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Covid: altre quattro regioni passano in zona gialla

Stop alle mascherine all’aperto da venerdì 11 febbraio 2022, ma resta l’obbligo in caso di assembramento come specifica la nuova ordinanza ministeriale

Dal 10 gennaio Abruzzo, Toscana, Emilia-Romagna e Valle d’Aosta in zona gialla. Brusaferro: “Fortissima circolazione del virus”

Salgono i contagi e aumentano le regioni italiane che si tingono di giallo. Ad abbandonare la zona bianca, a partire da lunedì 10 gennaio, saranno Abruzzo, Toscana, Emilia- Romagna e Valle d’Aosta, come previsto dalla nuova ordinanza firmata dal ministro Roberto Speranza. Le quattro regioni, spiega la Dire (www.dire.it), si aggiungono alle altre undici che si trovano già in zona gialla: Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Sicilia, Veneto, oltre alle province autonome di Bolzano e Trento.

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Il ritorno in zona gialla “non fa sostanzialmente nessuna differenza. L’unica è che dentro i ristoranti i tavoli sono più piccoli, cioè con meno persone. Nella sostanza non cambia praticamente nulla”, ha detto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Se il cambio di colore per Marsilio non è determinante, ad esserlo è il criterio di classificazione dei casi positivi che arrivano in ospedale. “Abbiamo chiesto anche di rivedere la classificazione dei casi in ospedale- ha detto- Abbiamo una percentuale importante di persone, e lo stesso avviene in tutte le regioni, che vanno in ospedale per altre ragioni, ma al tampone risultano positive e vengono quindi spostate nei reparti di malattie infettive e conteggiati nel numero relativo alle soglie di criticità”. Il presidente ha quindi ricordato che il sistema individuato insieme al Governo era stato pensato “per valutare quanto il Covid impatta sugli ospedali per cui incentrato su quelle persone che ci finiscono per colpa del Covid e non su quelle asintomatiche che vengono scoperte una volta arrivate per ragioni diverse, perché questo non ha incidenza dal punto di vista dell’impatto sanitario”.

MAZZEO: “SU CAMBIO DI COLORE INCIDONO I NO VAX”

“I tassi di occupazione dei ricoveri in area medica e delle terapie intensive in Toscana hanno superato le soglie del 15% e del 10%, oggi siamo al 19% e al 18,9%, soprattutto a causa dell’alta incidenza dei non vaccinati tra i ricoverati”, sottolinea il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo. La principale differenza tra la zona bianca e la zona gialla “sta nel fatto che servirà il green pass rafforzato per consumare anche al banco o all’aperto, ma è un segnale che ci indica che bisogna rispettare le regole ed essere prudenti. Non mi stancherò mai di ripeterlo: la vaccinazione è l’arma più efficace per battere il virus e renderlo meno pericoloso in caso di contagio. E a chi ancora è scettico o rifiuta l’idea del vaccino, chiedo di leggere uno dei tanti appelli di no vax pentiti dopo essere finiti in terapia intensiva. Il vaccino protegge e salva la vita a noi stessi e alle persone a cui vogliamo bene”.

LAVEVAZ: “RISPETTARE LE MISURE ANTICONTAGIO”

“Nelle ultime settimane anche in Valle d’Aosta i dati epidemiologici hanno avuto un incremento rapidissimo- dice il presidente della Regione, Erik Lavevaz- l’impatto sull’ospedale è di nuovo importante, e i numeri ci hanno portato verso questo cambio di classificazione che era atteso, ma che sostanzialmente non cambia molto le regole in vigore per tutti i cittadini valdostani”. L’invito del presidente Lavevaz è il medesimo degli ultimi mesi: “È fondamentale che in questo momento tutti rispettino le misure anticontagio affinché l’intera comunità possa beneficiare dell’attenzione del singolo. I dati ospedalieri ci confermano come la grande maggioranza dei casi, che richiedono un intervento sanitario, riguardano persone non vaccinate. Occorre quindi continuare lo sforzo collettivo, andando verso un’immunizzazione che argina chiaramente i decorsi più gravi del contagio”.

BRUSAFERRO: “COVID CRESCE IN TUTTA ITALIA CON ECCEZIONE PA BOLZANO”

“Dal punto di vista delle regioni, la mappa dell’Italia ci mostra sostanzialmente una fortissima circolazione del Covid-19 un po’ ovunque. C’è una forte crescita con l’eccezione della provincia autonoma di Bolzano, che mostra segnali di decrescita del numero di nuovi casi”, ha detto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel video di commento ai dati del monitoraggio settimanale.

BRUSAFERRO: “ANDAMENTO CURVA MOSTRA AUMENTO SIGNIFICATIVO CASI

“L’andamento della curva mostra che in questa settimana i nuovi casi di Covid-19 in Italia sono aumentati significativamente, mentre l’incidenza a 7 giorni per 100.000 abitanti è salita a 1.669 casi”, ha proseguito Brusaferro aggiungendo che “accanto a questo dato l’indice di trasmissibilità si mantiene costantemente sopra l’1 ma nel caso dei sintomatici è fortemente in crescita, salendo questa settimana a 1,41, quello proiettato più avanti nel tempo è pari a 1,83, indicatore di una forte crescita del numero di nuovi casi. Sale anche l’Rt di ospedalizzazioni, che arriva a 1,30, anche in questo caso indicatore di una crescita del numero di nuovi casi che richiedono ospedalizzazione”, ha concluso.

 BRUSAFERRO: “AUMENTO CASI SOPRATTUTTO IN FASCIA 20-29 ANNI”

“Per quanto riguarda le fasce di età, queste sono caratterizzate soprattutto nella crescita di casi di Covid-19 in quella compresa tra i 20 e i 29 anni, seguita da quella 10-19 anni e da quella 30-39 anni. Progressivamente cominciano ad essere coinvolte anche le fasce di età più avanzate: 40-49 anni, 50-59 anni, un elemento su cui porre particolare attenzione e particolare precauzione”.

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