutriente: iniziativa di solidarietà alimentare negli Emirati Arabi Uniti con distribuzione di pasti vegetali a strutture sanitarie e operatori medici a Dubai

– Vegan è responsabilità: versione vegetale di un piatto tradizionale ungherese distribuita ai residenti e allo staff di due case di riposo

– Vegan è futuro: un laboratorio di cucina vegetale per circa 500 bambini in Argentina

– Vegan è conoscenza: 3 giorni di eventi, conferenze e laboratori presso il santuario per animali liberati Agripunk, in Italia

– Vegan è per il mondo: distribuzione pasti vegetali in Uganda, per famiglie e orfanotrofi

– Vegan è amore: pranzo vegetale e visita al santuario statunitense “Farm Sanctuary” in California con 50 bambini e giovani di diverse età

– Vegan fa la differenza: distribuzione di pasti vegetali, sostenibili, a basso impatto e a km0, preparati da “Crisis Kitchen” in Indonesia

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