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Vaccini Covid: dose aggiuntiva fondamentale per i malati oncologici

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Covid: la dose aggiuntiva può fare la differenza per le persone con sistemi immunitari compromessi secondo un nuovo studio

Gran parte dei pazienti oncologici che non presentano una risposta immunitaria rilevabile dopo la vaccinazione completa contro il COVID-19 sono favoriti dalla terza dose, secondo un nuovo studio dei ricercatori del Montefiore Einstein Cancer Center (MECC). I risultati, pubblicati online su Cancer Cell, mostrano inoltre che la dose “booster” apporta benefici a tutti i pazienti oncologici, che sono a rischio elevato di sviluppare malattia grave e di morire per COVID-19, particolarmente a quelli con tumori ematologici. “La rapidità delle raccomandazioni e dei trattamenti per COVID-19 è stata incredibile, ma sono rimasti alcuni dubbi sulla sicurezza e sulla necessità delle dosi booster,” ha affermato Lauren Shapiro, M.D., co-autrice dell’articolo con Astha Thakkar, M.B.B.S, entrambe borsiste al terzo anno di ematologia/oncologia al Montefiore Medical Center and Albert Einstein College of Medicine. “La nostra ricerca offre risposte basate sui dati, sul calo della protezione vaccinale da COVID-19 nei pazienti immunocompromessi e fornisce una guida chiara sulla necessità di vaccinazione dei pazienti oncologici.” Lo studio ha coinvolto due gruppi di pazienti colpiti da cancro. Il primo era composto da 99 persone vaccinate completamente contro il COVID-19. Sono state sottoposte a test dopo la prima dose per la presenza di anticorpi antivirali nel sangue, segnale di una risposta immunitaria attiva che riduce il rischio di malattia grave e di morte per COVID-19. Nella maggior parte dei pazienti con anticorpi rilevabili, i livelli sono diminuiti all’analisi ripetuta da 4 a 6 mesi dopo.

I partecipanti del secondo gruppo, formato da 88 pazienti oncologici vaccinati completamente, sono stati testati per rilevare la presenza di anticorpi antivirali nel sangue. Il 64% mostrava anticorpi rilevabili, mentre i restanti pazienti (tutti, tranne uno, con tumori ematologici) risultavano negativi per gli anticorpi. Tutti i partecipanti – con o senza anticorpi – hanno poi ricevuto una dose booster di vaccino anti COVID-19. Quattro settimane dopo, ad un nuovo test, il 79,5% (70 persone su 88) mostrava un livello di anticorpi maggiore rispetto a quello prima della dose booster. Soprattutto, il 56% dei pazienti oncologici, senza anticorpi rilevabili dopo la vaccinazione standard, ne confermava la presenza dopo la dose booster.

“Il nostro studio dimostra chiaramente come la dose aggiuntiva possa fare la differenza per alcune persone con sistemi immunitari compromessi, come i pazienti oncologici. Mentre la cura dei pazienti affetti dal cancro e le linee guida vaccinali evolvono, riteniamo che questi risultati sottolineino il continuo beneficio della vaccinazione per tutti i nostri pazienti”, ha spiegato Balazs Halmos, direttore del Multidisciplinary Thoracic Oncology Program al Montefiore Health System, Professore di Medicina all’Albert Einstein College of Medicine, e direttore associato di scienza clinica al MECC. Il dott. Halmos, con Amit Verma, M.B.B.S., direttore associato di Ricerca Traslazionale al MECC e direttore di Emato-oncologia nel dipartimento di Oncology del Montefiore, sono autori corrispondenti dell’articolo.

Lo studio è il quarto condotto dai ricercatori del MECC rivolto ai pazienti oncologici e al COVID-19. In un articolo pubblicato a maggio 2020 su Cancer Discovery, hanno evidenziato che i pazienti colpiti da COVID-19 affetti da tumori ematologici mostrano tassi di mortalità significativamente superiori rispetto ai pazienti con tumori solidi. In uno studio di follow-up pubblicato a marzo 2021 su Nature Cancer, hanno riportato i risultati sulla risposta dei pazienti all’infezione iniziale da COVID-19. A giugno 2021, il gruppo di studio ha riportato le risposte iniziali dei pazienti oncologici alla vaccinazione anti-COVID-19 su Cancer Cell.

In questo studio, l’età media dei partecipanti sottoposti alla dose booster era di 69 anni, ed erano divisi quasi equamente tra uomini e donne. Il 65% presentava tumori ematologici e il 35% tumori solidi. La maggior parte dei partecipanti, il 70%, era immunizzato con il vaccino Pfizer-BioNTech, il 25% con Moderna, e il 5% con Johnson & Johnson. Circa il 36% dei pazienti era di etnia caucasica, il 33% afro-americana, il 22% ispanica, l’8% asiatica e l’1% apparteneva ad altri gruppi etnici.

Bibliografia
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