Ricerca AGER 2020 sull’imprenditorialità nel Centro Italia commissionata da Amway: i risultati presentati ad Ascoli Piceno
Qual è l’evoluzione dello spirito imprenditoriale italiano e quali sono le opportunità per valorizzare la libera iniziativa nel Centro Italia? Questo il tema al centro del dibattito voluto da Amway, azienda leader mondiale nel settore della Vendita Diretta [1], svoltosi ad Ascoli Piceno presso la Sala della Ragione a Palazzo Capitani (Sede del Comune). Durante la tavola rotonda, che ha riunito personaggi delle istituzioni e del mondo associativo, sono stati è presentati i risultati del X Rapporto Globale sull’Imprenditorialità, da quasi dieci anni uno dei più importanti studi sulla propensione del lavoro autonomo in Italia e nel mondo e realizzato quest’anno in collaborazione con IPSOS. L’evento ha analizzato l’evoluzione dello spirito imprenditoriale negli ultimi anni e come l’emergenza abbia alterato la propensione all’autoimpiego, mettendo a confronto alcuni risultati con il periodo di inizio pandemia.
Alla tavola rotonda, introdotta dal Sindaco di Ascoli Piceno Marco Fioravanti, hanno partecipato Giorgia Latini, Assessore Regionale con delega alle Politiche Giovanili, Alessandro Bono, Presidente del Consiglio Comunale di Ascoli Piceno, Massimiliano Bachetti, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Marche, e Giuliano Sciortino, Segretario Generale AVEDISCO. I dati della ricerca AGER sono stati presentati da Mauro Soffientini, Marketing e PR manager di Amway Italia, mentre il dibattito è stato moderato dal giornalista Filippo Ferretti. Le personalità presenti si sono confrontate sulle reali opportunità del territorio marchigiano, dibattendo sulle necessità specifiche, sottolineate dai dati raccolti, attraverso un aperto confronto sulle iniziative in essere per valorizzare la libera iniziativa.
Amway, che ha come propria mission la promozione del dibattito sul lavoro autonomo tra istituzioni, formazione e impresa, ha voluto sondare, attraverso la ricerca svoltasi in 25 Paesi del Mondo compreso l’Italia, lo “spirito imprenditoriale” al giorno d’oggi, coniugando 3 dimensioni principali: la desiderabilità nell’intraprendere questa attività, la consapevolezza delle competenze e risorse personali per farlo e le motivazioni o barriere per guardare a forme di autoimpiego, come ad esempio la Vendita Diretta, che continuerà ad avere un ruolo rilevante nel nostro Paese.
Andando nello specifico, per quanto riguarda la desiderabilità, il 42% degli intervistati italiani si dichiara propenso a intraprendere un’attività lavorativa in proprio sia ora che in futuro, rispetto al 51% degli intervistati a livello europeo e il 57% a livello mondiale. Migliore la percezione degli under 35 italiani che si attesta al 49%; interessante il dato del Centro Italia, 3 punti sopra la media nazionale.
Focalizzandosi sui requisiti, il 36% degli intervistati italiani crede di avere le competenze necessarie per avviare un’attività in proprio, il 16% in meno rispetto al dato mondiale che si attesta al 52%. Se si indaga il target under 35, la percentuale sale di un punto (37%) mentre lo spaccato sul Centro Italia mostra un dato incoraggiante: il 41% ritiene di essere in grado di intraprendere una carriera professionale in proprio, il 5% in più rispetto alla media italiana. Per quanto riguarda le risorse necessarie per avviare l’attività, il dato non è altrettanto incoraggiante: la maggior parte degli italiani, infatti, pensa di non disporre delle risorse economiche adeguate. Solo il 18% ritiene di avere la capacità economica per farlo, contro il 29% in Europa e il 35% nel Mondo. Giovani italiani e Centro in linea con la media nazionale, attestandosi rispettivamente al 19% e 18%.
Indagando quali sono le principali barriere che frenano in Italia l’avvio di un’attività, troviamo al primo posto il reperimento del capitale necessario con il 44%, seguito dalla paura di fallire al 38%. In linea con i dati nazionali quelli dei giovani; spicca, invece, la paura di fallire come principale barriera nel Centro Italia con il 43%.
Tra le motivazioni che spingono gli italiani ad avviare un’attività in proprio risalta lavorare a qualcosa che li appassiona con il 69%, dato confermato anche nel Centro Italia, dove ben il 73% degli intervistati vede il poter lavorare sulla base delle proprie passioni come una spinta verso l’autoimpiego. Particolarmente significativa tra i giovani la percentuale riguardante la possibilità di un maggiore controllo del proprio tempo, 58%, così come l’opportunità di avere un guadagno extra che si attesta al 57%; stessa percentuale per i rispondenti del Centro Italia.
Ma quale tipologia di opportunità imprenditoriale attira di più? I dati dimostrano come siano due i settori con propensione significativamente in crescita rispetto al periodo precedente alla pandemia. L’e-commerce ha visto un incremento del 6% rispetto al 2019, attestandosi al 61%. Particolarmente rilevante l’interesse verso il settore della Vendita Diretta, che cresce di 5 punti percentuali raggiungendo il 39%.
Per quanto riguarda gli under 35, si evidenzia il medesimo trend; in ascesa, invece, nel Centro Italia il social selling con il 31%, +7% rispetto ai dati del 2019.
Dai risultati della ricerca e dall’approfondimento effettuato durante il dibattito si è dunque constatato come la propensione al lavoro autonomo sia sempre più significativa nella popolazione italiana, ma come debba essere supportata e incentivata a livello istituzionale affinché possa concretizzarsi come motore dello sviluppo economico futuro.