Fino al 12 febbraio l’Orcio d’Oro (via Augusto Conti, San Miniato) dedica una mostra e varie iniziative alla Grande Guerra, con un materiale straordinario dedicato al film di Mario Monicelli
Dal 29 gennaio al 12 febbraio l’Orcio d’Oro (via Augusto Conti, San Miniato) dedica una mostra e varie iniziative alla Grande Guerra, con un materiale straordinario dedicato al film di Mario Monicelli.
Saranno una serie di intense giornate, inizieremo con il film “La Grande Guerra” di Mario Monicelli (1959) con due giganti del cinema italiano: Vittorio Gassman e Alberto Sordi, proiettato per chi vorrà intervenire dalle ore 16 e 30, seguirà alle 18 e 45, la presentazione della mostra delle foto inedite scattate sul set del film, realizzate da Mario Maffei, e presentate da Stefano Maffei, figlio di quello che era l’aiuto regista di Monicelli e da Lucia Baldini, grande fotografa, qui in veste di curatrice ed editore di un materiale di assoluta curiosità, come quello legato al bel film del regista viareggino.
Seguiranno venerdì 4 e venerdì 11 febbraio, stavolta alle 21 e 15, due altre interessanti serate, la prima con Manuela Parentini (intervistata da Aurelio Cupelli), dal titolo “San Miniato, dal Fronte al Milite Ignoto”; la seconda – attesissima – con l’apprezzato gruppo dei VinCanto (Alessandro Cei, Simone Faraoni, Ilaria Savini), protagonisti di una serata di canzoni intitolata “Ho sentito spara’ il cannone. Canti delle trincee della Grande Guerra”.
LA MOSTRA:
La Grande Guerra
Foto inedite di Mario Maffei
realizzate sul set del film di Mario Monicelli (1959)
Testi di Daniele Costantini
La casa editrice “in Alto” edizioni nasce con la vocazione di dare voce a piccoli tesori dormienti nei cassetti. Nel caso specifico di questo libro “La Grande Guerra”, il sonno si era già interrotto un paio di anni fa divenendo una mostra/documentario che ha avuto un ottimo riconoscimento.
La mostra e il libro sono curati da Lucia Baldini e Stefano Maffei e si costruisce su due sezioni:
la prima è fotografica e contiene una larga carrellata di immagini inedite realizzata da Mario Maffei durante le riprese del film “la Grande Guerra”, per il quale stava lavorando come aiuto regista di Mario Monicelli. Fotografie ai sali d’argento, un bel bianco e nero aggressivo che va a raccontare i protagonisti del film, alcune scene, con le ricostruzioni delle trincee e dei momenti di tregua delle battaglie e un affettuoso back stage.
Mario Maffei, viareggino di nascita, ma romano di esistenza, ha attraversato il mondo del cinema e del teatro negli anni che vanno a cavallo tra i ’40 e i ’80. Quarant’anni in cui ha lavorato come sceneggiatore, attore, regista, aiuto regista: con Monicelli ha collaborato in nove film, tra i quali due capolavori del cinema italiano, “I Soliti Ignoti” nel 1958, e “La Grande Guerra” nel 1960. Forse, il commento più bello sulle qualità professionali di Mario Maffei lo dobbiamo proprio a Mario Monicelli. In una intervista concessa a “L’Unità” nel 1995, il grande regista, romano di nascita e viareggino di adozione, dopo aver rivisto in pubblico “La Grande Guerra”, alla domanda del giornalista “Cos’altro in particolare l’ha colpita rivedendolo?”, rispose: “Per esempio tutti i ‘fondi’, che poi curava Mario Maffei. Se uno ci fa caso, in ogni inquadratura della Grande Guerra c’è sempre qualcos’altro che accade ‘dietro’ la scena principale. Sono ‘fondi’ nei quali succede un’iradiddio, gente che cammina, soldati che sfilano, giovani che passano la visita… tutti manovrati da Maffei. Posso dire che c’era una vera e propria regia solo per i fondi”.
La seconda sezione del libro invece è un testo molto delicato e intenso di Daniele Costantini, sceneggiatore e regista di cinema e teatro: (Una settimana come un’altra (1978, O Samba (film Tv, 1987, Mezzaestate (1990), I corti italiani (1997), Fatti della banda della Magliana (2005), Amore che vieni, amore che vai (2008)
Daniele Costantini, oltre che essere un grande amico della famiglia Maffei ha anche collaborato con Mario Monicelli e per questi motivi riesce a costruire un racconto delicato, felice, intenso di quegli incontri. Con Roma reinventata, tra gli anni ’50 e ’70. E con i ragazzi che giocavano in via dei Giornalisti, le loro storie, le loro avventure.
Questo libro è un piccolo omaggio “al mondo del fare” cinema, teatro, cultura che tanto ha dato nei primi decenni del dopoguerra.