Sara Manfuso rivela: “Rintracciato dalle forze dell’ordine il molestatore che da mesi mi perseguitava sul web. Non è vero che denunciare non serve”
“Ciò che accade sul web non è meno rilevante di ciò che succede nella realtà. Le immagini, le parole, i video impattano con violenza inaudita sulla vita delle persone, annullano il sacro confine tra la vita privata e pubblica. Senza dimenticare che gli utenti dei social media non sono solo adulti, ma ragazzini – in taluni casi bambini – che non hanno ricevuto i fondamenti di un’educazione digitale e non hanno ancora un’identità ben formata. Anche pensando a loro ho sporto denuncia il 9 dicembre scorso presso il commissariato di polizia, per dimostrare che la legge esiste e che viene esemplarmente applicata. E che, quindi, denunciare non è mai un gesto inutile. Ma essenziale”. A raccontarlo è l’opinionista Sara Manfuso, che lo scorso mese ha deciso di denunciare le continue molestie di un follower in commissariato.
“Tra i tanti messaggi che privatamente ricevo sui miei canali social, complice anche la mia proiezione pubblica e televisiva – spiega l’opinionista – da tempo sul mio Instagram mi arrivavano da un utente molesto foto delle sue parti intime, parole violente a sfondo sessuale, unite a informazioni logistiche sui suoi spostamenti che lasciavano intuire fosse molto vicino a me. In più, nello stesso periodo, sulla mia auto trovavo biglietti con lo stesso tipo di allusione sessuale. Ho temuto per me e per la mia bimba di soli 8 anni”.
Una brutta storia che si è conclusa però finalmente per il meglio, perché non è vero che “denunciare non serve: a nemmeno un mese di distanza dalla denuncia, la Polizia del primo distretto di Roma mi ha convocata per informarmi che il soggetto è stato rintracciato e che il suo telefono è stato sottoposto a sequestro. C’era altro materiale pornografico e non ero la sola destinataria. Spesso, questi profili maniacali hanno il tratto della serialità. Educhiamo e proteggiamo i nostri giovani dai rischi del web ricorrendo, laddove necessario, allo strumento della denuncia e formandoli innanzitutto a un consapevole uso di internet. Grazie alle forze dell’ordine e alla polizia postale per il lavoro che ogni giorno svolgono per il nostro Paese”.