La forma dell’infinito: in mostra a Casa Cavazzini a Udine 50 opere di grandi artisti per riflettere sul senso dell’esistenza umana
La forma dell’infinito è il titolo della mostra che invita a riflettere sulla possibilità di andare oltre la finitezza umana e la trascendenza, una questione esistenziale certo affascinante. Il compito di accompagnare queste riflessioni è affidato a 50 opere esposte a Casa Cavazzini, nel Museo d’arte moderna e contemporanea, fino al 27 marzo. Molti di questi capolavori sono stati realizzati dai più importanti protagonisti degli ultimi due secoli e non si sono mai visti in Italia.
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con la collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York, il Musée D’Orsay di Parigi, ma anche la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma o il MART di Rovereto e altri.
Tra gli artisti spiccano Claude Monet, Paul Gauguin, Henri Matisse, Dante Gabriel Rossetti, Mikalojus Čiurlionis, Briton Rivière, Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Nikolaj Roerich ed Emilio Vedova. Vasilij Kandinskij è rappresentato da tre opere, tra cui La Piazza Rossa, prezioso prestito concesso dalla Tretyakov di Mosca, simbolo della svolta del genio dovuta a una sorta di estasi artistica.
L’idea è di don Alessio Geretti, sacerdote friulano che ha curato altri progetti simili, con l’obiettivo di proporre una storia spirituale dell’arte. Questa mostra infatti vuole spiegare perché la pittura di tutta l’Europa si sia incamminata su diversi sentieri. Percorsi nuovi che, lasciandosi alle spalle l’Impressionismo e l’Espressionismo, hanno tentato di riaprire gli occhi dell’umanità per non farla scivolare verso la miseria spirituale o l’ebrezza materialistica.
Un approccio diverso, ma non complicato o difficile da provare, che tutti possono sperimentare, accompagnati da giovani guide che offrono una chiave di lettura sia iconologica che teologica.