Covid, la terza dose del vaccino Moderna è dimezzata: il Codacons chiede spiegazioni all’Istituto Superiore di Sanità e all’Aifa
Sulle problematiche emerse in relazione alla somministrazione della terza dose del vaccino Moderna, il Codacons ha presentato oggi una istanza d’accesso all’Istituto Superiore di Sanità e all’Aifa, chiedendo di acquisire la documentazione inerente l’autorizzazione concessa in Italia alla dose booster del vaccino della società farmaceutica e gli studi eseguiti sugli anticorpi.
Come noto inizialmente la somministrazione della terza dose del vaccino Moderna è stata autorizzata dalla stessa Aifa con dosaggio corrispondente a quello utilizzato per il ciclo primario di vaccinazione. Successivamente, con correzione delle indicazioni iniziali, è stata autorizzata per una dose dimezzata corrispondente a 50 mcg dietro indicazione della casa farmaceutica e della stessa Agenzia Europea per i Medicinali (EMA).
Tali incertezze sulle corrette dosi da indicare per la terza fase della campagna vaccinale avevano spinto il Codacons a chiedere spiegazioni sulle ragioni alla base delle decisioni assunte: si domandava infatti quali studi scientifici avessero motivato il CTS, l’Aifa ed il Ministero della Salute a dare il via alla terza dose dei vaccini Covid nonché del vaccino Moderna con dosaggio intero a partire dal 9 settembre 2021, successivamente dimezzato con quantità di 50 mcg per la terza dose solo per il vaccino Moderna.
Con la missiva Prot DMI l’ISS comunicava come “il tema anticorpale rimane importante ma è molto dibattuto. Non c’è un valore che ci possa dire che al di sotto di un certo livello la persona non è immune perché per questi virus la risposta anticorpale è importante ma lo è anche quella cellulare…” ed aggiungeva che è in atto lo “studio” annunciato con lo scopo di analizzare i dati inerenti i soggetti vaccinati sia di età inferiore a 65 anni sia di età superiore ai 65 anni in ben quattro tempi diversi: T0 al momento della vaccinazione, T1 ad un mese dal completamento della vaccinazione, T2 a sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario e T3 a 12 mesi. L’ISS specifica che l’analisi dei primi risultati è ancora in corso, e verrà resa nota appena possibile.
Tutto ciò – afferma il Codacons – appare grave e rilevante laddove l’ISS già nel dicembre 2020 aveva annunciato l’imminente realizzazione di un ampio studio sul decadimento degli anticorpi che certamente avrebbe chiarito l’aspetto relativo alla necessità della terza dose dei vaccini Covid ed in quale dosaggio.
Appare inconcepibile che uno studio di dati di siffatta importanza non sia ancora completato né reso noto ai cittadini continuamente invece raggiunti dalle notizie sulla completa sicurezza della copertura vaccinale. Ciò si appalesa di importanza fondamentale nelle scelte inerenti le vaccinazioni Covid.
Per tale motivo il Codacons ha presentato formale istanza d’accesso a Iss e Aifa chiedendo di acquisire:
– tutti gli atti e /o documenti inerenti gli studi sul decadimento degli anticorpi in relazione ai vaccini Covid e con specifico riferimento allo studio annunciato dall’ISS nel Dicembre 2020 sempre sugli anticorpi-risposta corporale anticorpi Covid, che il Direttore Brusaferro in una recente intervista confermava essere in fase di conclusione;
– tutti gli atti e/o documenti che hanno portato l’Aifa e gli altri organi competenti in data 9 settembre 2021 ad autorizzare la somministrazione dell’intero booster per il vaccino Moderna.