Gravidanza: i disordini respiratori durante il sonno (SBD) sono un noto fattore di rischio per il diabete gestazionale. Pubblicato un nuovo studio
I disordini respiratori durante il sonno (SBD) sono un noto fattore di rischio per il diabete gestazionale e generalmente vengono diagnosticati nel secondo o terzo trimestre di gravidanza, ma un nuovo studio pubblicato sulla rivista Sleep suggerisce che l’aumento dell’insulino-resistenza, un precursore del diabete gestazionale, può verificarsi già nel primo trimestre nelle donne con fattori di rischio per l’apnea ostruttiva del sonno (OSA), come sovrappeso e russamento abituale.
Le donne spesso presentano russamento e OSA durante la gravidanza. L’SDB è sottodiagnosticato nonostante colpisca fino al 70% delle gravidanze ad alto rischio, in particolare quelle con obesità materna, ed è più comune di altre complicanze ostetriche come diabete e ipertensione.
«Questa scoperta potrebbe potenzialmente fornire ai medici un’opportunità per migliorare i risultati mediante lo screening delle donne a rischio all’inizio della gravidanza o anche prima del concepimento» hanno scritto il primo autore dello studio Laura Sanapo e colleghi della Brown University di Providence, Rhode Island. «Sono necessari ulteriori ricerche per valutare meglio questa associazione e il suo impatto sullo sviluppo del diabete gestazionale, oltre a stabilire se il trattamento precoce o prima della gestazione dell’SDB può migliorare gli esiti metabolici del glucosio in gravidanza».
«Questo documento dimostra che i cambiamenti che precedono il diabete gestazionale si osservano molto prima durante la gravidanza» ha affermato l’autore senior Ghada Bourjeily, professore di medicina alla Brown University e direttore della ricerca e della formazione presso la Women’s Medicine Collaborative presso il Miriam Hospital di Providence. «All’inizio della gravidanza le donne dovrebbero essere sottoposte allo screening per l’SDB piuttosto che per l’insulino-resistenza, dal momento che la terapia a pressione positiva continua delle vie aeree (CPAP) è un intervento molto efficace.
«Aspettare la metà della gravidanza per effettuare uno screening dell’OSA è troppo tardi per apportare cambiamenti significativi nella cura di queste donne», ha aggiunto. «Una volta che il diabete gestazionale è stato diagnosticato, è troppo tardi».
Uno studio su donne in gravidanza
Lo studio ha coinvolto donne con gravidanze singole precoci e fattori di rischio per l’OSA, come il russamento abituale e un indice di massa corporea mediano (BMI) di almeno 27 kg/m2, reclutate da due studi clinici prospettici che includevano la positività all’OSA. Sono state escluse le partecipanti con una storia di diabete pregestazionale, quelle che usavano CPAP o sottoposte a terapia steroidea cronica.
Un totale di 192 donne è stato sottoposto a un test di apnea notturna a casa (HSAT) a 11 settimane di gestazione e a valutazioni del modello omeostatico (HOMA, progettato per fornire una stima della resistenza all’insulina, della sensibilità e della funzione delle cellule beta) a 15 settimane. L’associazione tra la misurazione continua dell’SDB come indice di eventi respiratori, nonché dell’indice di desaturazione dell’ossigeno e i parametri del metabolismo del glucosio come l’insulino-resistenza (HOMA-IR) è stata analizzata dopo aggiustamento per età gestazionale, età materna, BMI, etnia e razza.
Maggiore insulino-resistenza in presenza di SBD
Nel complesso è stata diagnosticata l’OSA a 61 donne (32%) sulla base di valori dell’indice di eventi respiratori (REI) maggiore o uguale a cinque eventi all’ora. Queste partecipanti avevano maggiori probabilità di essere più anziane, di avere un BMI elevato e di essere multipare (che hanno partorito più volte o che hanno avuto una gravidanza multipla) rispetto a quelle senza OSA.
Praticamente tutti gli eventi respiratori erano ostruttivi ed entrambi i gruppi hanno riscontrato un’ipossiemia notturna minima. La REI mediana è stata classificata come lieve (meno di 15 eventi all’ora), sebbene 10 donne avessero valori REI superiori a 15 eventi all’ora. Le donne con OSA avevano valori di glucosio e peptide C più alti e un grado più elevato di insulino-resistenza. Un aumento di 0,3 nell’HOMA-IR correlato all’SBD materno all’inizio della gravidanza può influenzare significativamente il metabolismo del glucosio.
Anche se i risultati dello studio non possono essere applicati ai soggetti normopeso, anche alcune donne con BMI normale (18,5-24,9) sono a maggior rischio di alterazioni del metabolismo del glucosio, come quelle con discendenza del sud-est asiatico, ha sottolineato Bourjeily. «Abbiamo scoperto che l’associazione dei parametri SDB con la resistenza all’insulina si verificava indipendentemente dal BMI e da altri fattori».
Screening per SBD prima della gravidanza
Secondo i ricercatori questi risultati sono importanti per quattro motivi. In primo luogo una ridotta sensibilità all’insulina di solito precede lo sviluppo del diabete. In secondo luogo, lo studio ha mostrato un’associazione tra SDB e ridotta sensibilità all’insulina nelle fasi precoci della gravidanza, circa 10 settimane prima dei tipici screening per il diabete gestazionale nelle donne incinte. Terzo, il range normale di insulino-resistenza in gravidanza è molto ristretto, quindi anche lievi cambiamenti legati all’SDB materno possono portare a valori anormali. Infine che l’SDB è un fattore di rischio modificabile, che può essere trattato con interventi non farmacologici sicuri in gravidanza.
«Pertanto, le donne con sovrappeso e obesità possono beneficiare dello screening per l’SDB prima del concepimento o all’inizio della gravidanza per migliorare l’esito metabolico del glucosio e ridurre il rischio di sviluppare il diabete in gravidanza» hanno affermato. «Queste donne possono quindi beneficiare di interventi su misura per migliorare gli esiti della gravidanza come screening precoci del diabete gestazionale e terapia per l’SDB, anche se di solito non sono consigliati programmi di perdita di peso o di esercizio in gravidanza. Quindi, il momento ideale per esaminare e intervenire effettivamente sarebbe nelle donne in età riproduttiva che considerano la gravidanza».
Idealmente lo screening per SDB dovrebbe iniziare prima della gravidanza, ha detto Bourjeily. Dovrebbe essere preso in considerazione un BMI maggiore di 25 e bisognerebbe chiedere alle pazienti se russano e, in tal caso, se lo fanno abbastanza rumorosamente da svegliare il partner. Si dovrebbe anche chiedere loro se soffrono di sonnolenza diurna. «Sulla base di queste risposte, specialmente nelle donne sottoposte a screening prima della gravidanza, ci sarà tempo per fare una diagnosi di apnea notturna e portare la paziente in CPAP» ha concluso.
Bibliografia
Sanapo L et al. Association between sleep disordered breathing in early pregnancy and glucose metabolism. Sleep, 2022; zsab281.