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Sclerosi multipla: nuovi dati su tolebrutinib

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Sclerosi multipla: nuovi dati a lungo termine rafforzano il profilo di sicurezza e di efficacia di tolebrutinib, inibitore della tirosin-chinasi di Bruton

Tolebrutinib, un inibitore orale sperimentale della tirosin-chinasi di Bruton (BTK) sviluppato da Sanofi, ha dimostrato una tollerabilità favorevole nella fase di estensione a lungo termine di un anno (LTS) della Fase 2b in pazienti con forme recidivanti di sclerosi multipla (SMR). I risultati hanno mostrato che, dopo 48 settimane di trattamento, tolebrutinib ha ridotto l’attività della malattia alla risonanza magnetica (RM). Questi dati sono stati presentati come ePosters al 37° Congress of the European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS).

Tolebrutinib è un inibitore sperimentale della tirosin-chinasi di Bruton che raggiunge, nel LCR, le concentrazioni necessarie per un’azione mirata sui linfociti B e sulle cellule microgliali, modulando la neuroinfiammazione. Tolebrutinib è in fase di sperimentazione in studi clinici di fase 3 per il trattamento delle forme recidivanti di sclerosi multipla (SMR), di sclerosi multipla secondariamente progressiva non recidivante (SM-SP nr) e di sclerosi multipla primariamente progressiva (SM-PP). La sua sicurezza ed efficacia non sono ancora state confermate da nessuna autorità regolatoria al mondo.

“Comprendere la capacità di una terapia che penetra nel sistema nervoso di rallentare il corso della malattia può potenzialmente portare nuove speranze alle persone che soffrono di una forma di sclerosi multipla particolarmente difficile da trattare. Sono quasi vent’anni che Sanofi persegue la sua ricerca per trovare nuove opzioni di trattamento per questi pazienti”, dice Erik Wallström, M.D., Ph.D., Therapeutic Area Head, Neurology Development di Sanofi.

Il 98% (122/125) dei pazienti trattati nello studio di estensione a lungo termine (LTS) della fase 2b è rimasto fino alla 48ma settimana. Lo studio di estensione è stato disegnato per valutare la sicurezza di tolebrutinib e ha fornito l’opportunità di valutare i parametri di efficacia e i risultati della risonanza magnetica. L’LTS consisteva nella Parte A, un periodo di trattamento in doppio cieco in cui i pazienti hanno continuato la stessa dose di tolebrutinib somministrata nello studio di dose-finding  (5, 15, 30 o 60mg al giorno) e nella Parte B, in cui tutti i partecipanti sono passati alla compressa da 60mg (5/60mg, 15/60mg, 30/60mg, 60/60mg), che è la dose che viene testata nella sperimentazione di Fase 3.

“I risultati hanno dimostrato sicurezza ed efficacia favorevoli per tolebrutinib, e quasi tutti i pazienti sono rimasti in terapia a un anno nello studio di estensione a lungo termine”, dice Anthony Traboulsee, M.D., professore e Research President, della MS Society of Canada all’Università della British Columbia e ricercatore dello studio di estensione di Fase 2b. “Valutare l’impatto che gli inibitori BTK possono avere sulla prevenzione dell’accumulo di disabilità è fondamentale per comprendere le esigenze delle persone che vivono con la SM. Questi risultati a lungo termine di tolebrutinib rafforzano il suo potenziale come nuova opzione di trattamento per i pazienti con SM”.

Risultati di sicurezza ed efficacia

Risultati della risonanza magnetica
Alla 48ma settimana dello studio di estensione il numero medio di nuove lesioni captanti gadolinio  è rimasto basso (<0,4) per il braccio da 60/60mg. I pazienti che sono passati a 60mg nella parte B (settimane 15-47) dello studio di estensione hanno sperimentato una riduzione delle lesioni captanti gadolinio, avvicinandosi ai valori osservati nel braccio di trattamento 60/60mg.

L’azienda ha anche presentato dati sull’effetto di tolebrutinib sulla microglia umana che sostengono la sua capacità di modulare i processi neuroinfiammatori direttamente nel sistema nervoso centrale (SNC). I dati di questo studio hanno ampliato i risultati precedenti effettuati sulle cellule microgliali del topo a dimostrazione che il signaling infiammatorio BTK-dipendente nella microglia umana e nelle tri-culture può essere modulata usando tolebrutinib in vitro. Questa ricerca contribuisce a una migliore comprensione del signaling di BTK nella neuroinfiammazione e di come gli inibitori BTK abbiano come target la neuroinfiammazione che si ritiene contribuisca alla progressione della disabilità nelle persone con SM.

Sulla base delle informazioni pubbliche disponibili, tolebrutinib è l’unico inibitore BTK in sviluppo per la SM ad aver dimostrato di modulare direttamente la microglia.

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