Al Politecnico di Milano il nuovo Centro di Ricerca “Gianfranco Ferré”, che raccoglie l’archivio dello stilista per metterlo a disposizione degli studenti
Nasce al Politecnico di Milano il nuovo Centro di Ricerca “Gianfranco Ferré”, che raccoglie l’archivio dello stilista per metterlo a disposizione degli studenti in un’ottica interdisciplinare. Il Centro intende fondere le abilità, le conoscenze tecnico-scientifiche e la cultura del progetto tipica del Politecnico, con il patrimonio materiale e immateriale della moda.
« Con questa operazione – spiega il Rettore del Politecnico, Ferruccio Resta – vogliamo in primo luogo valorizzare una grande tradizione. In secondo luogo rendiamo omaggio ad un nostro grande laureato, Gianfranco Ferré, che ha portato visione, rigore, emozione e bellezza in giro per il mondo. Al stesso tempo, vogliamo dare la possibilità di avere un grande laboratorio per gli studenti e le studentesse del Politecnico, di oggi e di domani. La moda è un punto di forza italiano, è un punto di forza di Milano e del Politecnico e naturalmente su questo continueremo a investire».
A coordinare il Centro sarà il Dipartimento di Design, rappresentato dalla professoressa Paola Bertola: «Quello che faremo, naturalmente con l’idea di porre il design al centro, è raccogliere una serie di competenze del Politecnico che vanno dalla matematica, all’ingegneria meccanica e all’informatica, con l’idea di ibridare i linguaggi della moda, anche artigianale, con i nuovi linguaggi e le nuove tecnologie».
La famiglia di Gianfranco Ferré, che nel 2008 ha dato vita all’omonima Fondazione, ha deciso ora di donare all’ateneo l’archivio e la sede di via Tortona: qualcosa come 150mila documenti e artefatti, che spaziano dagli schizzi ai disegni tecnici, dagli abiti ai libri, dagli oggetti alle riviste.
«L’idea è – ha spiegato Rita Airaghi, direttrice generale della Fondazione Ferré – che ci sia un patrimonio così ampio e articolato che può essere letto e riletto con le nuove tecnologie e con i mezzi che un Politecnico può mettere a disposizione, cosa che noi, piccola fondazione, non potevamo fare. Questo fa del progetto veramente un unicum».