I pazienti con tumori ematologici, in particolare quelli con malattia più avanzata, sono particolarmente esposti a esiti gravi del Covid-19
I pazienti con tumori ematologici, in particolare quelli con malattia più avanzata, sono particolarmente esposti a esiti gravi della Covid-19, tra cui un’elevata probabilità di evoluzione della malattia verso forme gravi o di decesso dovuto alla Covid-19, secondo un’analisi relativa a oltre 1000 pazienti inseriti nell’ASH RC COVID-19 Registry for Hematology, e presentata all’ultimo congresso dell’ASH.
Mortalità del 17%
Secondo quanto riportato nello studio, il 17% dei pazienti con tumori del sangue che hanno sviluppato la Covid-19 sono morti a causa dell’infezione, una cifra che rappresenta un tasso di mortalità sorprendentemente più alto rispetto a quello osservato nella popolazione generale (negli Stati Uniti per esempio il tasso di mortalità risulta compreso tra l’1,6 e il 6,2% a seconda dei diversi momenti della pandemia).
L’età avanzata, l’appartenenza al sesso maschile, una prognosi sfavorevole del tumore e la scelta di rinviare il ricovero in terapia intensiva, quando invece era raccomandato, sono risultati tutti fattori indipendentemente associati a una probabilità di morte più elevata.
«Nella nostra analisi, avere una prognosi sfavorevole per la malattia di base prima della Covid-19 e decidere di rinunciare alle cure in terapia intensiva sono risultati i più potenti fattori predittivi di mortalità tra i pazienti con tumori del sangue e Covid-19, e i due fattori potrebbero benissimo essere collegati», ha dichiarato Lisa K. Hicks, del St. Michael’s Hospital di Toronto. «Se un paziente è abbastanza grave da richiedere il ricovero in terapia intensiva, ma sceglie di non ricevere questo tipo di cure, ci aspettiamo che la sua decisione avrà un impatto importante sulla sua sopravvivenza».
Nei pazienti il cui medico aveva stimato un’aspettativa di vita inferiore ai 6 mesi a causa del tumore prima di ammalarsi di Covid-19, la Hicks e i colleghi hanno stimato una probabilità di decesso sei volte maggiore e questa probabilità è risultata quasi raddoppiata tra coloro che hanno deciso di rinunciare alle cure intensive per la Covid-19.
Tuttavia, questi pazienti rappresentavano una piccola percentuale del campione complessivo, infatti solo il 7% dei pazienti aveva una prognosi stimata pre-Covid-19 inferiore a 6 mesi e il 9% aveva rinviato le cure in terapia intensiva.
Probabilità di morte non aumentata dalle terapie oncologiche
Per i pazienti con neoplasie ematologiche è particolarmente importante sapere se il trattamento del tumore influenzi o meno la mortalità per Covid-19.
La maggior parte dei pazienti inclusi nel set di dati (71%) aveva ricevuto una terapia oncologica durante l’anno precedente, gli altri erano in remissione o non avevano avuto la necessità di essere trattati.
L’analisi ha evidenziato che l’aver ricevuto un trattamento oncologico nell’anno precedente all’infezione da Covid-19 non ha aumentato significativamente il rischio di morte, come alcuni avevano temuto; tuttavia, è risultato associato a un aumento del rischio di ospedalizzazione.
Anche fattori quali l’età avanzata, il sesso maschile, avere un tumore attivo e altre comorbidità sono risultati associati a un aumento del rischio di ospedalizzazione per Covid-19 nei pazienti con tumori ematologic,.
«Nei primi giorni della pandemia, c’era molta incertezza sull’opportunità di sospendere o modificare i trattamenti per le neoplasie ematologiche nelle zone con un’alta incidenza di Covid-19», ha detto la Hicks. «I dati sono in qualche modo rassicuranti, in quanto, sebbene un trattamento recente del tumore sia risultato associato a un rischio più elevato di ospedalizzazione nei pazienti con Covid-19, non è risultato associato in modo indipendente a una probabilità significativamente superiore di decesso. Anche il tipo di neoplasia ematologica non è risultato associato a un rischio di decesso per Covid-19 più elevato. Questi risultati suggeriscono che i pazienti che necessitano di un trattamento per la loro patologia oncoematologica dovrebbero probabilmente proseguire tale trattamento».
Campione di oltre 1000 pazienti
I dati per l’analisi presentata all’ASH sono stati raccolti tra l’1 aprile 2020 e il 2 luglio 2021 nell’ASH RC COVID-19 Registry for Hematology. Questo registro pubblico e alimentato su base volontaria riporta gli esiti dell’infezione da Covid-19 nei pazienti affetti da patologie ematologiche.
Sono stati inclusi in quest’analisi un totale di 1029 pazienti provenienti da tutto il mondo. Di questi, il 41% era di sesso femminile, l’età dei i pazienti andava da 5 a oltre 90 anni e il 27% aveva almeno una comorbidità, come una patologia cardiaca, ipertensione, malattie respiratorie o diabete.
Gli sperimentatori hanno quindi cercato di identificare i fattori associati a una maggiore probabilità di ricovero o morte per Covid-19.
Dei pazienti inclusi nell’analisi, il 34% aveva una diagnosi di leucemia acuta o sindromi mielodisplastiche, il 25% di linfoma, il 20% di discrasia delle plasmacellule, l’11% di leucemia linfatica cronica e il 10% di neoplasia mieloproliferativa.
I pazienti affetti da una neoplasia mieloproliferativa o una discrasia delle plasmacellule hanno avuto nel complesso una Covid-19 meno grave rispetto ai pazienti con leucemia linfatica cronica, leucemia acuta, sindrome mielodisplastica o linfoma. Un risultato non sorprendente, secondo la Hicks, in quanto i pazienti con neoplasie mieloproliferative in genere convivono con la loro malattia per molti anni, generalmente sono in condizioni di salute migliori e possono anche non necessitare di un trattamento immunosoppressivo.
In conclusione
«I dati del Registro ASH RC COVID-19 presentano alcune limitazioni e i risultati dovrebbero essere generalmente considerati generatori di ipotesi» ha affermato l’autrice.
Ciò nonostante, ha aggiunto, «i dati suggeriscono che i pazienti con tumori ematologici hanno un rischio sostanziale di Covid-19; questo riscontro ha ricadute sui nostri pazienti, su come gestiamo le nostre cliniche durante la pandemia e il continuo evolversi delle varianti, e su come utilizzare i vaccini, i richiami e i trattamenti anticorpali».
Il registro ASH RC è un registro pubblico volontario che continua ad accumulare dati e a fornire le informazioni su un cruscotto pubblico, per contribuire a mantenere la comunità ematologica aggiornata sull’evolversi della situazione. La Hicks ha poi anticipato che gli esperti valuteranno anche come sono cambiati i rischi di ricovero e morte da quando i vaccini e i trattamenti per la Covid-19 sono diventati maggiormente accessibili.
Bibliografia
L.K. Hicks, et al. Risks for Hospitalization and Death Among Patients with Blood Disorders from the ASH RC COVID-19 Registry for Hematology. Blood (2021) 138 (Supplement 1): 3040. Link