Gli specialisti degli esami clinici sottolineano incongruenze e lacune nel nuovo nomenclatore LEA, che vanno modificate prima dell’approvazione
Un nuovo decreto sulla definizione delle tariffe dell’assistenza specialistica ambulatoriale è in fase di approvazione alla Conferenza Stato Regioni. “Crediamo che la pandemia abbia mostrato, ora come non mai, il valore della diagnostica di laboratorio nella sanità pubblica quale insostituibile strumento di tutela della salute per tutti i cittadini – afferma il dr. Tommaso Trenti, presidente di SIBioC (Società Italiana di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica- Medicina di Laboratorio – Per questo la nostra società scientifica ha rivolto un accorato appello al Ministero della Salute, esprimendo forte preoccupazione per le conseguenze che potrebbe avere l’applicazione del tariffario nella forma in cui è stato presentato alle Regioni.”
Ecco i punti che più preoccupano gli specialisti che operano in laboratorio.
Il nuovo tariffario determina una estrema contrazione delle risorse destinate alla diagnostica biochimica. Forte è quindi la preoccupazione per la sostenibilità dei servizi di Medicina di Laboratorio. Si teme un’ulteriore spinta verso la ricerca di economie di scala, attraverso il consolidamento-concentramento, la riduzione delle maestranze e delle professionalità, la trasformazione dei servizi di medicina di laboratorio in commodity acquistabili alla stregua di altre merci. Il decreto infatti pare non dare alcuna valorizzazione della risorsa umana e della professionalità, in controtendenza con tutte le più attuali teorie di Evidence Based Laboratory Medicine.
Il nuovo nomenclatore LEA contiene inoltre inesattezze, incongruenze e lacune. Nella lettera inviata, SIBioC le segnala e si propone come interlocutore tecnico e scientifico, per una urgente revisione del Decreto, prima che esso venga approvato.
“Confidiamo che le nostre istanze vengano accolte, nell’interesse primario dei pazienti affetti da ogni tipo di malattia, e di tutti i cittadini italiani, per la conservazione della loro salute” conclude il Presidente Trenti.