A Buildingbox “Calendario – Nous / Chirone” di Letizia Cariello


L’opera site specific “Calendario – Nous / Chirone” di Letizia Cariello inaugura la mostra annuale a cura di Annette Hofmann a Milano, fino al 23 dicembre

"Calendario - Nous / Chirone" di Letizia Cariello

BUILDINGBOX presenta la prima installazione site specific della mostra personale Calendario – Nous di Letizia Cariello, a cura di Annette Hofmann.

Il progetto indaga con successivi interventi dell’artista il concetto di Nous (νοῦς in greco antico), inteso come soglia: una porta che apre il passaggio da una dimensione interiore verso l’esterno, nello spazio e nel tempo, e che si materializza nel luogo fisico di BUILDINGBOX, visibile al pubblico 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

La prima opera in mostra è Calendario – Nous / Chirone, un’installazione site specific che si compone di due dischi di acciaio, lana bianca e chiodi da maniscalco installati nel box, verniciato con una base a pigmenti blu e rossi e pittura luminescente al buio. Come per le installazioni che seguiranno, l’opera è suscettibile di successivi interventi lungo il corso della sua vita espositiva, secondo quanto potrebbe dettare (o meno) il tempo creativo dell’artista.

Offerto allo spettatore dietro il vetro, che funge da diaframma tra strada e galleria, il vuoto di BUILDINGBOX diventa così un vero e proprio planetario con pareti blu notte dipinte con vernice fotoluminescente che al calare della luce emana una brillantezza lunare. Sulle superfici, chiodi da maniscalco e fili di lana bianca sono disposti in un pattern ispirato allo schema della costellazione di Chirone, secondo un codice espressivo che Letizia Cariello deriva dai suoi noti Gates. Due dischi di acciaio lucidato a specchio fissati alle pareti evocano forme a metà fra pianeti e parti di ingranaggi meccanici della prima rivoluzione industriale.

Chirone, centauro benevolo, forgiatore d’eroi, medico dell’anima che cura gli altri per curare sé stesso da una malattia inguaribile che lo porterà a scambiare la sua natura semi-divina con la natura mortale, rappresenta la cura del cuore generoso che senza fine si dona” commenta Letizia Cariello. “Il pubblico viene assorbito in uno spazio “altro”, in cui si realizza uno scambio energetico, che, dalle pareti fotoluminescenti, corre sulla lana, ruota e gravita attorno ai dischi d’acciaio, erranti pianeti, che enfatizzano la ciclicità all’opera. Nel silenzio della notte il box brilla di luce propria, diventando esso stesso errante, e ci attira a sé, divenendo porta verso un misterioso centro gravitazionale”.

Dopo i precedenti cicli espositivi volti a indagare i temi della luce (5779, a cura di Nicola Trezzi, 2019) del vetro (Dalla sabbia – Opere in vetro, a cura di Jean Blanchaert, 2020) e dell’oro (La forma dell’oro, a cura di Melania Rossi, 2021) nell’arte contemporanea – attraverso una successione di installazioni di 12 artisti in 12 mesi – BUILDINGBOX aggiorna la consueta modalità espositiva invitando per il 2022 un’unica artista a confrontarsi in maniera personale con lo spazio di via Monte di Pietà 23 a Milano. Il box, indipendente e votato alla sperimentazione, diventa così un punto di osservazione privilegiato sull’arte di Letizia Cariello e, insieme, uno spazio di dialogo con il visitatore, che dalla trasparenza del box potrà osservare lo svolgersi di una mostra che si dilata nel tempo anziché nello spazio: un susseguirsi ininterrotto di opere e installazioni site specific a cadenza irregolare, frutto di interventi imprevedibili e liberamente dettati dal tempo creativo dell’artista.

Nelle parole di Letizia Cariello BUILDINGBOX diventa carne, un cuore pulsante che, sia di giorno che di notte, pompa assottigliando i propri confini spaziali e materici, creando una Porta verso una nuova dimensione, uno spazio di connessione”. Proprio come un essere vivente, il progetto espositivo crescerà e si trasformerà nel corso dell’anno, con successive aggiunte e sottrazioni di alcuni elementi, seguendo un proprio percorso di vita irregolare e imprevedibile.

Con Calendario – Nous l’artista esplora il concetto di Nous (νοῦς in greco antico) che indica, a partire da Omero, la facoltà del pensiero di comprendere un evento – l’intelletto – intesa come porta o passaggio verso una dimensione altra, che esula dal tempo lineare per aprirne uno circolare, spirituale. Il Nous si presenta quindi come una soglia che invita il pubblico ad attraversare metaforicamente i confini e a comprendere l’intreccio tra spazio, installazione e tempo, divenendo esso stesso parte integrante dell’opera e delle sue relazioni.

Centrali nella ricerca di Letizia Cariello sono i temi del tempo e del confine. Da anni l’artista lavora con la pratica del ricamo e della tessitura per dare forma tangibile a legami invisibili, esplorando la relazione tra spazio interiore e mondo esterno. La volontà di intercettare la consistenza materiale del tempo si concretizza nella ricerca e nella raccolta delle sue tracce, rese visibili attraverso la scrittura di calendari e il ricorso a un filo rosso – un marchio della sua produzione – che unisce e cuce tra loro oggetti, materie e spazi. In questo processo di cucitura, l’artista avvicina mondi diversi relazionandoli tra loro, rinsalda dei legami persi, cura delle ferite. Dagli alberi alle teiere, dalle tazze alle fotografie, il suo segno attraversa gli oggetti e gli spazi quotidiani per materializzare il tempo in una forma percepibile. Nella poetica di Letizia Cariello, I Calendari in particolare rappresentano una forma di meditazione sul tempo e sulla sua reale esistenza, un esercizio artistico di scrittura e concentrazione interiore sul tempo a venire, nel tentativo di dare una corporeità alla sua natura intangibile, renderla concreta, o quantomeno rincorrerla, dandole un nome e una data.