Calcio, vitamina D e attività fisica contro l’osteoporosi


Gli alleati contro l’osteoporosi, patologia al femminile, ma da non trascurare anche per “lui”: calcio, vitamina D e attività fisica

Secondo un nuovo studio sarebbe opportuno non prolungare oltre i due anni la vacanza terapeutica con risedronato nelle pazienti affette da osteoporosi

Una patologia al femminile, ma da non trascurare anche per “lui”: l’osteoporosi.
Il dolore ci spaventa ed è forse l’aspetto della malattia che più percepiamo come una minaccia. In realtà questa sensazione, per quanto fastidiosa, è la spia d’allarme, che la natura ci ha messo a disposizione, per farci capire che nel nostro corpo qualcosa non va.
Quando il meccanismo va a vuoto, e quel campanello non suona, il rischio di scoprire la “falla” troppo tardi è dietro l’angolo ed è un po’ quello che succede in caso di osteoporosi.

Una malattia silenziosa

Nel suo stadio iniziale non causa alcun dolore intanto, però, le ossa diventano fragili e, quindi, maggiormente esposte a fratture, anche spontanee. Se non si interviene precocemente o non si cura in maniera adeguata, l’osteoporosi può progredire portando a fratture ossee che si presentano più tipicamente a livello di femore, vertebre e polsi.
Le donne hanno un rischio 4 volte superiore di incorrere in questa patologia e si stima che in Italia 4 milioni di donne ne soffrano.

Fino all’età di 30 anni il tessuto osseo si costruisce poi, come succede nel normale processo di invecchiamento, le ossa cominciano a consumarsi. Nelle donne, la perdita di massa ossea accelera dopo la menopausa, quando le ovaie smettono di produrre gli estrogeni, gli ormoni che proteggono dalla perdita di tessuto osseo.
Nell’uomo è più difficile indicare un’età precisa, perché non c’è un momento di transizione così evidente come la menopausa.

I fattori di rischio dell’osteoporosi

È opportuno sottoporre le proprie ossa ad un “check up” presto, magari già a 50 anni, soprattutto se si presentano uno o più fattori di rischio. L’elenco è lungo: chi ha almeno un genitore che ha sofferto di osteoporosi, chi non consuma latte e latticini a sufficienza, chi ha avuto fratture a seguito di piccoli traumi. Ancora: chi soffre di malattie reumatiche o di patologie che possono dare malassorbimento come la celiachia, chi ha usato spesso cortisonici o farmaci che provocano ipogonadismo, chi soffre di ipercalciuria ovvero espelle troppo calcio con le urine, chi è stato colpito da tumore al seno e assume l’inibitore dell’aromatasi (farmaco che allontana il rischio recidive). Sono ad alto rischio anche i grandi fumatori e chi “ha il bicchiere facile”: un consumo smodato di alcolici indebolisce, infatti, le nostre ossa.

Diagnosi e prevenzione

Per misurare la densità minerale dell’osso e dunque il rischio di frattura, si utilizza la MOC, la Mineralometria Ossea Computerizzata, considerata ad oggi lo strumento di diagnosi principale per l’osteoporosi.

Per cercare di prevenire l’osteoporosi è importante avere un’alimentazione ricca di calcio, assumere vitamina D che aiuta il calcio a fissarsi sulle ossa, limitare il consumo di alimenti di origine animale, svolgere attività fisica, ridurre l’assunzione di alcolici e smettere di fumare.

L’importanza di calcio e vitamina D

La vitamina D viene prodotta dalla pelle attraverso l’esposizione solare ma alcuni fattori ne limitano la produzione. Tra questi c’è l’età, a parità di esposizione il soggetto anziano produce circa il 30% in meno di vitamina D; l’obesità; la colorazione della pelle; avere indumenti e creme protettive; i vetri che assorbono tutte le radiazioni UVB: quindi stare in ufficio, seppur con le tende aperte, non ha alcun effetto sulla sintesi della vitamina D; l’inquinamento atmosferico (alcuni componenti possono assorbire la radiazione ultravioletta). Così, anche alle nostre latitudini, la maggior parte di noi non si espone a sufficienza. Tra maggio e settembre bisogna esporsi almeno 30 minuti al giorno. Le zone del corpo da scoprire sono viso, braccia e gambe. Non è necessario stare fermi, anche passeggiando si “catturano” i raggi.

Questa vitamina può essere assunta anche con gli alimenti, anche se pochi ne contengono una quantità considerevole, tra questi c’è l’olio di pesce, il salmone, le aringhe e il pesce azzurro in generale. È più facile assumere un adeguato quantitativo di calcio, mangiando latte e derivati, ma anche altre fonti alimentari, come mandorle, broccoli, spinaci e soia.
Per fare la giusta scorta di calcio, è meglio scegliere latte e latticini, che lo contengono in forma maggiormente biodisponibile rispetto a quello degli alimenti vegetali, grazie al miglior rapporto tra calcio e fosforo ottimale, all’assenza di antinutrienti (come l’acido fitico) e alla presenza di vitamina D che ne facilita l’assorbimento.

Per sapere se c’è una mancanza di vitamina D, è sufficiente fare un esame del sangue. Il dosaggio della vitamina D è un buon punto di partenza per costruire una schema di cura efficace. Il valore che misura il livello della riserva nel sangue si chiama “25-OH vitaina D”. Bisogna preoccuparsi se è inferiore a 30g/ml.

In moto fin da giovani

L’attività fisica ha un ruolo importante già in età giovanile, perché concorre a formare nuovo tessuto osseo e, in particolar modo nella donna, permette di arrivare all’età della menopausa con uno scheletro più “forte”, riflessi pronti, equilibrio e coordinazione che riducono il rischio di cadute.

L’attività fisica apporta un beneficio soprattutto nei punti di sollecitazione dell’osso interessato al movimento e che tale pressione, legata alla forza di gravità e alle contrazioni muscolari, è un potente stimolo per la formazione dell’osso stesso. Ecco perché sono da preferire attività fisiche “in carico” come camminare, correre, fare ginnastica, ma anche il ballo, piuttosto che sport eseguiti in assenza di gravità come, ad esempio, il nuoto.

 

Muoversi con regolarità

Camminare e correre, in particolare, sono movimenti che permettono di mantenere una sollecitazione prolungata ma, perché il paziente possa trarne beneficio, dovrebbero essere praticati per almeno un’ora al giorno.  Questo tipo di attività non sono consigliate a persone affette da altre patologie osteo-articolari, che possono interessare le anche e le ginocchia. Per loro è meglio la bicicletta o la cyclette. Bisogna tenere in considerazione, inoltre, che l’effetto positivo, ottenuto in termini di massa ossea, con un’attività sportiva scompare gradualmente con la sospensione, per questo è necessario proseguire con regolarità.

Farmaci

Quando invece l’osteoporosi è già presente si deve ricorrere all’uso di farmaci che agiscono o stimolando l’assorbimento a livello gastrointestinale del calcio o favorendo l’azione di deposito del calcio direttamente sull’osso.