Guerra in Ucraina: dal Governo Draghi arriva il via libera all’esclusione della Russia dal sistema SWIFT. Nuove manifestazioni contro Putin
Lo ha annunciato il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Lo ha ribadito il segretario del Pd Enrico Letta: l’Italia ha dato il via libera all’esclusione della Russia dal sistema Swift. Una sanzione pesante per il Paese guidato da Putin, invocata a gran voce da attivisti e ‘falchi’ in questi giorni. Dopo il colloquio tra il premier Mario Draghi e il presidente ucraino, Palazzo Chigi ha fatto sapere in una nota che “l’Italia appoggia e appoggerà in pieno la linea dell’Unione Europea sulle sanzioni alla Russia, incluse quelle nell’ambito Swift”.
CHE COSA È IL SISTEMA SWIFT
Il sistema Swift (‘Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication’), creato da una società belga come spiega la Dire (www.dire.it), serve a connettere le banche di tutto il mondo, per trasferire denaro a livello internazionale. Vi aderiscono moltissimi Paesi e un blocco per la Russia avrebbe pesanti conseguenze, soprattutto nel breve termine: Mosca non potrebbe più utilizzare Swift per veicolare le proprie operazioni finanziarie e dovrebbe quindi adoperare canali alternativi. Ma lo stesso avverrebbe per Paesi e aziende che fanno affari con entità russe: per questo il ministro dell’Economia, Daniele Franco, negli scorsi giorni aveva sottolineato che con l’esclusione della Russia da Swift si potrebbero verificare problemi anche per i Paesi europei che si riforniscono con gas e petrolio provenienti dalla Russia.
GUERINI: “ITALIA POTENZIA PRESENZA IN ROMANIA CON NUOVI AEREI”
“Nell’ambito del rafforzamento della postura di deterrenza sul fianco est dell’Alleanza, da domani l’Italia potenzierà la propria presenza in Romania raddoppiando il numero dei velivoli Eurofighter già operanti nell’attività di airpolicing. Ulteriori 4 aeroplani verranno inviati nella base di Mihail Kogalniceanu di Costanza”. Così il ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
“L’Italia – ha comunicato il ministro – sta contribuendo con rapidità e convinzione alle decisioni prese in ambito Nato, e ieri il Governo ha approvato una serie di significative misure che prevedono il rafforzamento della postura militare sul fianco est a seguito dell’inaccettabile e ingiustificata aggressione della Russia all’Ucraina”.
LETTA: “IN POCHI GIORNI È CAMBIATO TUTTO, SCEGLIERE DA CHE PARTE STARE”
“Vedo due bandiere che in questo momento sono le nostre bandiere: la bandiera ucraina ed europea. È un momento particolare in cui si sta facendo la storia. In queste ore e in questi giorni credo sia particolarmente decisivo e importante che ognuno di noi scelga da che parte della storia stare. Io penso che in tre giorni sia cambiato veramente tutto”. Così il segretario del Pd, Enrico Letta, in collegamento con il congresso dei Radicali italiani. “In pochissimi giorni l’Europa ha dimostrato di saper esprimere una posizione unitaria e ferma, secondo me quella giusta e l’Italia c’è”.
SPERANZA: “LAVORIAMO A SANZIONI MOLTO DURE CONTRO LA RUSSIA”
“Lavoriamo per sanzioni molto dure che possano far capire al governo russo che ciò che ha fatto è davvero inaccettabile”. Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza a Sky Tg24, sottolineando che “al più presto le armi devono tacere e deve tornare in campo la diplomazia“. Il ministro ha ribadito che la posizione del governo italiano è molto chiara.
A ROMA NUOVA MANIFESTAZIONE PER LA PACE
Dopo le mobilitazioni degli scorsi giorni, anche oggi sono in programma diverse iniziative e manifestazioni contro la guerra in tutta Italia. “Il punto è che non è accettabile che la guerra torni a essere lo strumento che regola i rapporti tra gli Stati e le persone, questo è il tema centrale”. Lo dice il leader della Cgil, Maurizio Landini, partecipando a Roma alla manifestazione a piazza Santi Apostoli, organizzata dalla Rete Italiana Pace e Disarmo.
