I dati dello studio OnCOVID hanno evidenziato la permanenza di sintomatologia respiratoria, fatigue e difficoltà cognitive e psicologiche dopo un’infezione acuta
Lo studio OnCOVID ha evidenziato la permanenza di sintomatologia respiratoria, fatigue e difficoltà cognitive e psicologiche dopo un’infezione acuta da SARS-CoV-2, con effetti sulla sopravvivenza e sugli esiti oncologici dopo la guarigione
I postumi dell’infezione da SARS-CoV-2 (COVID-19) sono recentemente emersi come una delle principali incognite dell’era della pandemia, dopo che sono state raccolte ulteriori prove sull’impatto della sindrome acuta di COVID-19 e sull’efficacia della vaccinazione nei pazienti oncologici. I risultati dello studio OnCOVID, presentati al Congresso ESMO 2021, indicano che i postumi del COVID-19 compromettono la sopravvivenza e gli esiti a lungo termine, colpendo, dopo la guarigione, più del 15% dei pazienti affetti da cancro (partendo da 1.557 pazienti sopravvissuti al COVID-19).
Il malessere persistente dopo l’infezione acuta di COVID-19 – chiamato long COVID, sindrome post COVID acuta o malattia post-COVID-19 – è oggetto di preoccupazione per tutti gli operatori sanitari, compresi gli oncologi medici, poiché rimangono senza risposta molti interrogativi sull’impatto a lungo termine su prognosi e cura del cancro dopo il COVID-19. Nello studio, condotto nel Regno Unito dall’Imperial College di Londra tra il 27 febbraio 2020 e il 14 febbraio 2021, i ricercatori riferiscono che ad un follow up mediano post-COVID-19 di 128 giorni, i postumi erano associati a un aumento del 76% del rischio di morte (hazard ratio [HR] 1,76; IC 95%: 1,16 – 2,66), dopo aggiustamento per sesso, età, comorbilità, caratteristiche tumorali, terapie anticancro e severità dell’infezione di COVID-19.
I postumi comprendevano sintomatologia respiratoria (49,6%), fatigue (41,0%) e problematiche neuro-cognitive (7,3%), con effetti persistenti significativamente più comuni tra gli uomini di età ≥ 65 anni, in pazienti con almeno due comorbilità e in quelli con storia di fumo di sigaretta. I pazienti precedentemente ricoverati in ospedale per COVID-19, con previe complicanze da COVID-19 o che erano stati sottoposti a terapia contro il COVID-19, avevano maggiori probabilità di manifestare postumi post-COVID-19.
Per quanto riguarda la gestione della malattia oncologica, il 14,8% dei 471 pazienti in cura con terapie sistemiche antitumorali (SACT) al momento della diagnosi di COVID-19 ha dovuto sospendere definitivamente la terapia. Questo era associato ad un aumento 3,5 volte maggiore del rischio di morte (HR 3,53; IC 95%: 1,45 – 8,59).
Il motivo principale dell’interruzione della terapia era il peggioramento del performance status (nel 61,3% dei pazienti). Tuttavia, non si è verificata alcuna conseguenza sulla sopravvivenza dagli adeguamenti di dose/regime delle terapie sistemiche anticancro, riportata nel 37,8% dei pazienti. Gli aggiustamenti sono stati effettuati principalmente per evitare l’accesso in ospedale (25,8%), l’immunosoppressione (50,0%) o eventi avversi (19,1%).
Il completamento dello studio OnCOVID è previsto nel 2022, quando saranno disponibili maggiori informazioni sull’impatto del COVID-19 sul trattamento e sugli esiti dei pazienti oncologici.