Prurigo nodularis: per dupilumab arriva una nuova conferma efficacia e sicurezza nello studio di fase III PRIME
Negli adulti con prurigo nodularis non controllato dupilumab ha raggiunto gli endpoint primari e secondari chiave, riducendo significativamente il prurito e le lesioni cutanee rispetto al placebo dopo 24 settimane. I risultati del trial di fase III PRIME sono stati presentati in anteprima da Regeneron e Sanofi e hanno confermato quanto emerso in precedenza nello studio PRIME2.
Chi soffre di prurigo nodularis manifesta un prurito intenso e persistente, con lesioni cutanee spesse (noduli) che possono coprire la maggior parte del corpo. La malattia viene spesso descritta come dolorosa, con bruciore e formicolio cutanei. Se non controllato, il suo impatto sulla qualità della vita è uno dei più elevati tra le malattie infiammatorie della pelle che provocano prurito estremo, paragonabile ad altre malattie croniche debilitanti che possono influire negativamente sulla salute mentale, sulle attività della vita quotidiana e sulle interazioni sociali.
Gli steroidi topici ad alta potenza sono ampiamente utilizzati per contrastare i sintomi, ma sono associati a rischi per la sicurezza se usati a lungo termine. Negli Usa sono circa 75mila le persone che non sono comunque in grado di controllare la loro malattia con gli steroidi topici e non dispongono di ulteriori opzioni di trattamento approvate.
Dpilumab è il primo farmaco a dimostrarsi efficace nel contrastare i sintomi della malattia, confermando il potenziale beneficio del puntare all’inibizione delle interleuchine IL-4 e IL-13 per ridurre il prurito e le lesioni cutanee.
Un trial di fase III verso placebo
PRIME, che fa parte del programma clinico LIBERTY-PN PRIME, è uno studio randomizzato, di fase III, in doppio cieco e controllato con placebo che ha valutato l’efficacia e la sicurezza di dupilumab in 151 adulti con prurigo nodularis non adeguatamente controllato con terapie topiche o per i quali non erano consigliabili.
Durante il periodo di trattamento di 24 settimane i partecipanti hanno ricevuto l’attivo o il placebo ogni due settimane con o senza trattamenti topici (sono stati mantenuti i trattamenti con corticosteroidi topici a dosi basse/medie o gli inibitori topici della calcineurina se i pazienti ne facevano già uso al momento della randomizzazione).
L’endpoint primario era la percentuale di pazienti con un miglioramento clinicamente significativo del prurito dopo 24 settimane, misurato da una riduzione di almeno 4 punti sulla scala 0-10 della Worst-Itch Numeric Rating Scale (WI-NRS). Un endpoint secondario chiave era la proporzione di pazienti con libera o quasi libera da lesioni dopo 24 settimane, misurata con un punteggio di 0 o 1 sulla scala 0-4 dell’Investigator’s Global Assessment PN-Stage IGA PN-S).
Meno prurito e lesioni cutanee con dupilumab
Al termine delle 24 settimane oltre il triplo dei pazienti sottoposti a dupilumab ha ottenuto una riduzione clinicamente significativa del prurito rispetto al basale: 60% rispetto al 18% di quelli esposti a placebo (p<0,0001). Quasi il triplo dei pazienti trattati con dupilumab ha soddisfatto l’endpoint secondario: il 48% rispetto al 18% del gruppo placebo (p=0,0004).
Il trattamento attivo ha anche comportato miglioramenti significativamente superiori nelle misure della qualità della vita correlata alla salute, del dolore cutaneo e dei sintomi di ansia e depressione.
I risultati di sicurezza sono stati coerenti con quanto già osservato nel trial PRIME2 e generalmente coerenti con il profilo di sicurezza noto di dupilumab nelle indicazioni approvate. I tassi complessivi di eventi avversi emergenti dal trattamento sono stati del 71% per dupilumab e del 63% per il placebo. Gli effetti collaterali più frequenti con il biologico includevano nasofaringite (5% vs 4%) e cefalea (5% vs 5%).
Inoltre nessun paziente nel gruppo dupilumab e il 4% nel gruppo placebo ha interrotto il trattamento a causa degli eventi avversi prima della settimana 24. In linea con gli studi pubblicati sulla dermatite atopica, in PRIME sono stati osservati tassi inferiori di infezioni cutanee con dupilumab (4%) rispetto al placebo (9%).
I risultati dettagliati dello studio saranno presentati in un prossimo congresso medico. Il potenziale utilizzo di dupilumab nel prurigo nodularis è attualmente in fase di sviluppo clinico e la sicurezza e l’efficacia non sono state completamente valutate da nessuna autorità regolatoria.