Il Cnr ha validato un dispositivo in grado di diagnosticare la presenza del virus SARS-CoV-2 analizzando campioni di condensato dell’aria espirata
Uno studio dell’Istituto di chimica biomolecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Icb) ha validato un dispositivo in grado di diagnosticare la presenza del virus SARS-CoV-2 analizzando campioni di condensato dell’aria espirata (EBC). Lo studio svolto in collaborazione con gli Istituti clinici scientifici Maugeri IRCCS, sede di Telese Terme (BN) e il Dipartimento di medicina respiratoria dell’Ospedale Covid di Boscotrecase (NA) è stato pubblicato su Sensors.
“Utilizzando un dispositivo diagnostico portatile che tramite un sensore elettrochimico integra la raccolta di condensato dell’aria espirata con una piattaforma per il rilevamento di SARS-CoV-2, abbiamo verificato la sensibilità, la specificità (rispettivamente del 92,3% e del 98,9%) e la rapidità (meno di 6 minuti) nel diagnosticare la presenza del virus”, spiega Andrea Motta del Cnr-Icb. “La raccolta del condensato non richiede la manipolazione del campione, in quanto viene raccolto dal dispositivo modificato (Inflammacheck®) attraverso la respirazione, rendendo questa indagine non invasiva e di facile esecuzione. La procedura presenta altri vantaggi, per esempio un basso rischio di diffusione virale e/o contaminazione ambientale e una formazione minima del personale”.
I test attualmente utilizzati per l’identificazione del virus sono di tre tipi. “Quelli molecolari (tampone oro-naso-faringeo) utilizzati per la ricerca di RNA virale, con la più alta sensibilità e specificità; antigenici (un tampone naso-faringeo) che consente la ricerca delle proteine virali (antigeni), il semi-rapido rispetto al molecolare ha tempi di risposta inferiori, sensibilità e specificità quasi sovrapponibili, mentre quello rapido, utilizzato prevalentemente ai fini di screening, ha sensibilità e specificità inferiori ai tamponi molecolari e antigenici semi-rapidi; il test sierologico (prelievo di gocce di sangue o venoso) verifica la presenza di anticorpi nel sangue e l’esposizione al virus, ma non conferma l’eventuale infezione in atto”, conclude il ricercatore. “Per l’identificazione del virus vengono utilizzati anche test molecolari salivari, che rispetto al tampone hanno il vantaggio di utilizzare un campione ottenuto in maniera non invasiva con risposte rapide e a basso costo ma affidabilità inferiore”.
Allo studio hanno contribuito Debora Paris del Cnr-Icb, Mauro Maniscalco, Pasquale Ambrosino, Anna Ciullo, Salvatore Fuschillo e Valerio Valente degli Istituti clinici scientifici Maugeri IRCCS, sede di Telese Terme (BN), Carlo Gaudiosi, Raffaele Cobuccio e Francesco Stefanelli del Dipartimento di medicina respiratoria dell’Ospedale Covid di Boscotrecase (NA).
Nell’immagine sopra: Meccanismo di funzionamento dell’Inflammacheck®. L’aria espirata si condensa su una parete raffreddata (1) per poi fluire verso il sensore (2), dove il virus trasportato dal condensato si lega (3). Infine i dati raccolti vengono analizzati (4) per diagnosticare la presenza o l’assenza del SARS-CoV-2 (5).
La scheda
Chi: Cnr-Icb
Che cosa: Articolo “A Rapid Antigen Detection Test to Diagnose SARS-CoV-2 Infection Using Exhaled Breath Condensate by A Modified Inflammacheck® Device. Sensors (Basel). 2021 Aug 25;21(17):5710. doi: 10.3390/s21175710. PMID: 34502603; PMCID: PMC8434102.”