Tumore al polmone non a piccole cellule: parere europeo positivo per amivantamab per pazienti con mutazioni da inserzione dell’esone 20 dell’EGFR
Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) ha adottato un parere positivo, raccomandando il rilascio di un’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata per il medicinale amivantamab, destinato al trattamento di pazienti adulti con cancro del polmone non a piccole cellule (NSCLC) con mutazioni di inserzione dell’esone 20 del recettore del fattore di crescita epidermico attivante (EGFR), dopo il fallimento della terapia a base di platino.
Sviluppato da Janssen, amivantamab è un anticorpo monoclonale bispecifico che agisce sulle mutazioni attivanti e di resistenza dell’EGFR e di MET, così come sulle amplificazioni di MET, attraverso tre meccanismi di attività dimostrati. Il nuovo agente agisce sulle cellule tumorali per trogocitosi, o “rosicchiamento cellulare”, dei macrofagi e delle cellule Natural Killer e mediante degradazione del recettore attraverso la via lisosomiale.
Legandosi il sito extracellulare del dominio dei recettori, amivantamab può aggirare la resistenza primaria e secondaria dei TKI a livello del sito attivo.
Mutazione dell’esone 20 di EGFR
Il cancro ai polmoni è il tipo di cancro più comune e la principale causa di decessi legati al cancro in tutto il mondo, con il cancro ai polmoni non a piccole cellule che rappresenta l’80%-85% di tutti i tumori ai polmoni, secondo l’American Cancer Society. Dal 2% al 3% dei pazienti con cancro ai polmoni non a piccole cellule avrà mutazioni di inserzione dell’esone 20 dell’EGFR, che sono un gruppo di mutazioni su una proteina che causa una rapida crescita delle cellule, e di conseguenza, aiuta il cancro a diffondersi. Le mutazioni di inserzione dell’esone 20 di EGFR sono il terzo tipo più comune di mutazione di EGFR.
Studio registrativo
I ricercatori hanno valutato l’efficacia di amivantamab in uno studio di fase I denominato CHRYSALIS condotto su 81 pazienti con cancro del polmone non a piccole cellule e mutazioni dell’inserzione dell’esone 20 di EGFR, la cui malattia era progredita con o dopo la chemioterapia a base di platino. Si tratta del primo studio sull’uomo, in aperto, multi-coorte, multicentrico che valuta la sicurezza, la farmacocinetica e l’efficacia di amivantamab in pazienti adulti con NSCLC avanzato, sia come monoterapia sia in combinazione con lazertinib- un inibitore della tirosin chinasi dell’EGFR (TKI-EGFR) di terza generazione.
Il risultato principale misurato è stato il tasso di risposta globale (proporzione di pazienti il cui tumore è distrutto o ridotto da un farmaco). Nella popolazione dello studio in cui tutti i pazienti hanno ricevuto amivantamab, il tasso di risposta globale è stato del 40%. La durata mediana della risposta è stata di 11,1 mesi, con il 63% dei pazienti con una durata della risposta di 6 mesi o più.
Gli effetti collaterali più comuni di amivantamab includono rash, reazioni legate all’infusione, infezioni della pelle intorno alle unghie delle mani o dei piedi, dolori muscolari e articolari, mancanza di respiro, nausea, affaticamento, gonfiore nella parte inferiore delle gambe o delle mani o del viso, piaghe in bocca, tosse, costipazione, vomito e cambiamenti in alcuni esami del sangue.
Amivantamab deve essere sospeso se i pazienti sviluppano sintomi di malattia polmonare interstiziale e definitivamente interrotto se la malattia polmonare interstiziale è confermata.
I pazienti che prendono il farmaco devono limitare l’esposizione al sole durante e per due mesi dopo il trattamento. amivantamab può causare problemi alla vista. Può anche causare danni al feto se somministrato a una donna incinta; pertanto, lo stato di gravidanza delle donne con potenziale riproduttivo deve essere confermato prima di iniziare il trattamento.