“Proprio in questi istanti si sta combattendo la battaglia di Kiev. Sono ore tragiche, in cui un popolo combatte per il proprio diritto di autodeterminarsi. Per la propria democrazia. Si combatte casa per casa, strada per strada. Con una mobilitazione generale che vede civili fronteggiare con armi improvvisate le truppe di Putin Sono lavoratrici e lavoratori. Sono studentesse e studenti. Pensionate e pensionati. Sono nostri fratelli. Donne e uomini europei”. Così il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, nel comizio a piazza Santi Apostoli.
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“Oggi siamo qui a per esprimere solidarietà a loro e a tutta la comunità ucraina in Italia. E c’è un altro popolo a cui vogliamo che giunga la nostra totale vicinanza. È quello di una Russia che si ribella al tiranno. Il popolo di studenti, donne, lavoratori che con coraggio immenso ha riempito le piazze di San Pietroburgo. Sfidando gli arresti e i metodi polizieschi di Mosca. Condannando l’offensiva sanguinaria. E facendo vedere al mondo che la Russia è altro da Putin. Che un’altra via è possibile. Se siamo qui è anche e soprattutto per lanciare all’Europa, al Governo italiano, alla comunità internazionale un messaggio di due sole parole. Fate presto”, conclude Sbarra.
FRATOIANNI: “AGGRESSIONE PUTIN VA CONDANNATA SENZA MEZZI TERMINI”
“Siamo qui contro l’aggressione di Putin che va condannata senza mezzi termini. Per la pace. È ora che si fermi una politica costruita su blocchi che si contrappongono e che alimentano solo un’instabilità che poi porta alla guerra. Guerra che, come sappiamo, ha una prima vittima: i civili. Quindi si lavori per il cessate il fuoco. Poi si metta al centro una politica di pace per il mondo”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni parlando con i cronisti a margine della manifestazione pacifista di piazza Santi Apostoli.
“Bisogna mettere in campo in queste ore – prosegue il leader di SI – ogni strumento non militare perché se qualcuno pensa di rispondere alle bombe con le bombe vuol dire avviare il mondo verso una tragedia incalcolabile. Bisogna utilizzare ogni strumento sapendo che anche quelli economici devono essere utilizzati non tanto per tutelare i nostri interessi. Non è questione di calcolo egoistico, ma dobbiamo evitare che le sanzioni che magari rivolgiamo agli oligarchi russi , che tengono i soldi al sicuro da qualche parte, colpiscano invece le solo popolazioni civili. Anche su questo bisogna fare un ragionamento intelligente. Ogni sforzo ora – conclude Fratoianni – deve essere fatto dalla comunità internazionale e dal popolo della pace, che abbiamo visto in tante piazze italiane oggi, per evitare che le prossime ore diventino teatro di un bagno di sangue a Kiev, e per aprire una trattativa per il cessate il fuoco”.
IN PIAZZA ANCHE GLI STUDENTI: “NO A GUERRA E IMPERIALISMI”
“Anche studentesse e studenti presenti alla grande mobilitazione per la pace di questa mattina a Roma: un corteo di migliaia di giovani che sta raggiungendo piazza Santi Apostoli, dove prosegue il presidio lanciato da organizzazioni e movimenti sociali che già adesso vede una grandissima partecipazione”. Lo fa sapere in una nota stampa la Rete della Conoscenza.
“Sappiamo da che parte stare: contro la guerra e contro ogni imperialismo, senza se e senza ma – dichiarano da Rete della Conoscenza, Unione degli Studenti e Link Coordinamento Universitario – Davanti a quello che sta succedendo non bastano appelli e belle parole: serve mobilitarsi ma serve soprattutto lavorare incessantemente per la pace. Rispediamo al mittente le dichiarazioni di leader politici nostrani che insistono sulla necessità di un intervento militare Nato e sull’invio di armamenti: non è con aiuti militari che si garantisce la risoluzione pacifica dei conflitti. Serve oggi dare risposte ai civili che stanno già pagando questa guerra: l’Europa deve subito aprire le sue frontiere alle donne e agli uomini in fuga dalla guerra, dalle bombe, dalla morte”, continuano gli studenti.
“La reazione non può e non potrà essere quella dell’ennesimo dispiegamento di forze militari: se c’è una risposta possibile è quella della pace” concludono le organizzazioni studentesche, riferendosi alle “numerosissime le piazze che in tutta Italia si stanno convocando, a cui si aggiungono iniziative di mobilitazione proposte direttamente all’interno di scuole e università: striscionate, assemblee, presidi”.