Guerra in Ucraina, piange il telefono sulla linea Berlusconi-Putin. Sono due le versioni che circolano negli ambienti vicini al Cavaliere sulla mediazione fallita
Una telefonata ti salva la vita. E ieri in molti confidavano che uno squillo di Silvio Berlusconi all’amico Vladimir Putin potesse salvarne molte, di vite. Non e’ andata cosi’, evidentemente. Così, spiega in un approfondimento la Dire (www.dire.it), se i media amici ieri si chiedevano ‘ma davvero una telefonata di Silvio Berlusconi potrebbe risolvere la crisi in Ucraina?’, la risposta e’ arrivata con la selva di bombe e missili piovuti nottetempo sull’Ucraina: no, Silvio ha toppato.
In realta’ sono due le versioni che circolano negli ambienti vicini al Cavaliere sulla mediazione fallita. La prima, molto poco romantica della seconda, racconta degli interessi convergenti del Berlusconi imprenditore e dell’”amico Putin”. Fu Hillary Clinton, all’epoca segretaria di Stato, ad avanzare sospetti sul fatto che tra i due non ci fosse solo il mitico lettone, la vacanza sulla dacia con colbacco, le renne e altre simpatiche amicizie piu’ o meno in comune. In un rapporto anticipato dal sito Wikileaks e pubblicato dallo Spiegel, nel 2010 Clinton chiedeva alle ambasciate americane a Roma e Mosca informazioni su eventuali “investimenti personali” dei premier Silvio Berlusconi e Vladimir Putin che potessero condizionare le politiche estere o economiche dei rispettivi paesi. La risposta degli ambasciatori non fu lusinghiera. Addirittura “Silvio” si mise a piangere, come racconto’, in italiano la stessa Clinton, in un altro file di Wikileaks. Lacrime di coccodrillo, sospetta ora qualcuno, sottintendendo che se Berlusconi non si sia speso fino in fondo per la causa ucraina e’ anche in virtu’ di quegli interessi convergenti. Cattiverie.
Di fatto c’e’ che se il forzista d’opposizione Elio Vito chiede a Berlusconi di condannare Putin e di dirgli che ha sbagliato, dal quartier generale azzurro sulla questione cala il piu’ assoluto riserbo. Solo Antonio Tajani si lascia andare e ipotizza che secondo lui i due, alla fine, non si sono sentiti. Ma la circostanza sarebbe smentita da un mutamento di indirizzo nella posizione di Forza Italia sulle sanzioni intercorso tra ieri e oggi.
A testimoniarlo ci sono le chat riservate dei deputati forzisti, consultate dall’agenzia Dire. Ieri il diktat ai parlamentari era: “Non fate comunicati sulle sanzioni. Berlusconi deve essere lasciato libero di trattare, di esercitare il suo ascendente su Putin“. Di fatto il partito si era schierato sulla linea della prudenza (‘sanzioni si’, ma senza toccare l’interesse nazionale’) che lo accomunava a Salvini. Oggi invece il mood e’ cambiato ed e’ arrivato un sostanziale via libera alle sanzioni dure come mezzo per isolare la Russia dopo l’attacco a Kiev.
Secondo alcune fonti azzurre, questo significa che i due si sono parlati, come fanno spesso d’altronde. Solo che questa volta Putin non si e’ mostrato accondiscendente con l’amico Silvio, come nelle foto sulla neve. Forse ha imbracciato il mitra in senso retorico che proprio Berlusconi mimo’ quando a Villa Certosa una cronista russa chiese a Putin se era vero che stava per divorziare. “Caro Silvio, fidati. So io come fare”, avrebbe detto secondo queste fonti ben informate il presidente russo al leader azzurro.
Peccato. Perche’ stavolta si era creata una certa attesa, anzi un vero e proprio tifo, ed anche da sinistra. Tra gli altri a invocare la discesa in campo del Cav e’ stato Filippo Sensi, gia’ portavoce di Matteo Renzi. “Se Berlusconi trovasse due minuti per una telefonata a Putin, secondo me non sarebbe un’idea sbagliata”. Ma nell’Ucraina sommersa dalle bombe, piange anche il telefono sul comodino accanto al lettone.