Clostridioides difficile: cura con microbiota efficace


Infezione ricorrente da Clostridioides difficile: sempre più efficace la terapia a base di microbiota secondo nuovi dati scientifici

Clostridioides difficile

Un farmaco sperimentale basato sul microbiota, in siglia CP101, ha ripristinato la diversità del microbioma intestinale ed è stato efficace sui pazienti con infezione ricorrente da Clostridioides difficile. È quanto emerge da uno studio presentato all’ACG Annual Scientific Meeting di Las Vegas.

L’infezione da C. difficile purtroppo si ripresenta, è ricorrente, con gli standard di cura attuali a base di antibiotici, e rimane un onere significativo per il sistema sanitario.

“Le linee guida per il trattamento raccomandano gli antibiotici come standard di cura; tuttavia, queste terapie hanno un forte impatto sul microbioma compromettendo la resistenza alla colonizzazione” sottolinea Jessica R. Allegretti, gastroenterologo e direttore del programma di trapianto fecale per C. difficile ricorrente presso il Brigham and Women’s Hospital e professoressa di medicina presso la Harvard Medical School di Boston. “Pertanto, abbiamo un disperato bisogno di nuove terapie per migliorare il recupero del microbioma, misurato dall’aumento della diversità del microbioma, e migliorare la resistenza alla colonizzazione” aggiunge.

PRISM3 è uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato con placebo che ha valutato 198 pazienti provenienti da 51 centri negli Stati Uniti che hanno ricevuto antibiotici come standard di cura per il C. difficile ricorrente.
Dopo un periodo di washout di 2 giorni, i pazienti hanno ricevuto una dose orale una tantum di CP101 (n=101) o placebo (n=96) senza preparazione intestinale.

L’endpoint studiato era la cura clinica sostenuta alla settimana 8; è stata misurata la diversità del microbioma intestinale al basale, alla settimana 1 e alla settimana 8 utilizzando il sequenziamento dell’amplicone del gene rRNA 16S.
Rispetto al placebo, i pazienti trattati con CP101 hanno dimostrato un miglioramento nella cura clinica sostenuta (74,5% vs 61,5%; p=0.0488) nonché una maggiore diversità alfa che è stata rapida e sostenuta nel tempo (settimana 1: p<0.001; settimana 8: p<0.0001). Un aumento della diversità del microbioma alla settimana 1 è correlato a una cura clinica prolungata fino alla settimana 8.

“I risultati positivi di PRISM3 sono importanti ed entusiasmanti perché ci avvicinano di un passo alla possibilità di avere una terapia conveniente, somministrata per via orale, in grado di prevenire le recidive di C. difficile ripristinando un microbioma intestinale diversificato a seguito dell’uso di antibiotici”, sottolinea Allegretti.

“Se da un lato gli antibiotici sono utili per il trattamento di un’infezione attiva da C. difficile, purtroppo impattano anche sul microbioma intestinale e la sua capacità di combattere l’espansione di agenti patogeni come C. difficile. Il microbioma va considerato come un qualsiasi altro organo, se viene danneggiato, c’è bisogno di un modo per ripararlo e ripristinare la sua funzione”.

Dati presentati all’ACG parlano di un’efficacia fino alla settimana 24, con il 73,5% dei partecipanti nel braccio CP101 (n=102) che ha sperimentato una cura clinica prolungata (definita come assenza di recidiva di CDI) fino alla settimana 24 rispetto al 59,4% nel braccio placebo (n=96) ( p=0.0347).
CP101 ha mostrato un profilo di sicurezza favorevole fino alla settimana 24, con tassi simili di eventi avversi ed eventi avversi correlati al trattamento sia nel braccio CP101 che nel braccio placebo. Non sono stati segnalati eventi avversi gravi correlati al farmaco nel braccio CP101 fino alla settimana 24.
Un altro poster presentato sempre all’ACG ha evidenziato che il trattamento con CP101 in PRISM3 ha portato a un attecchimento significativo alla settimana 1 quindi alla presenza di microbi specifici per CP101 che hanno colonizzato il tratto gastrointestinale dei partecipanti.

L’attecchimento di CP101 è stato associato a una cura clinica prolungata in PRISM3. Tra i partecipanti a PRISM3 con attecchimento riuscito alla settimana 1 dopo la somministrazione di CP101, il 96,0% ha ottenuto una cura clinica prolungata alla settimana 8, mentre l’attecchimento non riuscito ha determinato un tasso di guarigione clinica sostenuto del 54,2%, simile ai partecipanti a cui è stato somministrato placebo dopo antibiotici CDI (p <0,001).

L’attecchimento dei microbi CP101 potrebbe essere stato influenzato dalla persistenza di vancomicina residua ad ampio spettro, nonostante i partecipanti abbiano completato un periodo minimo di due giorni di washout per garantire la rimozione degli antibiotici dal colon.

I dati suggeriscono che un periodo di washout di due giorni può essere insufficiente per eliminare la vancomicina residua. Gli studi futuri, tra cui PRISM4, uno studio di fase 3, controllato con placebo, su CP101 per CDI ricorrenti, implementeranno strategie per ottimizzare l’attecchimento riducendo ulteriormente al minimo l’effetto degli antibiotici residui ad ampio spettro.

Allegretti JR, et al. Abstract: CP101, an investigational orally administered microbiome therapeutic, increases intestinal microbiome diversity and prevents recurrent c. difficile infection: Results from a randomized, placebo-controlled trial. Presented at: ACG Annual Scientific Meeting; Oct. 22-27, 2021; Las Vegas (hybrid meeting).

Week 24 Efficacy and Safety Data from PRISM3: A Randomized, Placebo-Controlled Trial Evaluating CP101, an Investigational Orally Administered Microbiome Therapeutic for Prevention of Recurrent C. difficile Infection