In Francia 813 medici, nutrizionisti, professionisti della sanità e scienziati hanno firmato a favore dell’etichetta a semaforo NutriScore
Rispondendo splicitamente ad un appello lanciato dal prestigioso quotidiano parigino “Le Monde”, 813 medici, nutrizionisti, professionisti della sanità e scienziati francesi hanno firmato a favore dell’etichetta a semaforo NutriScore. L’appello sostanzialmente chiedeva una valutazione sullo strumento che l’industria dei formaggi e dei salumi considera ‘penalizzate’.
È da dire che sono ben oltre 500 le aziende alimentari che in Francia hanno già volontariamente adottato l’etichetta NutriScore e che questa si è diffusa rapidamente in Belgio, Spagna, Germania, Lussemburgo, Svizzera e Paesi Bassi. Come è noto l’Europa dovrebbe prendere entro il 2022 una decisione sull’adozione definitiva di una etichetta nutrizionale e questo sistema è chiaramente il preferito a livello UE mentre è fortemente contrastato in Italia.
Le motivazioni espresse dalle associazioni del mondo agricolo, e recepite da alcune forze politiche, trovano risposta nel documento sottoscritto dagli scienziati francesi. Si sottolinea infatti che il ‘semaforo’ non fa altro rendere visivamente immediato quanto è già scritto nella tabella nutrizionale: se un alimento è etichettato in arancione o rosso non significa che non bisogna mangiarlo, ma che deve essere consumato nell’ambito di una dieta equilibrata, in piccole quantità e non troppo di frequente.
In Francia e in Italia, ci sono produttori che si appellano al valore della tradizione e della territorialità dei prodotti certificati Dop o Igp: denominazioni che attestano però come questi alimenti provengano da una determinata area geografica o secondo precisi disciplinari di produzione. Altro è la loro composizione e ‘qualità nutrizionale’: per quanto prelibato, non c’è nutrizionista che possa consigliare un consumo frequente del ‘lardo di Colonnta’.
Il NutriScore poi compara tra loro prodotti omogenei: la valutazione espressa sullo yogurt, per fare un esempio, non ha nulla a che vedere quella espressa su di un salume, visto quanto diverso è il consumo che si fa di questi prodotti diversi. Se poi a guadagnarne è la salute, dicono gli scienziati francesi, meglio adottare un sistema visivo immediatamente comprensibile per i consumatori.