Ucraina: Biden e Johnson riaprono il dialogo con Mosca


Crisi Ucraina, Biden e Johnson a colloquio: “C’è ancora spazio per il dialogo con Mosca”. Il ministro russo Lavrov apre a una soluzione pacifica

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E’ durato oltre 40 minuti il colloquio telefonico tra il primo ministro britannico Boris Johnson e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, una chiamata volta a discutere l’attuale crisi in Europa orientale. Entrambi certi che Mosca sia pronta a sferrare un’aggressione all’Ucraina entro pochi giorni, i due leader hanno ribadito che esiste ancora “una cruciale finestra di opportunità per la diplomazia e per la Russia per fare un passo indietro dalle sue minacce nei confronti dell’Ucraina”.

Stando a quanto ha riferito in una nota Downing Street, Johnson e Biden hanno anche evidenziato come “una crisi prolungata” sarebbe deleteria per la Russia, con “danni di vasta portata sia per il Paese che per il mondo”.

Segnali di distensione sono arrivati anche dal ministro degli Affari esteri Sergei Lavrov che oggi, incontrando il presidente Vladimir Putin, ha detto che “una soluzione diplomatica alla crisi coi paesi occidentali è sempre possibile”. Ha però sottolineato il fatto che la Nato e i suoi alleati “devono ascoltare le esigenze di sicurezza, parte dell’agenda russa”. Da Mosca più volte il presidente Vladimir Putin ha negato l’intenzione di voler attaccare l’Ucraina. Nelle ultime settimane oltre 130.000 soldati sono stati ammassati al confine, ma Mosca giustifica questa mossa con delle esercitazioni militari congiunte con la Bielorussia iniziate lo scorso 10 febbraio, e che dovrebbero concludersi il 20 prossimo.

Domani intanto al Cremlino è atteso il cancelliere tedesco Olaf Scholz che, dopo aver incontrato a Kiev il presidente Volodymyr Zelenskiy, spera di poter convincere Putin a una de-escalation sfruttando “un asso nella manica”: l’accordo sulla costruzione del gasdotto Stream 2 che dovrebbe collegare la Russia alla Germania. Berlino intende inserire il progetto russo nel vasto pacchetto di sanzioni che i paesi del G7 hanno già minacciato di imporre su Mosca in caso di aggressione militare. Sul punto, Biden e Johnson hanno invocato “una maggiore indipendenza energetica” dell’Europa dalla Russia.

Un attacco che, secondo Washington e Londra, dovrebbe avvenire mercoledì, e per questo il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha proclamato il 16 febbraio “giornata dell’unità”. In un discorso alla nazione di stasera, il capo di Stato ha cercato di risollevare l’animo dei suoi cittadini e fare appello al patriottismo, incoraggiando le persone a esporre la bandiera e cantare all’aperto l’inno nazionale. “Ci stanno terrorizzando con la minaccia di una grande guerra- ha detto Zelenskiy- e ancora una volta hanno stabilito una data per un’invasione militare. Non è la prima volta che accade, ma il nostro Paese oggi è più forte che mai”.

Il presidente, spiega la Dire (www.dire.it), ha concluso: “Vogliamo la pace e vogliamo risolvere tutte le questioni esclusivamente attraverso i negoziati”. Intanto, il capo della polizia ucraina Klymenko ha fatto sapere che sono state “rafforzate le misure di sicurezza” nel Paese, tra cui è previsto il dispiegamento di un maggior numero di agenti di pattuglia nelle strade e nei luoghi nevralgici (come edifici pubblici e infrastrutture). “Non sono azioni che devono suscitare il panico- ha detto Klymeno- ma rafforzare le attività di protezione” dei cittadini e “la piena preparazione” degli agenti.