Il negoziato tra India e Ue torna in scena


I governi della UE e dell’India hanno annunciato di voler ripartire con i negoziati lanciati nel 2007 e bloccati di fatto dal 2013

India

Di recente i governi della UE e dell’India hanno annunciato di voler ripartire con i negoziati lanciati nel 2007 e bloccati di fatto dal 2013. Per ora non è stato indicato un programma dei lavori con le relative date, ma l’Unione europea ha riconfermato il prorio impegno a rafforzare le relazioni economiche con la federazione ed a giungere ad un trattato di mutuo beneficio sul commercio e sugli investimenti.

L’accordo di libero scambio, quindi, dovrebbe includere un accordo parallelo sulle IIGG ed essere accompagnato dall’intesa sugli investimenti.

Le problematiche di base per affrontare il mercato indiano restano i livelli dei dazi applicati alle importazioni. A titolo di esempio:  il dazio medio applicato per il vino è del 150% del valore con punte del 250%; per gli agrumi del 30% al quale si aggiunge il  22% di altre tasse; per l’olio di oliva il 40% più altre tasse; per i formaggi il 30% e per gli ortaggi il 30/40%. Peraltro con autonomia da parte di ciascuno Stato della federazione di fissarli o modificarli senza essere vincolati dalle decisioni del governo centrale.

Anche per le barriere non tariffarie, in base ai dati forniti dalla relazione della Commissione europea pubblicata ad ottobre del 2021, l’India si conferma al 5° posto al mondo per numero di ostacoli applicati. Citiamo alcuni esempi recenti.

Da aprile 2020 sono entrate in vigore nuove regole per la classificazione e l’etichettatura delle bevande alcoliche commercializzate nel Paese ed  a maggio 2021 è stato modificato, con decisone unilaterale, il certificato veterinario richiesto per l’ingresso di formaggi per quanto riguarda l’impiego del caglio animale.