Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, interviene sul tema della negoziazione assistita
“Semplificazione, speditezza e razionalizzazione, nel rispetto della garanzia del contraddittorio, sono i pilastri della legge delega 206/2021 che porterà, entro un anno, alla riforma del Codice di procedura civile. Secondo il Legislatore si possono ottenere prevedendo anche il ricorso alla negoziazione assistita per le controversie individuali di lavoro, a condizione che le parti siano assistite dai propri avvocati o dai consulenti del lavoro. E’ innegabile l’imbarazzo che si prova nel vedere che da questa formula siano del tutto esclusi i dottori commercialisti. Esclusione immotivata, che diventa ancor più grave e costituzionalmente rilevante dal momento che il cittadino, senza la possibilità di coinvolgere il proprio dottore commercialista, viene privato di una garanzia fondamentale nell’affrontare il contraddittorio alla base della negoziazione assistita”. Lo afferma Matteo De Lise, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili.
“Se c’è una volontà di esclusione, è necessario che sia motivata e ne venga dato conto al Paese, considerato che esso ne subisce le conseguenze”, rimarca De Lise. “L’art. 409 del c.p.c. individua l’oggetto della futura negoziazione assistita nei contratti individuali di lavoro, tra i quali vengono specificati i “rapporti di lavoro subordinato privato, anche se non inerenti all’esercizio di una impresa” e i “rapporti di agenzia, di rappresentanza commerciale ed altri rapporti di collaborazione che si concretino in una prestazione di opera continuativa e coordinata, prevalentemente personale, anche se non a carattere subordinato”. In considerazione delle competenze del dottore commercialista, è privo di logica l’impedimento ad assistere il cliente insieme all’avvocato di fiducia su queste tematiche. Oltre alla conoscenza della materia giuslavoristica, i dottori commercialisti posseggono infatti anche quella in ambito aziendalistico e di contrattualistica commerciale”.
“Ravvisiamo pertanto nell’art. 4 della Legge 206/2021 un grave e immotivato pregiudizio alla nostra categoria, che si accompagna al danneggiamento dei diritti del cittadino, cui viene limitata la garanzia di agire in contradditorio tra le parti processuali. Siamo pronti a intervenire in tutte le sedi opportune proponendo interrogazioni a risposta immediata alla Camera e al Senato per comprendere come il Governo intenda dare attuazione a questa Legge delega”.