AICPE: i trattamenti di chirurgia estetica più richiesti quest’anno in Italia sono quelli per rinfrescare il contorno occhi, migliorare la jawline e la zona sottomento
Il viso si conferma il protagonista delle attenzioni estetiche dei pazienti e di conseguenza dei medici che si occupano di chirurgia estetica: lo confermano le riflessioni emerse all’8° Congresso Nazionale AICPE, che ha riunito a Firenze alcune settimane fa i Soci dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica.
Milioni di persone durante i lockdown dello scorso anno si sono concentrate maggiormente sull’aspetto del proprio volto, complici la maggiore esposizione ai social media e l’utilizzo di video call e video riunioni per collaborare a distanza. La richiesta di interventi per correggere gli inestetismi del viso è rimasta inaspettatamente invariata nel corso della pandemia e nel caso di alcune pratiche chirurgiche ha perfino subìto un incremento: una su tutte la blefaroplastica, che ha registrato un aumento delle richieste intorno al 20% nel primo semestre del 2021.
Sono almeno 20 i trattamenti più o meno invasivi utili a migliorare l’aspetto del viso contrastando lassità e svuotamento legati all’aging, oppure per correggere inestetismi con i quali non ci si sente a proprio agio. Solo il chirurgo estetico potrà dare la giusta indicazione su quale sia il percorso da seguire, dopo un’attenta valutazione delle caratteristiche specifiche di ogni viso e delle aspettative del paziente.
La chirurgia rigenerativa per esempio, che consiste nel trapianto di cellule e tessuti del paziente stesso da una sede a un’altra, è una valida alternativa agli iniettivi (botox e acido ialuronico) e viene sempre più spesso impiegata nella ridefinizione dei volumi del viso, anche in combinazione con altre pratiche chirurgiche come blefaroplastica o lifting. Il fat-grafting consiste in un trapianto autologo di tessuti ricchi di cellule adipose (prelevati da addome o fianchi) e cellule staminali che permette di rimpolpare le zone svuotate del viso e promuove la rigenerazione cellulare nella sede di trapianto.
La zona più difficile da trattare è quella che si definisce terzo inferiore del volto – che comprende il tratto cervico-mandibolare, mento e zona periorale – insieme alla parte superiore del collo poiché in questa sede i trattamenti non invasivi, come iniettivi, laser, radiofrequenze e fili di sospensione, offrono risultati transitori e in alcuni casi anche poco soddisfacenti.
Per intervenire con risultati duraturi sulla zona del terzo inferiore del viso e sul collo si deve ricorrere al percorso chirurgico. Le tecniche per migliorare l’aspetto della linea mandibolare (o jawline) e per contrastare la discesa dei tessuti molli vesso il basso si è molto evoluta negli ultimi anni, tanto da permettere oggi di raggiungere risultati estremamente naturali e soprattutto duraturi nel tempo.
Gli interventi che consentono di correggere tali inestetismi nel modo migliore sono il lifting cervico facciale deep-plane completo o il mini-lifting facciale. Il mini-lifting differisce da quello completo principalmente perché prevede uno scollamento di porzioni meno estese di tessuti, il che comporta una permanenza più breve in sala operatoria (circa un’ora) e può essere effettuato in anestesia locale. Consente di migliorare la jawline e il terzo superiore del collo, con un decorso post operatorio relativamente rapido: i punti si tolgono dopo 10 giorni.
“Questa definizione però non deve trarre in inganno” – sottolinea il Dott. Pierfrancesco Cirillo, Presidente di AICPE – “mini non significa ‘non invasivo’ o da prendere alla leggera. Semplicemente, in presenza di modesta lassità cutanea, è possibile scegliere questa opzione per migliorare l’aspetto dell’area mandibolare e sotto-mentoniera, con un intervento più veloce in termini di esecuzione e tempi di recupero, rispetto al lifting completo. Ma si tratta pur sempre di un intervento chirurgico, che può essere effettuato solo da mani esperte, in ambienti sicuri e alla presenza di un anestesista. Non esistono lifting della pausa pranzo.’
L’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), la prima in Italia dedicata esclusivamente all’aspetto estetico della chirurgia, è nata nel settembre 2011 con lo scopo di promuovere la formazione e la pratica in chirurgia plastica estetica favorendo uno scambio di conoscenze tra i chirurghi qualificati. Ad AICPE, gemellata con l’American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), la più importante società di chirurgia estetica al mondo, con l’International Society for Aesthetic and Plastic Surgery (ISAPS) e con l’European Association of Society of Aesthetic and Plastic Surgery (EASAPS) hanno aderito oltre 350 chirurghi in tutta Italia. Membri di AICPE possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, che aderiscono ad un codice etico e di comportamento da seguire fuori e dentro la sala operatoria. Scopo di AICPE è tutelare pazienti e chirurghi plastici disciplinando l’attività professionale, rappresentare i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e promuoverne la preparazione culturale e scientifica.