Gotta: predizione a 10 anni di malattia con una misura di uricemia


Nessun valore aggiunto derivante dalla ripetizione del test per la valutazione dell’uricemia, rispetto al test singolo, per predire l’incidenza di gotta a 10 anni

Gotta ai piedi farmaci e medicinali utili

Non vi sarebbe alcun valore aggiunto derivante dalla ripetizione del test per la valutazione dell’uricemia, rispetto al test singolo, per predire l’incidenza di gotta a 10 anni. Queste le conclusioni di uno studio presentato nel corso del Congresso dell’American College of Rheumatology che smentisce l’ipotesi di una migliore accuratezza derivante dalla ripetizione di questo esame ematochimico.

I presupposti e gli obiettivi dello studio
Come è noto, la presenza di livelli elevati di uricemia rappresenta il fattore di rischio più importante nello sviluppo della gotta. Tuttavia, in alcuni studi longitudinali di coorte, una piccola proporzione di individui con livelli uricemia nella norma sviluppa lo stesso malattia gottosa, mentre è il contrario per la maggior parte di quelli che presentano livelli di uricemia elevati. Tale osservazione potrebbe essere dovuta a fluttuazioni successive dei livelli di uricemia nel tempo.

Non è chiaro, dunque, se la ripetizione del test per la determinazione dei livelli di uricemia possa essere in grado di migliorare la capacità di predire con maggiore accuratezza lo sviluppo di gotta.

Su questi presupposti è nato il nuovo studio, che si è proposto di verificare se uno o più test per la misurazione dell’uricemia fossero in grado di predire meglio l’incidenza di gotta nel tempo.

Disegno e risultati principali
Per questo studio, i ricercatori hanno attinto ai dati di 16.017 inclusi negli studi ARIC (Atherosclerosis Risk in Communities Study), CARDIA (Coronary Artery Risk Development in Young Adults Study) nonchè nella coorte originaria dello studio FHS the Framingham Heart Study) – 56% di pazienti di sesso femminile; età media al basale pari a  49 anni.

Oltre ad avere effettuato due misurazioni dei livelli di uricemia a 3 e a 5 anni di distanza, seguite da una valutazione dell’incidenza di malattia gottosa a 5-6 anni dalla seconda misurazione dei livelli di acido urico nel sangue, i ricercatori hanno calcolato l’abilità predittiva di alcuni modelli di test per la misurazione dell’uricemia sull’incidenza di gotta.

In media, l’intervallo tra le due rilevazione dei livelli di acido urico nel sangue era pari a 3,5 anni, con i dati suggestivi di un piccolo incremento dei livelli di questo parametro ematochimico da 5,42 mg/dl nel corso della prima misurazione a 5,71 mg/dl nel corso del secondo esame (p<0,001).

Dai risultati è sostanzialmente emersa l’esistenza di un’elevata correlazione tra la prima e la seconda misurazione effettuata dei livelli di uricemia (p<0,001) e, per contro, l’assenza di differenze di abilità predittiva dell’incidenza di gotta tra vari modelli di misurazione dell’uricemia basati, rispettivamente, sulla prima misurazione, sulla seconda, sulla media di entrambe le misure e sul valore più elevate delle due misurazioni effettuate di questo parametro.

Riassumendo
In conclusione, i risultati di questo studio rendono più agevole e meno dispendioso il processo di predizione a 10 anni del rischio di gotta basato sulla misurazione dell’uricemia e, a detta degli autori, possono giustificare il razionale dell’esame singolo per la rilevazione dell’uricemia nei futuri studi longitudinali sull’incidenza di artropatia gottosa, nonché avere una ricaduta nella pratica clinica in termini di “spia” del rischio di insorgenza di malattia.

Bibliografia
Stewart S et al. Is Repeat Serum Urate Testing Superior to a Single Test to Predict Incident Gout over Time? [abstract 1449]. Arthritis Rheumatol. 2021; 73 (suppl 10).