Progetto REHub, la robotica per la riabilitazione personalizzata sul paziente grazie a Fondazione Cassa di Risparmio Firenze
Nuove attrezzature per la riabilitazione, che consentono tecniche innovative e percorsi terapeutici personalizzati sui pazienti, sono state acquistate nell’ambito del progetto REHub- Rehabilitation Engineering Hub, grazie a Fondazione CR Firenze. Le dotazioni altamente tecnologiche, sostenute con il bando ‘Grandi Attrezzature’ della fondazione, vanno a potenziare il laboratorio di ricerca congiunto RING@Lab – Rehabilitation bioengineerING and assistive technology LAB, tra l’Università di Firenze, con i suoi dipartimenti di Ingegneria Industriale (DIEF) e di Ingegneria dell’Informazione (DINFO), e il Centro IRCCS della Fondazione “Don Carlo Gnocchi”, che è nato nel 2019. Inoltre, all’interno del bando ‘Ricercatori a Firenze’, Fondazione CR Firenze ha sostenuto cinque assegni di ricerca biennali (2022-2023) di altrettanti ricercatori, che lavoreranno all’interno del laboratorio. Saranno loro a portare avanti il progetto R3COVER, il cui obiettivo è la Riabilitazione Robot-assistita per il Recupero di funzioni neurocognitive e motorie. Le iniziative sono state presentate al Centro “Don Carlo Gnocchi”, alla presenza di Sandro Sorbi, Direttore Scientifico dell’IRCCS “Don Carlo Gnocchi” di Firenze, Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze, Marco Pierini Prorettore al trasferimento tecnologico, attività culturali e impatto sociale dell’Ateneo fiorentino, e Benedetto Allotta, Professore di Robotica dell’Università di Firenze Responsabile del progetto REHub.
Il laboratorio RING@LAB promuove la sperimentazione di moderne tecnologie, incluse la robotica e l’intelligenza artificiale, per meglio strutturare gli aspetti valutativi (oggettivazione, raccolta dati), per supportare le fasi di trattamento. L’obiettivo è quello di migliorare i tempi di recupero dei pazienti e per monitorare, con sempre maggior precisione, l’andamento delle terapie nonché definire percorsi di cura riabilitativi innovativi e altamente personalizzati, rivolti a pazienti con diverse tipologie di disabilità. Con REHub si massimizza l’integrazione tra le competenze cliniche e quelle bioingegneristiche, per fornire nuove strategie di cura e trattamento innovative, sostenibili e di alto impatto per il territorio.
In particolare, sono stati acquistati: uno scanner e una stampante 3D, che servono per acquisire i dati anatomici del paziente e realizzare degli ausili robotici su misura. Ancora una fornitura di sensori di movimento per la rilevazione dei movimenti di mani, arti, busto, grazie a cui è possibile valutare la capacità dei pazienti e i loro progressi nella riabilitazione. Ancora fra le attrezzature: degli occhiali per la realità aumentata, che permettono la realizzazione di scenari virtuali in cui il paziente impara a eseguire i movimenti e a controllare l’esoscheletro; e un sistema per neuro-imaging che rileva l’attività del cervello mediante spettroscopia su vicino infrarosso, durante gli esercizi riabilitativi. A titolo di esempio, nel caso di un paziente che necessita di riabilitazione a una mano, a seguito di ictus o patologie degenerative: tramite lo scanner 3D si acquisisce l’arto superiore del paziente per rilevarne le dimensioni caratteristiche e, tramite sensori di movimento, si rilevano gli spazi di lavoro delle dita e del polso. Si progetta poi un esoscheletro robotico personalizzato i cui componenti vengono prodotti tramite stampa 3D. Il sistema di neuro – imaging funzionale può essere utilizzato per monitorare il paziente durante le terapie riabilitative e poter così valutarne l’attivazione corticale innescata dall’esecuzione dei task riabilitativi, motori e cognitivo-motori. Questo innovativo percorso riabilitativo ha un costo limitato per paziente e consente inoltre di poter eseguire la riabilitazione del paziente a casa, senza bisogno di ricovero, con un controllo a distanza che permette la riduzione generale dei costi e il prolungamento della terapia a beneficio dei risultati.
“Il progetto REhub mostra in concreto l’importanza della ricerca scientifica a beneficio della comunità – afferma Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze -, che è anche una delle nostre principali missioni. La Fondazione mira a sostenere innovazioni in campo medico che guardano sempre più nello specifico alla cura personalizzata sul paziente. Una medicina di precisione che rappresenta il futuro del nostro sistema sanitario, che ha bisogno di strumenti altamente tecnologici per rispondere ad esigenze di decentramento e limitazione delle ospedalizzazioni sempre più impellenti a causa della pandemia. La Fondazione ha destinato al progetto circa 460.000 euro intervenendo con due modalità: da una parte sostenendo l’acquisizione delle attrezzature necessarie a potenziare il laboratorio che vede l’ingegneria al servizio della medicina, dall’altra fornendo il capitale umano necessario a portare avanti la ricerca. Una visione di lungo respiro, che vede consolidata la collaborazione con l’Università di Firenze e IRCCS Fondazione Don Gnocchi”.
“Siamo particolarmente grati alla Fondazione CR Firenze – spiega Marco Pierini Prorettore al trasferimento tecnologico, attività culturali e impatto sociale dell’Ateneo fiorentino – per l’importante contributo riconosciuto al Laboratorio congiunto RING@LAB, partecipato dai dipartimenti di Ingegneria Industriale e di Ingegneria dell’Informazione e dall’IRCCS Fondazione Don Gnocchi, nell’ambito del progetto RE e per il sostegno offerto attraverso il bando “Ricercatori a Firenze” che consentirà a cinque nostri giovani di contribuire alla predisposizione di percorsi di cura riabilitativi innovativi e personalizzati. Entrambi gli interventi sono propedeutici a un ripensamento di un servizio assistenziale per il quale l’apporto di competenze dei nostri studiosi si rivela molto prezioso. Più in generale questi due progetti rafforzano la nostra alleanza privilegiata con un interlocutore fondamentale come la Fondazione CR Firenze”.
“Grazie alla Fondazione CR di Firenze che ha riconosciuto al progetto REHub – commenta Francesco Converti, Direttore Generale della Fondazione Don Gnocchi – la sua alta valenza innovativa, per una riabilitazione sempre più avanzata dal punto di vista tecnologico e attenta nel contempo alle peculiarità e caratteristiche dei pazienti. REHub è il frutto di una proficua collaborazione tra l’IRCCS Don Gnocchi di Firenze e l’Università degli Studi che va nella direzione della personalizzazione delle cure e nel quale entrano in gioco, in maniera complementare, competenze in ambito clinico ed uso efficace delle tecnologie per il recupero fisico di pazienti, anche complessi. Si tratta altresì di un modello vincente di ricerca traslazionale, cioè del trasferimento quasi immediato del know how maturato nei laboratori, in applicazioni concrete e utilizzabili nei protocolli di cura”.