Si è chiuso con successo lo Slow Wine Tour negli Stati Uniti: il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese partner di un tour di degustazione e racconto dei vini italiani
Lo Slow Wine Tour negli Stati Uniti è una delle iniziative top di Slow Food nel mondo. Dalla West Coast alla East Coast, passando per il Texas le cinque date hanno avuto sempre successo, con un finale importante a New York che ha visto raddoppiare i visitatori, tutti professionisti del settore.
San Francisco (24 gennaio 2022), Seattle (25 gennaio 2022), Austin (27 gennaio 2022), Miami (31 gennaio 2022) e New York (2 febbraio 2022), sono state le occasioni per incontrare negli States le Denominazioni dell’Oltrepò Pavese, con la presenza e la guida di Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela che ha promosso le diverse tipologie, illustrato il territorio e facilitato incontri e contatti con importatori, buyers e divulgatori tecnici (anche media) del settore, naturalmente interlocutori diversi Stato per Stato.
Ogni tappa del Tour è stata dedicata esclusivamente al settore trade (importatori, distributori, giornalisti, opinion leader, sommelier, agenti, enotecari, ristoratori) selezionato per contattare aziende già presenti sul mercato Usa. A New York il pubblico è raddoppiato anche per via dell’evento collegato agli appassionati “consumatori” che frequentano l’importante location Eataly Downtown.
Cavalcando la tendenza in crescita dei consumi del vino italiano negli States (aumentati a volume del 28%, fonte Nomisma Wine Monitor), la scelta di essere presenti in questo Tour americano, per il Consorzio Oltrepò Pavese si è rivelata vincente. Una vera apertura di mercato destinata a dare i suoi frutti.
Al termine della quinta tappa dello Slow Wine Tour negli Stati Uniti, edizione 2022, tenutasi martedì 2 febbraio, a New York, Eataly Downtown, in una giornata “entusiasmante” per gli appassionati del vino – il Wine Festival di Eataly – Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, partner del Tour, presente in tutti gli eventi, ha commentato: “Torniamo soddisfatti per la risposta che c’è stata, diversa e articolata, tappa dopo tappa, stato dopo stato. Come spesso accade negli Stati Uniti. L’affluenza professionale è sempre stata ben gestita e garantita, di sicuro senza il Covid di mezzo sarebbe stata ancora superiore soprattutto in un paio di stati come ad esempio in California. C’era una grande attenzione nell’approcciare l’Area Oltrepò Pavese di cui non si conosceva tutta questa biodiversità”.
“Le tipologie sono state tutte apprezzate in particolare devo dire il metodo classico, il Pinot nero e il Sangue di Giuda. A New York, il successo è triplicato, forse anche perché abbiamo riproposto i nostri vini in un contesto che ci aveva “scoperto” qualche mese fa… Non è avanzata una bottiglia!”
“Colpisce molto l’attenzione di questi esperti interlocutori – buyers, importatori, ristoratori e educatori del vino che abbiamo incontrato sempre numerosi tappa dopo tappa nello Slow Wine Tour, verso la biodiversità della tipologia. Molto evidente nel Pinot nero che viene apprezzato nelle varie interpretazioni e annate, dalle versioni più fresche alle versioni più invecchiate e naturali. In sintesi è stata un’attività molto interessante, nella quale ha vinto presentarsi come territorio per fare cultura su questa area ancora poco conosciuta negli Stati Uniti, dove ha vinto la nostra tipicità, poliedrica, ricca, di qualità. Ed è quanto ci è stato detto all’assaggio dei vini”.