“Acqua e Cenere” è il nuovo singolo di Carlo Audino che denuncia l’inquinamento: il brano è su tutte le piattaforme digitali
L’inquinamento è il tema di questa bellissima canzone di Carlo Audino. In “Acqua e cenere” chi parla è una sinuosa Ninfa che, preoccupata, vede nel ruscello che fino a poco prima portava un’acqua purissima, una grande quantità di cenere e materiale inquinante. L’amore per la Natura si sprigiona in questo canto della Ninfa che vede il pericolo nell’indifferenza degli altri nei confronti dell’inquinamento. Tra ricordi di delfini ed aironi lei si lascia andare con l’acqua e la cenere fino in fondo al mare, sperando sia questa la soluzione.
L’arrangiamento è di Carlo Audino, in collaborazione col Maestro Riccardo Taddei, a cui sono affidate anche le tastiere. Simone Ceracchi è al basso, mentre Luca Fareri alla batteria.
Spiega l’artista a proposito del brano: «”Acqua e cenere” è una storia drammatica che, purtroppo, ci appartiene e la cui causa è da ricercarsi nei nostri comportamenti quotidiani. Spero che tutti insieme riusciremo a modificare le nostre abitudini ed il nostro atteggiamento, nel maggior rispetto della Natura, lasciando così ai nostri figli un mondo migliore».
Nel video di “Acqua e cenere”, oltre alle consuete immagini di Carlo Audino che canta e suona, sono inserite alcune sequenze che rappresentano i danni dell’uomo verso la Natura.
Biografia
Nato nel 1964, Carlo Audino inizia a suonare la chitarra nel 1979 seguendo le orme del padre Antonio. Nel giro di pochi mesi comincia a scrivere i primi brani ispirato, oltre che dagli altri cantautori, soprattutto da Ivan Graziani. Negli anni successivi partecipa a innumerevoli festival e concorsi musicali durante i quali entra in contatto con altri artisti suoi coetanei. Nel 1996 e 1997 è all’Accademia della Canzone di Sanremo con un giovane e spaesato amico di allora: Tiziano Ferro. Nel frattempo crea uno studio di registrazione per poter fissare le proprie emozioni, migliorando le sue qualità di arrangiatore e tecnico del suono. Suona in maniera continuativa con band più o meno improvvisate e in duo in moltissimi pianobar e pub, soprattutto di Roma e provincia, ma anche a Milano e in centro Italia. Dal 2001, pur lasciando inalterata l’attività di musicista live, rallenta la carriera cantautorale per dare più spazio al matrimonio e alla famiglia, ma dopo il divorzio ricomincia a scrivere canzoni e a ripescare quelle più datate. Nel 2012 un gravissimo incidente di moto quasi lo uccide e gli distrugge polso e braccio sinistro: secondo i medici non potrà mai più suonare la chitarra. Nonostante tutto, dopo qualche anno decide di riprovare, suonando l’accompagnamento, con altri non giovanissimi chitarristi e flautisti, per gli inni ecclesiastici durante le funzioni della chiesa St John Fisher di Rochester (UK), dove abita da qualche anno. Miracolosamente, nel giro di poche domeniche, prende via via confidenza con questo nuovo modo di suonare, ricominciando anche a fare chitarrabar in vari locali vicino Londra. Nel 2021 decide di dare una possibilità alle vecchie e nuove canzoni. E così, come si farebbe tirando fuori un foglio alla volta da una cartellina polverosa, le sta estraendo, variandone contestualmente testo e musica per renderle più in linea col mondo attuale.