Tromboembolismo venoso: conferme di efficacia per milvexian secondo i risultati dello studio di fase 2 AXIOMATIC-TKR
Nel corso dell’ultimo congresso dell’American Heart Association e in contemporanea sul “New England Journal of Medicine” sono stati presentati i risultati dello studio di fase 2 AXIOMATIC-TKR (Antithrombotic Treatment with Factor XIa Inhibition to Optimize Management of Acute Thromboembolic Events in Total Knee Replacement), nel quale è stato testato per la prima volta un nuovo anticoagulante orale, denominato milvexian, che – in pazienti sottoposti ad artroplastica di ginocchio – si è dimostrato efficace nella prevenzione del tromboembolismo venoso e sicuro sul fronte dei sanguinamenti.
Il razionale dello studio
«Gli inibitori del fattore XIa per la prevenzione e il trattamento del tromboembolismo venoso e arterioso possono essere più efficaci e causare meno sanguinamenti rispetto agli anticoagulanti convenzionale» premettono gli autori, guidati da Jeffrey I. Weitz, direttore del Thrombosis and Atherosclerosis Research Institute e professore di Medicina e Biochimica alla McMaster University, entrambi ad Hamilton (Ontario, Canada).
Milvexian è un inibitore selettivo del fattore XI rapidamente assorbito dopo la somministrazione orale e con una emivita di circa 12 ore, per il quale era necessario raccogliere ulteriori dati di efficacia e sicurezza. Di qui, il razionale dello studio.
Confronto con enoxaparina dopo artroplastica di ginocchio
«In questo studio a gruppi paralleli, abbiamo assegnato in modo casuale in 118 centri di 18 Paesi 1242 pazienti sottoposti ad artroplastica monolaterale di ginocchio (età> 50 anni) a ricevere uno dei sette regimi post-operatori di milvexian (25 mg, 50 mg, 100 mg o 200 mg due volte al giorno oppure 25 mg, 50 mg o 200 mg una volta al giorno) o ancora enoxaparina alla dose di 40 mg una volta al giorno» spiegano i ricercatori.
La profilassi anticoagulante veniva iniziata da 12 a 24 ore dopo l’intervento chirurgico ed era proseguita per un tempo variabile da 10 a 14 giorni. «L’esito primario di efficacia era costituito dal tromboembolismo venoso (inteso come enpoint composito di trombosi venosa profonda asintomatica [confermata con venografia], tromboembolia venosa sintomatica confermata, embolia polmonare non fatale o morte per qualsiasi causa).
Endpoint secondari di efficacia sono stati considerati: la trombosi venosa profonda prossimale (sintomatica o asintomatica), la trombosi venosa profonda distale (sintomatica o asintomatica), l’embolia polmonare non fatale e il decesso.
Il principale esito di sicurezza è stato il sanguinamento di qualsiasi severità» specificano Weitz e colleghi «definito come un composito di emorragie maggiori, emorragie non maggiori ma clinicamente rilevanti ed emorragie minimali».
Valutata la relazione dose-risposta dell’inibitore del fattore XIa
Tra i pazienti trattati con milvexian due volte al giorno, il tromboembolismo venoso si è sviluppato in 27 soggetti su 129 (21%) che assumevano 25 mg, in 14 su 124 (11%) trattati con 50 mg, in 12 su 134 (9%) del gruppo 100 mg e in 10 su 131 (8%) che ricevevano 200 mg, riportano gli autori.
Tra quanti hanno ricevuto milvexian una volta al giorno – aggiungono – il tromboembolismo venoso si è sviluppato in 7 pazienti su 28 (25%) che hanno assunto 25 mg, in 30 su 127 (24%) in trattamento con 50 mg e in 8 su 123 (7%) che hanno avuto la dose da 200 mg, rispetto a 54 su 252 pazienti (21%) che hanno ricevuto enoxaparina.
«La relazione dose-risposta con milvexian due volte al giorno è stata significativa (P<0,001) e l’incidenza del 12% di tromboembolia venosa con milvexian due volte al giorno è stata significativamente inferiore al benchmark prespecificato del 30% (P<0,001)» sottolineano gli autori.
«Sanguinamenti di qualsiasi gravità si sono verificati in 38 dei 923 pazienti (4%) che assumevano milvexian e in 12 dei 296 pazienti (4%) che assumevano enoxaparina; sanguinamenti maggiori o clinicamente rilevanti non maggiori si sono registrati rispettivamente nell’1% e nel 2% delle popolazioni in studio. Eventi avversi gravi sono stati riportati rispettivamente nel 2% e nel 4% dei casi» precisa il gruppo di Weitz.
I messaggi chiave
Queste le conclusioni degli autori:
- l’inibizione del fattore XIa con milvexian per via orale in fase post-operatoria in pazienti sottoposti ad artroplastica di ginocchio è risultata efficace per la prevenzione del tromboembolismo venoso;
- in particolare, milvexian è risultato in grado di diminuire l’incidenza di tromboembolismo venoso in modo dose-dipendente e, nei soggetti trattati con dosaggi di almeno 100 mg/die, il tasso di trombosi venosa post-operatoria è stato significativamente inferiore rispetto a quello rilevato nei soggetti trattati con enoxaparina;
- riguardo all’esito di sicurezza, nonostante l’incidenza di qualsiasi tipo di sanguinamento sia stata simile tra i due gruppi, le emorragie clinicamente rilevanti sono state circa il doppio nei pazienti che avevano ricevuto l’enoxaparina;
- tra I limiti dello studio, la scarsa numerosità del campione che non consente di arrivare a conclusioni definitive, specie in relazione alla bassa incidenza dei sanguinamenti;
- in ogni caso il farmaco mostra rilevanti potenzialità, anche in altre indicazioni come la profilassi della trombosi arteriosa e la prevenzione dell’ictus nei pazienti con fibrillazione atriale.
Bibliografia:
Weitz JI, Strony J, Ageno W, Get al. Milvexian for the Prevention of Venous Thromboembolism. N Engl J Med. 2021;385(23):2161-2172. doi: 10.1056/NEJMoa2113194. Link