Artrite idiopatica giovanile poliarticolare: la terapia che prevede la combinazione con DMARD convenzionali e biologici è efficace
I pazienti con artrite idiopatica giovanile poliarticolare (JIAp), sottoposti ad un trattamento precoce aggressivo con una combinazione di DMARD convenzionali e biologici, sono in grado di raggiungere lo stato di malattia clinicamente inattiva più frequentemente di quelli sottoposti ad altri piani terapeutici a 24 settimane dal loro inizio.
Queste le conclusioni di STOP-JIA, un nuovo studio del gruppo CARRA (the Childhood Arthritis and Rheumatology Research Alliance), presentato in occasione del congresso annuale ACR appena concluso.
Informazioni sull’artrite idiopatica giovanile poliarticolare e sugli obiettivi e il disegno dello studio
La JIAp è una condizione clinica che colpisce un numero di articolazioni pari o superiore a 5 che può esordire a qualsiasi età. Il goal di trattamento complessivo nella gestione di questa condizione clinica è rappresentato dal controllo dei sintomi, dalla prevenzione del danno articolare e dal mantenimento della funzione.
E’ stato dimostrato che alcuni pazienti pediatrici potrebbero raggiungere lo stato di malattia clinica inattiva con il trattamento.
Lo studio implementato dal gruppo CARRA ha messo a confronto tre piani di trattamento frutto di una consensus degli esperti del gruppo per la terapia della JIAp, allo scopo di verificare quale fosse la strategia terapeutica più efficace nel raggiungimento dello stato di malattia clinicamente inattiva in questi pazienti precedentemente non trattati.
Dopo la presentazione, in passato, dei dati relativi agli outcome primari a 12 mesi, nella nuova presentazione fatta al congresso sono stati riferiti quelli a 24 mesi di follow-up.
La necessità di guardare agli outcome a più lungo termine è stata giustificata dagli autori dello studio con l’opportunità di comprendere meglio come il trattamento iniziale possa influenzare il danno e la disabilità cronica associati alla malattia (che si manifestano solo a distanza di anni), rendendo possibile il controllo ininterrotto dell’attività di malattia e il miglioramento della qualità della vita.
STOP-JIA aveva messo a confronto, in origine 400 pazienti sottoposti ad uno dei tre piani terapeutici standardizzati seguenti:
– Approccio “step up”: inizio del trattamento con un DMARDcs, seguito successivamente dall’aggiunta, ove necessario, di un farmaco biologico a distanza di almeno 3 mesi dall’inizio della terapia
– Approccio “early combination”: inizio del trattamento con un DMARDcs e un DMARDb in combinazione
– Approccio “biologic first”; inizio del trattamento con un farmaco biologico da solo, seguito successivamente dall’aggiunta, ove necessario, di un DMARDcs a distanza di almeno 3 mesi dall’inizio della terapia
Lo studio aveva un disegno non randomizzato e prevedeva, in base al protocollo, la raccolta – prima trimestrale per i primi 12 mesi, poi semestrale – dei dati relativi ai pazienti trattati nei modi sopra indicati presenti nel registro pazienti CARRA.
Per quanto la prima fase del trial sia terminata a 12 mesi, il Registro continua e continuerà a seguire questi pazienti per almeno 10 anni, rendendo possibile la successiva analisi degli outcome a più lungo termine.
L’outcome primario misurato è stato quello della proporzione di bambini che ha raggiunto lo stato di malattia clinica inattiva, in assenza d’impiego di glucocorticoidi (GC) a 24 mesi. Tra gli outcome secondari valutati vi erano, inve, il punteggio JADAS10 di attività di malattia, il punteggio di attività di malattia pediatrico ACR70, nonché alcuni outcome riferiti dai pazienti (PRO).
Risultati principali
Ci sono stati 291 pazienti sono stati sottoposti a visita medica a 24 mesi: 188 trattati con il regime di trattamento “step-up”, 76 con il regime “early combination” e 27 con l’approccio di trattamento “biologic first”.
I ricercatori hanno osservato l’esistenza di alcune differenze significative tra gruppi al basale, in relazione al numero di articolazioni attivamente infiammate e dei punteggi di attività di malattia.
A 24 mesi, il 52% dei pazienti sottoposti al regime di trattamento “early combination” hanno raggiunto lo stato di malattia clinica inattiva, rispetto al 42% dei pazienti del gruppo “step-up” e al 44% dei pazienti del gruppo “biologic first”.
E’ stata documentata una differenza significativa degli outcome di malattia clinica inattiva che ha favorito il regime di trattamento “early combination” rispetto a quello “step-up” a 24 mesi, mentre non sono state rilevate differenze significative tra i 3 gruppi in studio per gli altri outcome considerati.
I ricercatori hanno anche osservato che tutti i gruppi in studio hanno continuato a mostrare miglioramenti degli outcome a 24 mesi rispetto a 12 mesi, considerando sia il punteggio JADAS10 che l’ACR70 pediatrico.
Da ultimo, i pazienti dei 3 gruppi hanno mostrato anche un miglioramento del dolore e delle misure di mobilità articolare rispetto al basale.
Sul fronte della safety, ci sono stati 17 eventi avversi riportati, prevalentemente di natura infettiva.
Riassumendo
Nel commentare i risultati, i ricercatori hanno sottolineato “come siano incoraggianti i dati che evidenziano come la maggior parte dei pazienti con JIAp stia meglio quando trattata inizialmente con farmaci efficaci”.
“Questi risultati – aggiungono – suggeriscono che il trattamento precoce con farmaci biologici, in combinazione con DMARDcs, potrebbe rivelarsi la strategia terapeutica più efficace nel lungo termine per molti pazienti. Non bisogna dimenticare che la JIAp rappresenta una sfida per la terapia: di qui la necessità di approfondire il tema delle migliori opzioni di trattamento a disposizione e di un approccio più personalizzato per ottimizzare gli outcome di questi pazienti”.
Bibliografia
Kimura Y et al. The Childhood Arthritis and Rheumatology Research Alliance Start Time Optimization of Biologic Therapy in Polyarticular JIA (STOP-JIA) Study: 24-Month Outcomes. ACR 2021; Abs. 0960