Covid, nuovo balzo dei contagi anche in Italia: sono oltre 10mila come lo scorso maggio, 72 i nuovi decessi e le terapie intensive allarmano
Sono 10.172 i nuovi casi di positività al Covid-19 (ieri erano stati 7.698) e 72 i decessi (ieri 74), registrati in Italia nelle ultime 24 ore. È quanto emerge dal bollettino odierno del ministero della Salute. Dall’inizio della pandemia sono 4.883.242 le persone che hanno contratto il virus Sars-CoV-2, mentre da febbraio 2020 il numero totale delle vittime è pari a 132.965. Sono invece complessivamente 4.623.192 le persone guarite o dimesse, mentre sono in tutto 127.085, pari a +3.689 rispetto a ieri (+2.521 il giorno prima), le persone attualmente positive.
Compresi quelli molecolari e gli antigenici, sono stati 537.765 i tamponi totali effettuati, dunque 146.945 in meno rispetto ai 684.710 processati ieri. Il tasso di positività, ieri all’1,1%, sale all’1,9% (l’approssimazione di 1,89%). Sul fronte sanitario crescono anche le degenze: sono +90 (ieri +162), per un totale di 4.060 ricoverati, i posti letto occupati nei reparti Covid ordinari. Sono, invece, +5 (ieri +6) i posti letto occupati in terapia intensiva: il totale dei malati più gravi raggiunge quota 486, con 39 ingressi in rianimazione (ieri 41).
I tassi di ricovero per regione: preoccupano Friuli e Marche
Al momento, spiega la Dire (www.dire.it), tutte le nostre regioni rimangono in zona bianca ma alcune potrebbero presto tornare a tingersi di giallo. È il caso, ad esempio, del Friuli Venezia Giulia, sotto la lente di ingradimento anche per quanto riguarda i ricoveri in ospedale, sia nei reparti ordinari, sia in quelli di terapia intensiva.
L’occupazione dei posti letto all’interno dei nosocomi rappresenta, infatti, uno dei parametri che determinano l’eventuale passaggio in una fascia di rischio più alta e, di conseguenza, il cambio del proprio colore: per la terapia intensiva la soglia critica è 10%, percentuale che sale al 15%per quanto riguarda i reparti ordinari. Secondo gli ultimi dati aggionati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), la situazione peggiore si registra, dunque, in Friuli Venezia Giulia, dove la percentuale di ricoverati positivi in terapia intensiva rispetto ai posti disponibili è del 14%. Una percentuale che scende al 13% nei reparti ordinari. Sul secondo gradino del podio di questa non invidiabile classifica ci sono le Marche, dove le terapie intensive sono occupate al 10% e i reparti ordinari al 7%. Non va meglio nella provincia autonoma di Bolzano, dove l’occupazione delle terapie intensive è pari al 9% e quella nei reparti ordinari si attesta al 14%.
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‘Cucchiaio di legno’ per il Lazio, dove sono occupate all’8% le terapie intensive e al 9% i reparti ordinari. A seguire l’Abruzzo, regione che fa registrare il 7% sul fronte delle occupazioni delle terapie intensive ed il 6% nell’ambito dei reparti ordinari. Reparti di terapia intensive occupati al 6% e reparti ordinari al 12% in Calabria, mentre in Umbria le terapie intensive ed i reparti ordinari sono occupati al 6%. Stessa percentuale per l’occupazione posti letto nelle terapie intensive del Veneto e della Toscana, dove i reparti ordinari sono occupati al 5%.
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Secondo i dati di Agenas, le terapie intensive in Sicilia registrano una percentuale di occupazione pari al 5% e i reparti ordinari al 10%. Se in Liguria le terapie intensive sono occupate al 5% e i reparti ordinari al 6%, in Emilia-Romagna i reparti di terapia intensiva ed i reparti ordinari sono occupati al 5%. Scendendo in Campania le terapie intensive sono occupate al 4% e i reparti ordinari al 9%, mentre in Puglia le terapie intensive fanno registrare un tasso di occupazione pari al 4% e i reparti ordinari al 6%. Sono invece occupati al 4% i reparti di terapia intensive ed al 5% quelli ordinari nella provincia autonoma di Trento, mentre analizzando i dati della Sardegna emerge che le terapie intensive sono occupate al 4% e i reparti ordinari al 3%.
Percentuali di occupazione del 3% e dell’8% per quanto riguarda, rispettivamente, le terapie intensive ed i reparti ordinari della Valle d’Aosta e della Lombardia. In Piemonte le terapie intensive registrano un’occupazione del 3%, percentuale che sale al 5% se si considerano i reparti ordinari. Terapie intensive occupate al 3% e reparti ordinari all’1% in Molise, mentre in Basilicata le intensive sono occupate all’1% ed i reparti ordinari raggiungono quota 7%.