Slow Food, di concerto con la Farnesina, rende disponibile online il Mooc (Massive Open Online Course) dedicato alla “Storia della Cucina Italiana”
Siglato un Protocollo di intesa tra il Ministero per gli Affari esteri e la Cooperazione internazionale e Slow Food, con l’obiettivo di promuovere, sostenere e valorizzare le produzioni gastronomiche locali. L’intesa prevede, nel corso del prossimo anno, un ricco calendario di appuntamenti in tutto il mondo all’insegna del Made in Italy di qualità, frutto del lavoro di contadini e artigiani dall’agroalimentare di piccola scala impegnati nella tutela della biodiversità.
Primo, concreto passo della partnership: l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, ateneo di riferimento di Slow Food, renderà infatti disponibile gratuitamente a tutti, di concerto con la Farnesina, il Mooc (Massive Open Online Course) dedicato alla “Storia della Cucina Italiana”.
Il corso, elaborato dai docenti UNISG con il contribuito di ex studenti e personalità di primo piano del mondo della gastronomia, si articola in 42 video lezioni sottotitolate in inglese e intervallate da materiale di lettura e quiz per verificare le competenze apprese. I Mooc sono corsi brevi erogati interamente online e fruibili on demand in ogni angolo del mondo. La piattaforma su cui sono consultabili andrà ad arricchirsi negli anni con capitoli dedicati sia al passato della gastronomia che ai singoli prodotti.
«Con questo Protocollo – ha dichiarato il Sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano – aggiungiamo un ulteriore tassello alla nostra strategia di promozione integrata dell’Italia all’estero, coinvolgendo ancora di più una realtà importante del nostro Paese, che può in questa maniera contribuire ancor più a trasmettere i valori e i sapori dell’Italia nel mondo».
«Capire la storia della cucina italiana – commenta Carlo Petrini, presidente di Slow Food – significa capire il paesaggio rurale del nostro Paese, il riscatto delle classi più povere, il ruolo dei migranti per la divulgazione di prodotti e di savoir-faire. Lo straordinario mondo di una cultura materiale che è patrimonio della nostra gente. Mi auguro che questo lavoro sia di ausilio per una corretta e onesta rappresentazione del nostro patrimonio gastronomico».